Enormi bigodini colorati ai rami di un maestoso salice piangente dell’Île aux Fagots: questa l’opera provocatoria dell’artista Céline Cléron
Fra le opere esposte al “Festival internazionale di giardini - Hortillonnages Amiens” in programma fino al 17 ottobre, c'è anche quella dell’artista Céline Cléron. La sua installazione, ironicamente intitolata « Natura permanente », si integra con armonia in questo sito naturale di grande importanza ambientale. -taglio-Un'ispirazione la sua che nasce dai suoi ricordi d'infanzia e dalla contemplazione del paesaggio. Ci ha rivelato questo e tanto altro proprio davanti la sua creazione, in esclusiva per i lettori di Albatros. Il tuo percorso? “Ho frequentato e ottenuto il diploma della scuola di Belle Arti di Poitiers, dove sono nata. Attualmente vivo e lavoro a Parigi. Vengo dal disegno, ho sempre disegnato e parallelamente ho iniziato a scolpire. La mia arte è composta da sculture, disegni, dipinti e video. Ho esposto il miei lavori in diversi musei, gallerie e centri di arte contemporanea in Francia ma anche in esposizioni collettive all'estero.” Le tue passioni e le tue ispirazioni? “Sono appassionata di archeologia. Avrei voluto diventare archeologa, e questa passione infatti è sempre presente nel mio lavoro. Sono interessata più dal tempo che dallo spazio e dalle immagini in volume. Per quanto riguarda l'ispirazione, mi viene dalla visita di luoghi, di musei di archeologia, dalla storia, dalle scienze naturali, internet, libri… tutto quello che ha un rapporto con queste discipline. La mia è più che altro un’intuizione attraversata da diverse ispirazioni.” Quali sono i materiali e le tecniche prediletti per le tue creazioni? “Per le mie creazioni uso diversi materiali e tecniche. Tutto parte da una immagine che rimbalza e si concretizza nella materia, che non è mai la stessa. Per la lavorazione delle mie opere lavoro spesso in collaborazione con degli artigiani. Mi interesso alla storia delle arti pratiche in via di sparizione e delle cose che voglio rimettere in rilievo o farle rivivere. Per esempio ho creato una collezione dal titolo « Il silenzio delle sirene», titolo preso in prestito da un racconto di Kafka. Sono stata colpita da un'immagine che presentava una conchiglia conica crivellata di fori regolari. Per realizzare le opere ho ottenuto l'autorizzazione a far ripartire una macchina a vapore del Museo della Madreperla nella Somme.” Puoi parlarmi della tua opera esposta in questo sito speciale? “Presento un'opera che ha un rapporto diretto con il paesaggio e la natura, che ho già sperimentato diversi anni fa. Si tratta di una grande installazione, una messa in piega gigante, con degli enormi bigodini realizzati con dei materiali grezzi che ho fissato nei rami di questo maestoso salice piangente, un albero considerato malinconico. taglio2-Ho voluto rendere l'albero come una donna che si prepara prima di uscire. Un po’ l'anti seduzione femminile. Il titolo dell'opera è « Nature permanente », l'idea alla volta della natura e dell'azione dei bigodini nella capigliatura dell'albero e quindi questa idea triviale dei bigodini.” Chi ti ha ispirato quest'opera? “Nasce dall'incontro tra il mio ricordo, in questo caso dei miei ricordi d'infanzia e la contemplazione del paesaggio. Mi sono divertita a mescolare campi simbolici, attraversando l'archetipo di anti-seduzione femminile (i bigodini) e l'aura romantica e ornamentale della messa in piega.... È in qualche modo un ritratto della mia nonna materna italiana. Ho voluto raccontare il rituale della sua messa in piega prima di uscire. Una nonna che ho frequentato nella mia infanzia, che ho molto amato e adesso che non c'è più mi manca tanto. Una donna forte, nata in Sardegna a Uras (nella provincia di Oristano), che ha vissuto in Algeria, in Tunisia e poi si è trasferita in Francia, a Poitiers, negli anni 60. Ha lasciato una forte impronta nel mio lavoro ed è un modo di renderle omaggio.” Che cosa ti ha trasmesso la tua nonna e che cosa ti lega all'Italia? “Mi ha trasmesso questa idea di viaggio e di nomadismo. Sono una ragazza di figli di immigrati italiani. I miei nonni mi legano all'Italia, anche se loro non ci sono più. L'Italia fa parte del mio universo e il desiderio di tornarci è molto forte. Ho un legame speciale con la Sardegna dovuto all’attaccamento di immagini della mia infanzia e di tutto un immaginario collettivo.” Hai già esposto in Italia? “Tanti anni fa, ho avuto l'occasione di esporre in Italia due volte, nei Musei Capitolini di Roma e nel Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza.” I tuoi progetti per il futuro? “Ho un ricco programma, parteciperò a varie esposizioni collettive e anche personali in Francia. Con il sogno di esporre di nuovo in Italia.”