I Superfuuuo debuttano con il loro primo album “Discolo”, un sound nuovo, diverso, divertente e vivace
Edoardo Castroni, Giovanni Calaudi, Teodoro Giambanco sono i Superfluuuo. Da venerdì 19 febbraio esce il loro album d’esordio “Discolo”. Delle sonorità che non ti aspetti, a conferma del fatto che non si sa mai cosa aspettarsi da questa giovane band in continuo cambiamento e mutamento. -taglio-Un immaginario psichedelico suonato solo con sintetizzatori analogici e drum machines e registrato su cassetta. La loro musica è quasi un gioco. Superfluuuo è come un giocattolo impertinente che ha raccolto su un nastro i suoni di un giardino al mattino presto. Il suo scopo si basa sulla suddivisione di questi suoni in fasi statiche, che fatti scorrere su particolari supporti radio e visti dalla fessura di una porta danno l’illusione di avere un senso. Sapendo benissimo che i giocattoli forse hanno senso solo nella mente di un bambino, Superfluuuo il più delle volte non funziona e se lo fa, è certo di riprodursi nella più bassa fedeltà possibile, affinché possa prendere vita e coerenza solo se immaginato attentamente. Noi abbiamo intervistato Edoardo che ci ha raccontato un po' di loro e della loro musica. La ricetta di questo album ha un sapore vintage. “Abbiamo usato molti strumenti vintage ed abbiamo registrato su musicassetta, questo è vero. La sensazione che ne è venuta fuori è questa.” “Sono suoni che danno l’illusione di avere un senso”, questo è quello che avete dichiarato voi. Cosa significa? “Già il nostro nome Superfuuuo potrebbe non avere un senso, ma messo tutto insieme forse un senso a tutto c’è. Ci piace molto giocare con le parole, questo è vero. Apparentemente sentite così queste canzoni, una dopo l’altra potrebbero sembrare una confusione, ma alla fine se le metti insieme tutto sembra avere un motivo. La nostra musica in fin dei conti è come un gioco.” Infatti anche i vostri testi sembrano quasi delle favole. È questa la sensazione che volevate dare? “Amiamo molto la cartoon music, tutte quelle musiche anni ottanta che apparentemente affrontavano tematiche infantili ma che lette da un occhio più adulto sono sempre attuali.-taglio2- In fondo è un po' come guardare con l’occhio dei bambini che sono un po' psichedelici, anime pure che vedono tutto come un gioco.” Alla fine del vostro album è presente un solo brano “Uscita” unicamente strumentale. Come mai questa scelta? “È una manipolazione dei nastri delle cassette che abbiamo registrato. Abbiamo preso le varie registrazioni che abbiamo fatto, di voci o tastiere, abbiamo tagliato i vari nastri e li abbiamo manipolati facendone un collage che ha dato vita ad “Uscita”, un brano molto particolare che racchiude il senso di questo album.” La copertina sembra, anche quella, la sigla di un cartoon. Come è nata? “Ci piace affrontare tematiche di vita reale e giocare con le parole così come con le immagini. Giovanni, che è componente della band è anche grafico, con lui subito dopo aver scritto le canzoni abbiamo pensato a come poterle raffigurare. Nella copertina sono nascoste tutti i personaggi citati nelle canzoni.” Questo album segna il vostro debutto, ma voi suonate insieme già da un bel po' vero? “Noi siamo tre e ci conosciamo dalle scuole elementari. Abbiamo sempre pensato e scherzato sul fare qualcosa insieme, ma sempre divertendoci. Ho iniziato a suonare con Giovanni, abbiamo scritto i testi e da lì siamo arrivati al primo Ep.” Questo vostro essere molto sui generis, nel panorama della musica italiana, pensate possa essere una carta vincente? “Non abbiamo mai avuto intenzione di fare qualcosa intenzionalmente per differenziarci. Semplicemente siamo influenzati da quello che ascoltiamo, che non è la musica italiana, quantomeno quella di oggi. Siamo il frutto di quello che ascoltiamo, di quello che nel corso di questi anni ci ha influenzato. Tutto qua.”