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Verso la “new natural”

di Antonella Fiorito

Numero 241 - Giugno 2023

No alla medicina estetica “trasformativa”: il medico estetico sempre più paladino dell’eleganza, contro le derive e gli eccessi spesso esibiti sui social


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Attualmente è boom di richieste di trattamenti estetici non invasivi (o mini). Anche le influencer continuano a fare la loro parte da tutte le piattaforme social, promuovendo, come sirene digitali, una serie trattamenti (soprattutto le new entry tra nuove procedure e tecnologie) dei quali sono spesso dirette testimonial, dando luogo ad un effetto ‘copycat’ (imitazione) sconvolgente e spesso improbabile. -taglio- I loro profili sono sempre più vere e proprie vetrine per tecniche e trattamenti anti-aging, sdoganati e accettati da tutti gli strati sociali e a tutte le età e considerati ormai parte integrante delle routine di bellezza. Al punto che ormai, girare per negozi, palestre o feste con i ‘segni’ di un trattamento estetico ancora freschi non è più qualcosa da nascondere, ma addirittura da esibire come ‘accessorio’ da trend-setter. Insomma, il problema down time (cioè l’intervallo di tempo necessario per poter tornare alla vita sociale senza ‘segni’, dopo un trattamento estetico) per i trattamenti estetici, sembra archiviato mentre esibire le ‘prove’ di una certa consuetudine con il medico estetico, ormai fa decisamente tendenza. “La medicina estetica – ha dichiarato il professor Emanuele Bartoletti, Presidente della Società Italiana di Medicina Estetica SIME – sta andando sempre più verso una ‘medicina di trasformazione’. Ma questo è profondamente sbagliato. La medicina estetica non deve trasformare, ma correggere i difetti che via via si presentano, oltre eventualmente a quelli ‘costituzionali’. E dovrebbe limitarsi a questo appunto, a correggere i difetti. Non a trasformare un volto, non a portare un volto ad essere ‘un altro’. Purtroppo molte terapie, e spesso le vediamo pubblicizzate sui social, vengono effettuate con un intento ‘trasformativo’ e di questo siamo davvero molto preoccupati”. Tra l’altro si tratta di una tendenza tipicamente italiana, che non si riscontra a livello internazionale. Anzi. “Gli americani che sono stati i primi a ‘trasformare’ i visi delle pazienti – ha continuato il professor Bartoletti - adesso stanno tornando indietro; la nuova tendenza è proprio la ricerca di un effetto più ‘naturale’. L’opposto di quanto sta succedendo da noi insomma. Ma questa tendenza alla ‘trasformazione’ deve essere bloccata, sia educando i medici, che i pazienti perché può portare a risultati grotteschi. Anche se un trattamento è ben eseguito, se non è armonico, non risulta naturali. Nel nostro campo, le esagerazioni vanno assolutamente evitate. Spesso però notiamo che sui social vengono pubblicizzati risultati secondo noi del tutto inaccettabili soprattutto a livello delle labbra, su pazienti che non avrebbero alcun bisogno di aumentare il volume, ma eventualmente solo di distenderle e che finiscono invece per essere stravolte, alla ricerca di un cosiddetto effetto ‘sexy’”. -taglio2- Decisamente ‘out’ anche i volti troppo ‘riempiti’ di filler, soprattutto a livello dello zigomo, nell’intento di ‘risollevare’ la cute. Questo sta portando molti a rivalutare il ‘lifting’ chirurgico tradizionale. “Con le nuove tecniche – ha sottolineato il professor Bartoletti - il lifting chirurgico dà risultati molto più naturali di questi visi che tendono ad essere riempiti in maniera esagerata nell’intento di ottenere un effetto lifting. Una sessione del nostro congresso è stata organizzata proprio per ribadire quali sono i limiti della medicina estetica che non devono essere superato e quando è giusto lasciare il passo all’intervento del chirurgo estetico”. Si è parlato anche della responsabilità che il medico estetico ha nell’educare, correggere le aspettative degli aspiranti pazienti e fare debunking rispetto alla maggior parte delle (fake) news che viaggiano sui social. E a questo proposito, si registra negli ultimi tempi una presenza sempre più importante di medici sulle piattaforme social che, oltre ad auto-promuoversi, contribuiscono a fornire info certificate sui vari trattamenti e sulle realistiche aspettative di successo degli stessi. È chiaro che un medico non può comunicare con il linguaggio delle influencer, ma può sfruttare i social media per informare ed educare ad una narrativa della medicina più ‘ortodossa’ e corretta. Dunque il Medico Estetico si pone al crocevia di questi mondi in ausilio e in supporto alla ricerca della bellezza globale e al prendersi cura del paziente a 360° gradi; questa bellezza ha a che fare sicuramente con la prevenzione, ma anche con il mantenimento e la gestione dei processi di invecchiamento accompagnata alle eventuali piccole o talvolta non piccole correzioni che devono però sempre avere come obiettivo il raggiungimento dell’equilibrio delle forme e dei volumi oltre che della ricerca dell’eleganza, sempre in ampio perimetro di sicurezza per il paziente.





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