Gabriele Lopez ci regala Omogeneizzato il suo nuovo originale e accattivante singolo
Lo conosciamo per aver doppiato i grandi protagonisti delle serie tv e del cinema. Dietro di se una famiglia di artisti che hanno regalato allo spettacolo italiano pagine indelebili. Ma lui oggi si presenta semplicemente come Gabriele Lopez. Il cantautore che non ti aspetti. Figlio di Giorgio e nipote di Massimo, -taglio-Gabriele ha ereditato la passione per l’arte che oggi esprime attraverso quelle note musicali che lo portano a fare un lungo viaggio dentro se stesso e nell’animo di chi l’ascolta. Il cantautore romano ci presenta Acquari il suo nuovo progetto anticipato da Omogeneizzato. Una sorta di miscuglio di vita, di emozioni, di sensazioni, un vortice nel quale ci troviamo un po' tutti da un po' di tempo a questa parte. La sua musica è allegra, esprime gioia e voglia di vivere ma il messaggio, quello più bello che vuole regalarci è ben più profondo. Ne abbiamo parlato insieme in questa sua intervista. Nonostante tu sei anche doppiatore, oggi ti presenti nelle vesti di cantante. Il tuo nuovo singolo si chiama Omogeneizzato, un nome insolito, come mai? L’idea principale si incentra sulle sensazioni che mi sta dando questo periodo particolare. Mi sento immerso in un frullatore di emozioni e di sensazioni che ti destabilizzano. È come se le nostre vite siano state scosse a tal punto da diventare altro. Qualcosa che non riconosciamo più. Parte tutto da lì. Il brano è una visione molto ironica come lo è tutta la poetica di questo nuovo progetto. Simpatico, allegro, semplice ma mai semplicista. Acquari infatti contiene dei messaggi forti e potenti trattati con molta allegria vero? Esatto. Il tentativo è quello di proiettarsi verso qualcosa di positivo. Il progetto nasce con un’idea di leggerezza, in periodo pre covid addirittura. Il mio percorso da cantautore è lungo, ad un certo punto ho avuto l’esigenza di essere più leggero, di divertirmi senza perdere l’attitudine di fondo di raccontare storie quotidiane mie e degli altri. Questa chiave ironica mi ha sempre contraddistinto e mettendo insieme le carte della mia vita è uscito fuori qualcosa davvero di bello. Ma Acquari è un riferimento anche al segno zodiacale che non è solo il tuo ma anche di qualcun altro importante per la realizzazione di questo progetto. -taglio2- Mi sono unito a questo progetto a Francesco Arpino, un altro cantautore come me ma anche produttore ed è nato anche lui il 6 febbraio, ironia della sorte, tutti e due del segno dell’acquario allora ci siamo omaggiati così col titolo di questo progetto. Ci siamo trovati davvero in sintonia, avevamo lavorato già insieme, ma stavolta abbiamo trovato la vera affinità. Scrivo i miei brani di getto, a volte uso il cellulare. Improvvisamente poi vengono fuori questi pezzi senza neanche suonarli con il pianoforte o la chitarra. La cosa strana e magica è che insieme a lui è facile trovare la quadra del brano. Una cosa mai successa prima, ci siamo divertiti tanto e abbiamo fatto qualcosa di davvero carino. Da dove viene la tua passione per la musica? Vengo da un humus familiare artisticamente molto proficuo. Papà e zio mi hanno regalato quella passione e quel lato che io ho dedicato alla recitazione e al teatro. Ma anche alla musica, perchè spesso si suonava anche a casa. Devo dire che però è stata più la famiglia di mia madre a contagiarmi in questo senso. Mia nonna suonava il piano, sua sorella era un’insegnante al conservatorio e lei è stata ad instradarci un po' tutti. Era impossibile insomma per me fare qualcosa di artistico. Ho studiato anche tanto però. Potrei darti mille nomi perché hai prestato la tua voce a tanti protagonisti di film famosi. Ma Gabriele allora chi è? La cosa strana è che non mi sono mai sentito qualcosa in senso artistico. Ho sempre pensato al ruolo dell’artista a 360 gradi, all’americana diciamo così. Non a caso sto doppiando molti musical in questo periodo. Credo di essere stato predisposto alla musica ed alla recitazione perché l’ho fatto da sempre in maniera molto naturale. La cosa più bella è che quando reciti ti diverti ad essere qualcun altro, mentre invece quando suoni e fai la tua musica sei proprio te stesso. Come se ti mettessi a nudo, soprattutto negli spettacoli dal vivo sue sfaccettature diverse che convivono in me.