Iskra Menarini omaggia Dalla con il suo nuovo ed imperdibile singolo “L’uomo infinito”
L’immagine di Iskra Menarini è fortemente legata a quella di Lucio Dalla. Un legame imprescindibile nato da quando lui la scelse come sua corista, un connubio che è durato tutta la vita. Fino a quando Lucio non ha deciso di seguire la sua stella e di volere nel cielo, lasciando a Iskra una bicicletta che la porta ancora in giro, -taglio-in lungo in largo sulle ali della musica per poter ancora raccontare chi era questo immenso personaggio. Di origini francesi, la Menarini è riuscita negli anni a farsi notare, grazie a questa voce calda, potente, irriverente. La ricordiamo tutti dondolare su e giù all’interno di un tendone del circo intonando “Attenti al lupo”, brano che l’ha portata sui palcoscenici di tutto il mondo. Ma sempre insieme a lui, al suo Lucio, indimenticabile compagno di vita. E proprio a lui è dedicato il suo nuovo singolo “L’uomo infinito”. Un brano dalle sonorità pop con cui la cantautrice modenese traccia un ritratto di Lucio, sulla base dei ricordi accumulati nel corso di tutti questi anni. Il pezzo vede la partecipazione del rapper Gergo Morales e del coro Giuseppe Verdi diretto da Marco Tartaglia. Iskra si è raccontata a noi di Albatros Magazine facendo un salto nel passato e guardando alla musica e alla vita del futuro. Non senti il peso di dover portare aventi il progetto di Lucio? “Assolutamente no. Dal momento in cui se ne è andato io ho smesso per un anno con la musica. Poi ho ripensato a tutto il percorso fatto con lui e allora ho ripreso a fare le tournée. Non è stato complicato ricominciare. Lui mi ha lasciato una bicicletta alla quale ho dovuto mettere i pedali, come se mi avesse voluto dire non aver paura e va avanti. Continuerò e andrò fino in fondo, vorrei fosse una cosa culturale questa mia scelta, e vorrei coinvolgere di più anche Bologna, la sua città. Anche entrare in casa sua è stato un colpo per me, in mente mi sono tornati tanti ricordi belli, ho avuto davvero i brividi. Lui mi chiamava alle tre di notte per chiedermi se all’indomani alle due, sempre di notte, avrei potuto registrare un coro con lui. Lucio era così, dormiva pochissimo e quindi il giorno quando facevamo le prove si addormentava sulla poltrona del suo studio. È stato lui a volere che la gente mi conoscesse. È stato lui che ha voluto che io facessi questa intervista. Io credo che lui sia ancora qui e che guidi i miei passi. Io gli parlo ancora, sembra strano ma è così. Non sto sfruttando la sua immagine, anzi ho voluto che la gente lo vedesse proprio come un sogno.” Neanche la sua Bologna lo ha dimenticato, infatti il tuo video è ambientato lì. Come nasce l’idea del videoclip? “Il Comune ci ha dato il permesso per poter girare tra le strade. Anche la stessa casa di Lucio oggi è un luogo dal sapore culturale molto forte. È un modo per far vedere alle persone lontane che non possono raggiungere questi luoghi i posti dove lui amava stare e dove è rimasta la sua anima”. Nel brano c’è la partecipazione di Gergo Morales un giovane rapper. Una scelta azzardata la tua? “Lucio amava molto la musica, in generale tutta la musica ed anche quella rap. Sono fiera di questa scelta. Gergo è un amico e quando gli ho proposto questa cosa mi ha detto subito di sì, -taglio2-era davvero felice della cosa. Alla fine nel suo intervento musicale cita addirittura “Attenti al lupo”, una cosa fantastica che mi ha reso orgogliosa. Poi con questa canzone siamo andati in tutto il mondo davvero.” Il ricordo più bello che hai della vostra carriera insieme qual è? “Sicuramente quando abbiamo cantato al Madison Square Garden. Ad un cerro punto si sono alzati tutti in piedi, per me e vedere la sua faccia e quella di Morandi è stato incredibile. Erano felici. E allora ho capito di aver fatto bene a stare con lui tutti questi anni. Ma ci sono tante cose che sono rimaste impresse nella mia mente. Ogni cosa fatta con lui era un’avventura.” Lucio dava dei soprannomi a tutti e tu per lui chi eri? “Mi chiamava Iskra, anche perché il mio nome è già particolare di suo. Ci fu un momento nel quale cominciò a chiamarmi “gallina”, mi prendeva in giro, era un periodo un po' strano per noi. In venticinque anni può succedere. Mi chiamava così anche davanti ai musicisti. Allora un giorno dissi: sai, hai ragione Lucio che se porti una gallina in un posto enorme, pieno di terra ed erba senza cibo la gallina sopravvive lo stesso. Lui, da buon curiosone qual era si appassionò subito alla questione. Allora gli spiegai che le galline riescono a sopravvivere scavando e nutrendosi di vermi. E allora gridai “e quel verme sei tu!”. Lui cominciò ad inveire contro di me, ha tirato per aria tutto (ride). Questo episodio ancora mi mette tanta allegria. Da lì ha ricominciato a chiamarmi Iskra.” Il protagonista di questo video è Attilio Fontana, ma la cosa che salta di più all’occhio è la presenza di una bambina che ricorre spesso nelle immagini. Chi è? “Lei è la rappresentazione della purezza, un po' la mia immagine. Basta osservare bene quando io esco di scena io arriva lei. C’è questo scambio tra di noi. È tra l’altro la figlia di Andrea Faccani presidente della Fondazione. Credo che Lucio non l’abbia neanche conosciuta, quando lui morì lei non era ancora nata. Io e il regista abbiamo pensato all’immagine di questa bambina che corre verso il mare vedendo Lucio alla fine. Questa figura incuriosisce tanto tutti. Ecco, delle volte Lucio mi chiamava “bambina”, bhè forse l’idea è venuta fuori da questa cosa qua.” In questo pezzo tu chiami Lucio “madre” come mai? “L’ho chiamato madre perché per me, stando tanti anni in giro per il mondo e standogli vicino, mi sono sentita protetta. Ricordo un giorno che mi presentò in una trasmissione televisiva dicendo: “questa è la mia bambina”. Non era sempre affabile con tutti eh, ma io mi sentito protetta con lui, come fa una madre. Madre anche dell’ambiente, fu un grande ambientalista Lucio. Io stessa vivo in un bosco circondata da animali. La parola madre la riconduco a questa essenza. E lui mi ha lasciato questa eredità: tutta l’essenza del suo essere.”