La Mamo’s Band ritorna con “Naviganti Viaggianti”, un disco che racchiude dieci brani che spaziano tra culture, ritmi e sonorità diverse, in un mix intergenerazionale
Loro sono davvero tanti, così tanti che si fa fatica a contarli, come la loro età. Un miscuglio di generazioni, sound, vissuti, sensazioni. Così diversi così uguali. La Mamo’s Band è unione di artisti e musicisti che si sono incontrati al di fuori dei loro abituali contesti, per dare vita ad un progetto musicale che prende spunto dall’iniziativa di Gigi Marrese, Massimo Pedrani (Mamo) -taglio-e della loro formazione con la splendida voce di Luca Marino. “Navigatori viaggianti” è il loro nuovo disco. Dieci brani arrangiati con disparati ritmi, culture e generi. Il loro progetto musicale vuole regalare emozioni e sensazioni che possano trascinare chiunque voglia, ascoltando le loro note, in un profondo e toccante viaggio chiamato vita. Noi ne abbiamo parlato proprio con Luca Marino. Mamo’s Band è un miscuglio di sonorità ma è anche un bel mix di generazioni, siete in tanti ed appartenente a tante età vero? “Sì è vero, siamo abbastanza vari anagraficamente parlando perché copriamo un po' tutte le fasce d’età, una delle nostre cantanti Arianna Bruno è della classe nel 1997, così come la nostra violinista Beatrice Guido non è ancora maggiorenne. E poi abbiamo i capisaldi che sono Gigi Marrese e Massimo Pedrani che riportano nella media l’età anagrafica complessiva della band. Io personalmente ho quarant’anni e mi attesto su per giù nella media (ride). Siamo vari per età tanto quanto gli strumenti e le sonorità che utilizziamo.” Il vostro è un disco “Naviganti Viaggianti” che è stato definito “emozionale”. Cosa significa? “Premetto che la Mamo’s Band non ha dei leader, siamo tutti solisti, però c’è da dire che l’ispirazione di questo lavoro parte da Massimo Pedrani e cioè Mamo, colui che ha dato anche il nome a questo gruppo. Lui scrive i testi e le musiche in parte presenti in questo disco. In questo caso tutti questi brani riflettono sul vissuto personale ma anche universale delle nostre emozioni, negative e positive, di quello che proviamo. Sono cose che fanno parte della nostra quotidianità. In Navigatori Viaggianti c’è un viaggio che può sembrare quasi frutto di una speculazione filosofica e che passa dentro ognuno di noi per trovare un senso alla nostra vita.” Proprio la ricerca del senso della vita è quello che vi siete proposti. Una meta ambita, un po' pretenziosa. Pensate di averlo trovato, o anche solo sfiorato?-taglio2- “Diciamo che cercavamo delle risposte ad alcune domande. Non è detto che si trovino sempre, parlo per me, per la mia esperienza. I brani sono un po' come degli spunti di riflessione per indagare dentro di se. Pretenziosi ma anche realisti dai! Alla fine il senso che pensiamo di avere trovato, come band, è quello di stare e fare musica insieme.” La vostra parola d’ordine è originalità, ma nella musica, secondo voi, pensate che sia stato già scritto tutto oppure che ci sia ancora qualcosa che ancora possa essere sperimentato o inventato? “Per quello che mi riguarda, l’esperienza con la Mamo’s Band ne è un esempio pratico, può sempre venir fuori qualcosa di nuovo. Per quanto la musica sembri sempre la stessa da ormai più di cinquant’anni bisogna secondo me sempre cercare qualcosa di nuovo. Questo non vuol dire farlo ad ogni costo, ma farlo in maniera spontanea attraverso nuovi stimoli. Nell’attesa della costruzione di questo nuovo album siamo riusciti a dare una nostra visione del presente appellandoci a qualcosa di non originalissimo come possono essere le emozioni ma sicuramente aggrappandoci ad un evergreen, chiamiamolo così, qualcosa di non scontato.” Voi naviganti della Mamo’s Band dove pensate possa portarvi questo viaggio di musica? “Dove ci porterà chi lo sa! Ci ha portato prima di tutto sulla prima isola e cioè sul palco. Siamo tornati sulle scene e questo ci ha fatto tanto piacere, poi partiremo di nuovo e chissà. Ci sono nuove idee Mamo e Gigi non dormono mai e qualcosa che bolle in pentpentola c’è di sicuro. Attendiamo un nuovo porto.”