Incontriamo Claudia Mirra, una donna cresciuta a pane e teatro e che oggi è a capo del Teatro Diana di Napoli. Ad Albatros ha raccontato cose si nasconde dietro le quinte...
L’imprenditrice Claudia Mirra è una giovane signora, bionda e sottile come un’indossatrice, che guida con successo le sorti del Teatro Diana al Vomero, seguendo la falsariga della madre scomparsa, la gentile e intraprendente signora Mariolina De Gaudio e dell’attivissimo papà Lucio, ma al contempo apportando tante innovazioni. La struttura conta circa 85 anni di ininterrotta attività, da quando fu fondata nel 1930 al centro del nuovo quartiere Vomero nello stile dell’epoca, ed è per la zona un imprescindibile luogo di aggregazione culturale e di incontro. Il Diana è sempre stato un teatro a forte identità napoletana, ma vi sono stati ospitati i più grandi nomi della scena nazionale. Sfogliare le antiche locandine è come leggere un’antologia del meglio della produzione teatrale italiana. Sulle tavole di questo palcoscenico sono passati tutti, da Totò ai De Filippo, da Mastroianni a Vittorio Gassman, da Dario Fo e Franca Rame a Gaber. Oggi le calcano i grandi nomi dell’attualità: Massimo Ranieri, la Ferilli, Cristian De Sica, la Sastri, Zingaretti, Tony e Peppe Servillo, Vincenzo Salemme, solo per dirne alcuni. Claudia Mirra ha impostato la sua direzione sulla ricerca di attori e testi di grande rilievo che attirano l’attenzione di un pubblico affezionato ed esigente che gradisce sia l’intrattenimento del varietà che i temi di impegno socioculturale ed ha anche aperto il teatro a nuove attività.-taglio-
Ci racconti le sue esperienze da quando bambina era solita frequentare questo luogo di famiglia a quando è passata alla guida del Diana...
“Da quando ero bambina pensavo che da grande sarei entrata nell’azienda di famiglia giacché tutta la nostra vita familiare era dedicata al teatro e condizionata dai suoi ritmi, quindi sono abituata a questa impostazione di vita e di sacrifici: niente domenica, niente feste, per noi la giornata di riposo è il lunedì e così ho dovuto organizzare anche l’andamento della famiglia che mi sono creata.”
Quali sono, a suo avviso, le differenze tra la gestione del teatro che si aveva una volta e quella dei tempi attuali nei rapporti con attori, registi, produttori? E con quali attori è più agevole e gratificante avere rapporti lavorativi?
“I rapporti con gli attori, registi e produttori sono sempre basati su cordialità, magari più confidenziali con alcuni che ci frequentano da anni come Salemme, che è anche prodotto da noi. Grandi attori ne abbiamo avuti in passato e ne abbiamo anche ora, ed è gratificante quando ci dicono di essere rimasti soddisfatti.”
Secondo lei il pubblico di oggi, avvezzo alla TV, è più esigente o più superficiale di quello di una volta?
“Il pubblico è sempre esigente. Le cose però cambiano al passo con i tempi, che oggi richiedono ritmi più frenetici, perciò sempre più spesso abbiamo spettacoli più brevi e senza intervalli perché il pubblico non è più abituato a spettacoli molto lunghi.”
A che cosa attribuisce il crescente successo del Diana in termini di affluenza di spettatori?
“Il successo è dovuto alla basi create dai miei genitori e su queste si sono innestate delle innovazioni di maggiore modernità dato che non ci si può fossilizzare e bisogna sempre guardare avanti. Abbiamo spettatori adulti che ci frequentano in maniera abituale, ma ospitiamo anche spettacoli graditi ai giovani e facciamo abbonamenti dedicati al pubblico giovanile oltre che riduzione per gli universitari. Al giovane piace cambiare e girare e noi cerchiamo di attrarlo.”
Lei ha affiancato alla programmazione teatrale altre attività di formazione e di divulgazione del sapere allo -taglio2-scopo di ampliare le potenzialità di comunicazione del teatro sul territorio e farne, mediante la fidelizzazione sempre più ampia e variegata del pubblico, la più completa e articolata agenzia culturale del Vomero. Ce ne vuole parlare?
“Da molti anni abbiamo cercato di far sì che il nostro teatro fosse un luogo di aggregazione culturale sempre aperto. Attualmente, oltre al normale lavoro di programmazione per il cartellone serale e pomeridiano, la mattina accogliamo le scuole giacché produciamo spettacoli per i ragazzi su temi come legalità, droga, bullismo. Mandiamo le schede agli insegnanti perché possano preparare gli alunni prima di condurli a teatro. Mio fratello Gianpiero Mirra li produce e li realizza insieme a Peppe Celentano. Un domani i ragazzi saranno spettatori formati e in grado di assistere agli spettacoli per adulti. Abbiamo creato anche una scuola di ‘musica’ diretta da Antonello Cannavale e di ‘canto’ a cura di Leona Teleskova. La scuola di ‘recitazione’, diretta da Giancarlo Cosentino, si rivolge sia ai ragazzi che agli adulti, divisi in vari corsi a seconda dell’età. Una novità che chiamiamo ‘Factory’ è poi la nostra scuola di preparazione ai mestieri teatrali, quelli delle maestranze: macchinista elettricista, scenografo, costumista, ma anche regista, addetto alle luci ecc... Abbiamo infine la scuola di ‘scrittura’ tenuta da Francesco Velonà con la direzione di Maurizio de Giovanni. La segreteria può dare informazioni precise sugli orari dei vari corsi che si svolgono dalle 15 alle 20 tutti i giorni, in genere gli adulti dopo le 20, i ragazzi e gli universitari il pomeriggio. Il sabato mattina è dedicato alla ‘Presentazione di libri’ nel foyer così che prestigiosi autori e relatori vi si avvicendano sulla base di un calendario prestabilito. In accordo con l’Università Suor Orsola abbiamo istituito ‘stages’ presso i nostri uffici, finalizzati alla comprensione del funzionamento di un’azienda: Il teatro è un’azienda a tutti gli effetti con tanti dipendenti interni a cui si aggiungono quelli esterni: noi, che siamo anche centro di produzione, abbiamo compagnie che stanno girando per l’Italia con vari dipendenti. In questo momento, per esempio, sono le compagnie di Salemme e di Massimo Ranieri.”