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Tradizione e innovazione

di Gaetano Magliano

Numero 250 - Maggio 2024

Raggiungiamo in tournée Francesca Tandoi, pianista e cantante jazz che ha conquistato le platee di tutto il mondo


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Disponibile sulle piattaforme streaming e in digitale “Bop Web” è il nuovo album di composizioni edite e originali della pianista, cantante e compositrice jazz Francesca Tandoi, in collaborazione con Matheus Nicolaiewsky (basso) e Sander Smeets (batteria).-taglio-Il sound unico di questo trio, nato dall’incontro di diverse culture e sonorità, unite dalla passione per il jazz e lo swing rende questo disco una vera e propria gemma della discografia jazzistica odierna. Arrivata al suo settimo album, Francesca Tandoi dimostra ad ogni pubblicazione una sempre maggiore maturità, con un impatto sonoro che la lega al jazz più tradizionale ed allo stesso tempo ad una fresca versatilità, messa in risalto dalle sue doti come esecutrice e compositrice. Nel bel mezzo di un tour che l’ha già vista suonare, oltre al sold out del Blu Note a Milano, tra Parigi, Berlino, Varsavia e Rotterdam, ed in attesa di ascoltarla a luglio in due importanti date a New York City, la incontriamo per entrare nel suo mondo musicale, in esclusiva per Albatros Magazine. Francesca, anzitutto congratulazioni per il lancio del tuo nuovo album. Puoi raccontarci qualcosa sull'ispirazione dietro questo progetto? “Il trio con Matheus e Sander nasce nel 2016 in Olanda, io vivevo lì da diversi anni perché nel 2009 mi sono trasferita lì per studiare al conservatorio. Loro erano miei compagni di studi. Sander è olandese e Matheus è brasiliano. Fin da studenti abbiamo studiato assieme e nel 2021, in pieno covid abbiamo registrato il nostro primo disco che si chiama “When in Rome”. Alla fine del 2022 ci trovavamo in Italia nel mezzo del tour di presentazione del nostro primo disco, e avendo un day off abbiamo pensato di andare in studio a registrare del nuovo materiale che avevamo. Non pensavamo ad un disco ma a mettere nero su bianco il materiale ed immortalare il momento. Abbiamo registrato da Nuccia Records che lo ha prodotto in un pomeriggio di novembre 2022. Riascoltandolo a distanza di tempo abbiamo deciso di far uscire questo lavoro. La cosa bella del trio è che siamo internazionali, ognuno di noi porta un po' della sua cultura musicale e personale. Avendo nella band Matheus, infatti, che è un grande esperto dei ritmi latini e brasiliani, ci piace sempre inserire un pezzo di musica brasiliana, nel caso di questo disco è il brano di Tom Jobin “Agua de beber” che ho riarrangiato.” Hai scelto di includere principalmente composizioni originali nel nuovo album, ma anche due reinterpretazioni di classici come 'Overjoyed' e 'Agua de beber'. Qual è stata la tua visione dietro queste reinterpretazioni? “Innanzitutto perché ‘Overjoyed’ è uno dei miei brani preferiti. -taglio2-L’idea di registrarlo è nata perché avevo pubblicato su Instagram un video in cui suonavo in piano solo li brano ed il contenuto ha ricevuto molti apprezzamenti. Oltre al tributo al grande Steve Wonder ho voluto fare un regalo a chi mi supporta. ‘Agua de beber’ come ho detto prima è il brano brasiliano che abbiamo voluto inserire nel disco. Mi diverto sempre a riarrangiare in modo personale i grandi classici stravolgendoli. So che è stata molto apprezzata anche dai brasiliani e questo mi riempie di orgoglio.” Hai avuto la fortuna di collaborare con molti artisti di talento nel corso della tua carriera. Quale ritieni abbia avuto maggiore impatto sul tuo stile? “Ho collaborato con moltissimi artisti nel corso della mia carriera ed ognuno di loro mi è stato di ispirazione. Ho imparato qualcosa da ognuno di loro, dai più giovani ai più famosi. Nell’ultimo periodo ho suonato con un batterista che mi ha molto colpito, Lee Pearson, ed è stata una delle ultime collaborazioni che mi ha molto ispirata. Lee è diverso dai batteristi con cui collaboro solitamente, abbiamo fatto un progetto più fusione ed elettrico e grazie a lui ho scoperto delle cose nuove su di me e sul mio modo di suonare.” Il jazz tradizionale sembra essere una grande fonte di ispirazione per te. Come bilanci l'aderenza alla tradizione con la tua ricerca di nuove sonorità e approcci musicali? “Il jazz tradizionale è una grande forma di ispirazione, in ogni cosa che si fa conoscere ed amare le origini è imprescindibile, serve farle proprie approfondendo gli studi, altrimenti non è possibile affrontare discorsi più moderni o creare qualcosa di proprio. Il jazz è un genere in continua evoluzione ed è importante essere sempre aggiornati. Il fine ultimo del musicista è avere una propria voce e stile portando i propri gusti ed influenze. Le mie influenze e gusti affondano le radici nella tradizione del jazz ma cerco sempre di dire qualcosa di nuovo ogni volta.”





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