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Un suono morbido

di Antonino Ianniello

Numero 251 - Giugno 2024

Alla scoperta di tutto il coinvolgente sound della chitarra di Andrea Zacchia


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Andrea Zacchia (pronuncia esatta Zacchía) è un chitarrista romano dell’ottantaquattro. Seppur quarantenne, Andrea viene classificato tra i musicisti jazz emergenti ed è identificabile come musicista-chitarrista jazz e compositore. Ascoltando il suo disco ‘HBPM’ son rimasto particolarmente folgorato dal suo modo di trattare le sei corde della sua Gibson modello 335 … -taglio- l’artista capitolino ha un tocco fantastico, rilassante e che riesce a trasportarti in una dimensione dalla quale non vorresti mai venir fuori’ … sicché ti tocca riascoltare le sue otto tracce per decine di volte. Il modo di far musica di Andrea Zacchia si rifà ad una fusione tra be-bop, hard bop e jazz/soul. Zacchia si forma presso l’‘Università della Musica’, ‘Fonderia delle Arti’ e ‘Saint Louis College of Music di Roma’ e dopo un’intensa attività live e in studio di registrazione con artisti quali Moreno Viglione, Renato Gattone e la Smile Orchestra, lo scorso anno, nella veste di ‘leader’ ed insieme ai musicisti Angelo Cultreri e Maurizio De Angelis, realizza l’album “HBPM” pubblicato a marzo di quest’anno dalla ‘WoW Records’. Tra i jazzisti che influenzano, in qualche modo, il compositore e musicista romano, c’è sicuramente Wes Montgomery. Com’è nato il tuo primo disco da leader ‘HBPM’ e perché lo hai chiamato così? Quale il significato? «L’idea dell’album nasce nello scorso anno e dopo un anno di intensa attività live del mio ‘Hammond Trio’ … un progetto dedicato principalmente a Wes Montgomery. Con Cultreri e De Angelis, carissimi amici, abbiamo trascorso molto tempo insieme. Abbiamo cercato un sound che fosse energico come quello degli ‘Organ Trio’ di Montgomery e Pat Martino e i quattro brani inediti del disco sono frutto di questo lavoro di ricerca. Il disco è stato realizzato in due giorni, prediligendo le riprese “live in studio”. Oltre ai brani inediti, il prodotto contiene quattro standard che rappresentano altrettanti importanti momenti musicali della mia vita e che volevo fissare in questo disco come in una fotografia. Per quello che riguarda il titolo dato al disco posso dire che ‘HBPM’ si rivela acronimo delle mie due grandi passioni e fonti di ispirazione: Hard Bop e Pat Martino oltre che essere anche ‘High Beat Per Minute’ traduzione: ‘Battito Elevato Al Minuto’. Oltre che essere un omaggio a loro è anche un progetto dedicato al centenario della nascita di Wes Montgomery. -taglio2-Da lì siamo partiti alla ricerca di un sound che fosse idoneo ai brani inediti che stavo scrivendo.» Il tuo tocco rotondo della tua Gibson 335 dà all’ascoltatore emozioni particolari rendendoti riconoscibile qual è il tuo segreto? «Sono davvero contento di esser riuscito ad avere un suono riconoscibile, dopo tantissimi tentativi tra chitarre, pickups, amplificatori e corde, ti posso dire che il merito del mio suono sta nelle corde: personalmente monto un set di corde 015 e la 335 Gibson è stata una delle poche chitarre che mi ha permesso di montare questo set senza ripercussioni sul manico o alla chitarra in generale.» Devo dirti che il tuo lavoro discografico è un eccellente prodotto… nel disco hai preferito suonare in trio escludendo il contrabbasso? Avresti potuto dare più spazio all’Hammond di Angelo Cultreri non ti sembra? «Il disco è stato registrato in soli due giorni, in modalità ‘live’ e non c’era nulla di programmato. Abbiamo suonato in maniera libera, cercando di imprimere su disco lo stesso interplay che abbiamo nei concerti. Le presenze e gli spazi dei vari strumenti son stati dettati dal sentire di ognuno al momento dell’esecuzione.» Che cosa ti riserva il futuro dal punto di vista discografico? Quando parte la tua tournée? «Ho in mente di realizzare un disco omaggio a Wes Montgomery, sempre in ‘Hammond Trio’. Allo stesso tempo sto lavorando a nuovi materiali e quindi ancora non ho chiaro in mente quello su cui lavoreremo e quale progetto avrà la priorità. Attualmente stiamo presentando il disco in alcuni jazz club del Lazio ed Emilia Romagna e stiamo lavorando per portare il progetto in giro per i jazz club italiani nel prossimo autunno!»





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