Transumanesimo e cyborg sono termini nuovi relativi a come potrà essere l’uomo del futuro
Transumanesimo e cyborg sono termini nuovi relativi a come potrà essere l’uomo del futuro. Parole a cui ci dobbiamo abituare perché saranno sempre più presenti nei nostri discorsi e nelle nostre letture giacché, anche se non abbiamo ancora una chiara consapevolezza, siamo già da anni entrati in una nuova realtà in cui l’uomo è, e sarà sempre più, trasformato dalla tecnologia. -taglio-
Il transumanesimo è un movimento di pensiero che mira al potenziamento dell’uomo attraverso le risorse tecnologiche offerte dalla scienza. In pratica, l’evoluzione futura dell’uomo potrebbe essere molto diversa da come per secoli l’abbiamo immaginata.
Sarà la tecnologia a consentire di realizzare un nuovo essere sempre più longevo, meno soggetto alle malattie e notevolmente potenziato nelle sue capacità fisiche e intellettive. In pratica, i segnaci di queste teorie mirano a ottenere un uomo sempre meno vulnerabile ai malanni, e a sconfiggere innanzitutto la prima delle malattie: la vecchiaia. Per questo è sorta da tempo anche un’associazione di transumanisti che rivendica il diritto di migliorare l’uomo fisicamente e intellettualmente.
Il termine transumanesimo è stato utilizzato per la prima volta da Julian Huxlei, biologo e genetista inglese, fratello di Aldous Huxlei autore del famoso romanzo di fantascienza Il mondo nuovo.
Esaminiamo anche il secondo termine cyborg. Il significato di questa parola è dato dai due termini che la compongono: cyb, che sta per cibernetico e org, che sta per organismo, quindi organismo cibernetico o bionico, un essere vivente in cui sono stati innestati organi o membra artificiali.
Fino a qualche decennio fa un essere umano composto anche da organi sintetici si incontrava solo nelle storie di fantascienza. Oggi le cose sono cambiate e l’innesto di protesi per sopperire a una mancanza o per migliorare le prestazioni di un organo è sempre più frequente. -taglio2-
Siamo solo all’inizio, ma la scienza non si ferma e in futuro le possibilità di sostituire parti del nostro corpo o di migliorarne le prestazioni, comprese quelle mentali, saranno sempre più possibili.
A questo punto molti studiosi, non solo medici, ma anche filosofi, giuristi, teologi cominciano a chiedersi fin dove sarà possibile spingersi per restare umani e non diventare altro. Al momento è difficile immaginare come sarà l’uomo tra cento anni o anche meno. Avremo veramente un essere ibrido composto da parti umane e parti artificiali, un misto tra uomo e macchina, come ce lo hanno mostrato tanti film di fantascienza, o la realtà supererà anche l’immaginazione? Il quesito è molto importante e investe oltre l’ambito medico anche quello etico, religioso e giuridico. Le possibilità che la medicina e le nuove tecnologie offrono, e offriranno sempre più in futuro, per migliorare il nostro corpo sono e saranno certamente un bene per l’umanità. Ben vengano queste risorse per risanare malformazioni, sostituire arti amputati, per riguadagnare la vista o l’udito o altro. Mentre l’utilizzo delle nuove risorse tecnologiche non trova al momento tutti d’accordo se finalizzato a realizzare un qualcosa di diverso dall’umano: il postumano.
In futuro saremo tutti transumanisti? Chissà? Certo, chi non aspira a vivere non solo più a lungo, ma anche in buona salute? E questa cosa sarà possibile senza generare domande di ordine etico, giuridico e religioso, oltre che medico? Allora è necessario affrontare già adesso seriamente questo tema, come ritengono gli stessi transumanisti, bisogna che le varie parti si incontrino – filosofi, medici, teologi, giuristi – ed analizzino con franchezza le problematiche etiche, religiose e giuridiche che potrebbero emergere in futuro per non farsi trovare impreparati.