“Don Carlo” di Verdi, opera firmata da Claus Guth e diretta da Jurai Valčhua, inaugura la stagione del teatro di San Carlo di Napoli
Inaugurata il 26 novembre la stagione 2022/2023 del Teatro di San Carlo con il “Don Carlo” di Giuseppe Verdi, per la regia di Claus Guth e la direzione di Juraj Valčuha, con Orchestra e Coro del Lirico di Napoli. Nel nuovo allestimento del titolo verdiano, che torna sul palcoscenico del Lirico di Napoli 21 anni dopo la sua ultima rappresentazione nella versione in cinque atti, -taglio- le scene sono di Etienne Pluss e i costumi di Petra Reinhardt, le luci di Olaf Freese e il video di Roland Horvath, la drammaturgia di Yvonne Gebauer. Michele Pertusi interpreta il ruolo di Filippo II, Matthew Polenzani, per la prima volta alle prese con la versione italiana dell’opera verdiano, interpreta il protagonista Don Carlo; Ludovic Tézier ed Ernesto Petti si alternano nel ruolo di Rodrigo; Ailyn Perez debutta nel ruolo di Elisabetta di Valois ed Elīna Garanča che torna al San Carlo dopo i successi di “Carmen” e “Cavalleria rusticana”, è la Principessa Eboli; Alexander Tsymbalyuk interpreta il Grande Inquisitore, Cassandre Berthon è Tebaldo. Maestro del Coro, José Luis Basso che, al solito, ha ben preparato il Coro che in quest’opera, precedente l’“Aida”, anticipa che Verdi svilupperà in seguito. Dramma lirico su libretto originale in francese di François-Joseph Méry e Camille Du Locle, ispirato alla tragedia in cinque atti “Don Carlos, Infant von Spanien” di Friedrich Schiller, è la partitura più lunga e complessa di Verdi. “Ho focalizzato la mia attenzione sul personaggio principale, seguendo la sua prospettiva – afferma il regista Guth al suo debutto al San Carlo - . Don Carlo è un personaggio fragile, incapace di far fronte a ciò che la società esige da lui. È un sognatore, più vicino al mondo della fantasia che alla realtà. È e rimane intrappolato nello stesso spazio e questa prigionia descrive la sua condizione nel mondo. Non riesce a trovare una collocazione nel cosmo in cui è nato, sembra essere al posto sbagliato: il padre lo rifiuta e la donna che ama diventa sua madre dopo aver sposato Filippo II. Anche Rodrigo, l’unico amico che sembra avere, lo strumentalizza per i suoi scopi. Tutto questo crea in lui una visione oscura del mondo, simile ad una prigione. Con lo svolgersi dei cinque atti, sempre più i personaggi si rivelano nella loro stessa disperazione e solitudine”. -taglio2- Don Carlo non è un eroe ma un uomo con le sue fragilità, alla ricerca di riconoscimento e di amore. Elisabetta, dopo le nozze con Filippo, è destinata all’infelicità e ne dà una potente interpretazione il soprano statunitense Ailyn Perez, come altrettanto potente è l’interpretazione del mezzosoprano lettone Elīna Garanča, ormai di casa al San Carlo; dopo aver interpretato il ruolo in francese, ha ora affrontato brillantemente il debutto in italiano, conferendo un carattere forte al suo personaggio. Il regista inventa anche un personaggio, un giullare, interpretato dall’attore spagnolo Fabian Augusto Gòmez, che rappresenta la libertà e va contro il sistema, al contrario di Carlo che è perfettamente integrato al sistema. A lungo applauditi anche i protagonisti maschili, il Don Carlo di Matthew Polenzani, forte/fragile, e Rodrigo di Ludovic Tèzier, celebre baritono francese, che alla presentazione dell’opera si detto è onorato di rappresentare il ruolo in italiano, confessando che avrebbe apprezzato anche un VI atto di un’opera così perfetta! “Noi siamo soldati della luce e dobbiamo difendere l’opera”, ha affermato. Se prima di Verdi il melodramma parlava dell’uomo, con Verdi il melodramma parla all’uomo e l’idea del regista va proprio in questo senso: di una forza composta da debolezze che riguarda tutti, con una lettura dell’opera che esalta i personaggi, la drammaturgia, che riflette sul potere, sull’amore e sulla diversità di Carlo, figura simile a quelle di Aida e Otello. Interminabili applausi alla prima alle star del belcanto, al Coro e all’Orchestra con splendidi costumi e scenografie nel rispetto della gloriosa tradizione del San Carlo.