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Tornano gli Inti Illimani

di Maresa Galli

Numero 229 - Aprile 2022

La storica formazione cilena in Italia nel “Vale la pena Tour” con il cantautore Giulio Wilson


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Sono tornati in concerto in Italia gli Inti Illimani, ancor più oggi preziosi ambasciatori di pace e giustizia nel mondo. Cinquantacinque anni di musica per la longeva formazione che li dimostra tutti per comunicativa, impegno, bravura. Primo e atteso tour all’estero in due anni, la super band ha tenuto sei date nei teatri italiani presentando un mix di vecchi successi e nuove canzoni.-taglio- Il Vale la pena Tour è realizzato in collaborazione con Anmnesty International Italia, in favore dei diritti umani e dei migranti. “Volevamo fare un concerto pieno di energia, uno spettacolo che fosse anche una festa – racconta Jorge Coulón Larranaga, l’unico componente originale della storica band cilena - ora la guerra allunga la sua ombra su tutti noi e il concerto assume inevitabilmente un significato diverso, dipenderà da noi ma anche dal pubblico: “Vale la pena” è una canzone che parla di pace o di speranza e in un momento come questo ha un valore simbolico per chi sta pensando che non lontano da qui c’è gente che muore sotto bombardamenti”. La formazione nacque nel 1973, anno del colpo di stato di Pinochet che li vide esuli in Italia per quindici anni. “Noi siamo legati ad Amnesty – prosegue - da quando è stata fondata, è il nostro ambiente naturale. La verità è che ci ricordiamo della guerra solo quando è vicino a noi, ma nel nostro mondo malato c'è sempre una guerra da qualche parte - spiega l’artista oggi settantacinquenne. “Volevamo tanto fare questo tour, dopo il dilagare della pandemia. Ma torniamo in un Paese che, come tutto il mondo, lotta ancora una volta per la pace, per il rispetto dei diritti umani, per il rispetto dei popoli, per la gente comune che vive del proprio lavoro e che non aspetta altro che poter lavorare, vivere, crescere e amare, condividere in pace. Speriamo che questi concerti con Giulio Wilson siano un momento di incontro, per riaffermare i diritti delle persone, al di sopra dei giochi delle grandi potenze”, conclude Coulón. Gli Inti Illimani sono storici esponenti della “nueva canción cilena”, derivata dagli insegnamenti di Victor Jara e Violeta Parra. Da Violeta Parra apprendono ritmi e timbri nuovi, e le loro voci e chitarre sono affiancate dalla quena, dal cuatro venezuelano, dal charango dell’Altopiano al sicus, dal bombo al guitarron spagnolo ai sonagli kultrung e watha degli indios Mapuche.-taglio2- Rielaborando musiche di tradizione orale, musiche popolari, reinventano la tradizione con testi fieri nei quali riconoscersi. La loro musica mescola valzer peruviani, bolero, rancheras messicane, cumbia, musica latino-americana contaminata che oggi si definisce world music, per un canzoniere immenso che ne fa musicisti totali. Gli Inti Illimani hanno condiviso il palco con star del calibro di Isabel Parra, Joan Baez, Tracy Chapman, Sting, Milton Nascimento, Mercedes Sosa, Bruce Springsteen, Peter Gabriel. Roberto De Simone ha scritto per loro la “Cantata per Masaniello, opera per coro, orchestra e Inti Illimani”. Oggi sono tornati perché hanno ancora tanto da dire, da raccontare con musica e parole. La canzone “Vale la pena”, composta con Giulio Wilson nel 2019, è stata scritta mentre si svolgevano manifestazioni di piazza e divenne subito un inno popolare. Wilson, cantautore fiorentino, diversi album all’attivo, ha collaborato con artisti del calibro di Vinicio Capossela, Roy Paci, Francesco Guccini. In tour non potevano mancare “Alturas”, struggente brano strumentale ispirato a Horacio Salinas, “El pueblo unido jamàs serà vencido”, composto da Sergio Ortega nel ’73, “Canto para matar una culebra”, su testi del cubano Nicolàs Guillén, con riferimenti al son cubano e brani dai canzonieri di Victor Jara, Violeta e Isabel Parra e di Patricio Manns. “Cantiamo anche oggi la speranza, la rabbia, l’amore, questo non cambia – afferma Jorge - noi apparteniamo ad una generazione dura a morire, da uccidere. La nostra è musica del mondo, dei popoli, non quella del business. Non vogliamo diventare un museo ambulante, siamo andati avanti e siamo un gruppo vivo, attuale, che fa proposte musicali anche oggi”. Come dimostra il loro tour che ha conquistato anche i più giovani che lottano per la giustizia sociale, e allora, per dirla con i celebri musicisti, è valsa la pena lottare.





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