Il grande maestro Lello Petrarca ed il suo giudizio sullo stato di salute del jazz oggi in Italia, tra rimpianti, speranze e nuove idee
Il nove febbraio di quest’anno, a Tampa Bay (città statunitense della Florida occidentale) il mondo del jazz perdeva il monstro del pianoforte Chick Corea. L’artista ottantenne americano, nato a Chelsea - City dello Stato del Massachusetts - è stato compositore, pianista e tastierista di fama mondiale e noto soprattutto per le sue produzioni jazz e jazz-fusion negli anni settanta e ottanta.-taglio- Ora … non so perché, ma … ascoltando ‘Mysterious Theme’ di Lello Petrarca, immenso e già affermato pianista (oltre che polistrumentista) di Santa Maria Capua Vetere, ho notato una forte similitudine tra Corea e Petrarca. Il sammaritano di cui stiamo parlando, si avvicina notevolmente al tocco del fenomeno americano. Resta inteso che il campano deve ancora crescere e maturare ma la strada è tracciata. Tra l’altro Chick Corea è tra i musicisti cui Lello Petrarca si ispira di più. Ad ogni buon conto il giovane artista campano oltre a volare sulla tastiera … è compositore ed arrangiatore. Ha collaborato con artisti come Fabrizio Bosso, Gianni Di Lorenzo, Daniele Sepe, Nino Buonocore, Stefano Di Battista, Markus Stockhausen, Martux_m, Gianluigi Trovesi, Maurizio Giammarco, Gabriele Mirabassi e tanti altri. Su invito di Tullio De Piscopo ha, poi, suonato nel 2009 al ‘Sorrento Jazz’, al ‘Nick La Rocca Jazz Festival’, l’‘Atina Jazz Festival’, al 'Napoli Jazz Festival’. Ha aperto i concerti di Al Jarreau e di Richard Bona. La sua performance, all’Arena Spartacus Festival all’Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere, riscuote consensi nell’agosto del 2020, laddove Petrarca ha reinterpretato i più celebri brani del Maestro Ennio Morricone nella serata-evento ‘La Notte delle Stelle’. Ora ritorna con un nuovo album che ha come titolo ‘Distanze’. Si tratta di un album ‘leggero’, un lavoro che mette in evidenza a la poliedricità dell’artista, in ‘Distanze’ vengono fuori tutte le potenzialità: versatilità stilistica e strumentale. «Sei tracce in cui ho cercato di spaziare dal rock al pop, dalla fusion al jazz e al blues. Vorrei precisare che il disco, disponibile in versione digitale, riporta al periodo storico stiamo provando a lasciarci alle spalle. I brani, composti durante il lockdown, invitano a ricominciare con entusiasmo e facendo comunque tesoro dell’esperienza vissuta in epoca pandemica.» L’album è un progetto Ultra Sound Records ed è disponibile su tutte le piattaforme digitali (Spotify, iTunes, Amazon, Apple Music) ed è la ‘firma’ del web-project lanciato da Petrarca … intitolato ‘One Man -taglio2-One Band’: sei video in cui il musicista suona otto strumenti musicali diversi (batteria, basso elettrico, chitarra acustica, chitarra elettrica, tromba, pianoforte, synth, tastiera elettronica). Nella tracklist vi è anche ‘So What’ (una rielaborazione, riproposta in una versione elettronica del famosissimo brano di Miles Davis).
Che cosa ne pensi del jazz e di tutto quello che vi gira intorno?
“Il jazz per me ha sempre rappresentato una libertà di espressione musicale e progettuale, passando dalla tradizione a nuove sperimentazioni sonore, compositive e dell’improvvisazione. Quello del jazz è un mondo affascinante ma è anche un mondo difficile, a volte sporco, non sempre caratterizzato da meccanismi onesti, soprattutto in relazione a scelte progettuali, d’altronde tipico del mondo dello spettacolo.”
Molti festival di rilevo… tra questi Umbria Jazz, sono diventati un’occasione per lo show business. Sei d’accordo?
“Purtroppo, negli ultimi anni, molte rassegne non sempre sono organizzate da persone che hanno una cultura ed una competenza tali da scegliere progetti musicali inerenti al genere di cui si parla; molto spesso ci si lascia condizionare più dal fare numeri che dal concentrarsi sulla qualità della proposta, ritrovandosi - a volte - più un pubblico poco attento che davvero interessato al progetto. Più si continuerà a pensare al business più si abbasserà l’asticella.”
Insomma, per ora l’album del sammaritano, molto vicino alle armonie del mitico pianista americano e di cui abbiamo parlato in apertura, è ancora in formato digitale e lo si può trovare sulle diverse piattaforme digitali.”
Potrebbe questo lavoro, che si presta molto all’ascolto, diventare un easy-disc?
“Devo dire che oggi le nuove generazioni non si applicano più di tanto, noto e sento che per loro ascoltare un brano di tre minuti e mezzo o quattro rappresenta una specie di noia, sono abituati a divorare il tempo senza soffermarsi e senza prestare attenzione. Ho pensato, dunque a questa formula con bravi non troppo lunghi, sperando possa arrivare qualcosa.”