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THOMAS CECCON

di Laura Fiore

Numero 253 - Settembre 2024

Ancora una volta il team azzurro del nuoto non delude: alle ultime Olimpiadi c’è stato un nome in particolare che ha sbaragliato la concorrenza facendo innamorare il pubblico di tutto il mondo


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Quelle di Parigi sono state delle Olimpiadi ricche di colpi di scena, da Tamberi che perde la fede nuziale nella Senna durante la cerimonia di apertura alla pugile Carini che si ritira dall’incontro dopo pochi secondi dall’inizio della gare. -taglio- Uno degli atleti italiani, però, che ha fatto letteralmente impazzire il pubblico di tutto il mondo è senza ombra di dubbio Thomas Ceccon, nuotatore classe 2001 che nei Giochi Olimpici parigini ha conquistato il bronzo nella staffetta 4x100 metri stile libero e poi, la medaglia d'oro nei 100 metri dorso con il crono di 52"00, diventando il primo nuotatore italiano ad aggiudicarsi il titolo olimpico in tale specialità. Insomma, un’estate certamente da ricordare per Thomas che alla sua seconda Olimpiade ha certamente confermato di essere il futuro di questa disciplina; come dimenticare Tokyo 2020 quando, nella sua gara preferita, batte il record italiano per due volte: in batteria, dove ottiene il secondo miglior tempo con 52"49, e in finale, dove con 52"30, e adesso ha migliorato ancora una volta il suo tempo dimostrando i grandi passi in avanti fatti durante la preparazione di questa competizione. Noi di Albatros Magazine l’abbiamo incontrato al suo ritorno in Italia, rigorosamente con indosso le medaglie conquistate. Ciao Thomas, prima di iniziare l’intervista una domanda molto semplice: come stai? “Stanco! – ride ndr. – Diciamo che le Olimpiadi sono una competizione che più delle altre ti assorbe in una maniera incredibile, non solo durante il momento delle gare ma a trecentosessanta gradi, quindi dopo il mese trascorso lì diciamo che fa piacere tornare un po' a casa e concedersi un po' di vacanza!” In questi Giochi di Parigi hai migliorato il tuo tempo in vasca, battendo così un nuovo record e conquistando una medaglia d’oro. Che cosa hai provato nel momento in cui hai capito di aver vinto? “Un’emozione incredibile, anche se riguardando i video non si direbbe… avevo una faccia da pesce lesso! - ride ndr. – ma in realtà semplicemente stavo realizzando il tutto. Vincere migliorando anche il tempo è una soddisfazione che non si può esprimere a parole, poiché sai bene che le Olimpiadi non sono solo ‘quel mese’ ma ci si prepara per anni, quindi riuscire ad ottenere il massimo risultato dopo tanto sacrificio e lavoro mi fa sentire vivo e con la voglia di migliorarmi ancora e ancora. Sapevo di avere le carte in regola per poter conquistare l’oro, ma tra il dire e il fare c’è sempre un mondo in mezzo, i miei avversari erano altrettanto forti, infatti la mia partenza non è stata delle migliori però ho subito canalizzato le energie affrontando la vasca con grinta!” A proposito di questo, le gare di nuoto si svolgono in breve tempo, come ti prepari e cosa pensi prima di entrare in vasca? “Esatto, ritornando a quello che dicevo prima: quando si vince la soddisfazione è incredibile perché anni di lavoro si ‘riducono’ a pochi minuti di gara quindi nel momento in cui non si riesce a raggiungere l’obiettivo prefissato è inevitabile che ci sia un po' di delusione. In particolare quando ci si prepara ad una gara c’è anche una parte di allenamento emotivo e psicologico da dover fare, è necessario sapere come reagire in pochi secondi ad un possibile imprevisto e mettere in atto subito la strategia di riserva.-taglio2- Io prima di affrontare una gara ascolto musica o qualche podcast, poi non appena vengo chiamato per entrare resetto tutto, mi fermo qualche secondo… focalizzo quello che sto andando a fare e nel moneto in cui faccio il mio ingresso mi estraneo completamente da tutto quello che ho attorno: siamo io e la piscina.” Questa capacità di “estraniarsi” l’hai sempre avuta? “Devo dire di sì, in generale non sono una persona che soffre le situazioni di stress. Cioè riesco a vedere tutto in maniera oggettiva, anche se si tratta della cosa più complicata e importante del mondo e questo atteggiamento ce l’ho anche nella quotidianità. Quando ho un problema non perdo tempo a lamentarmi, penso subito quale possa essere la soluzione migliore e lo affronto.” Quindi il tuo nome ed emotività non possono essere accostati… “Beh, diciamo che non sono molto incline a tirar fuori le mie emozioni! – ride ndr. – ma per fortuna questo tenermi le emozioni per me non mi provoca malessere, semplicemente sono un ragazzo molto… ma molto riservato.” Negli ultimi anni stai avendo molto successo anche sulle piattaforme social, che rapporto hai con il mondo digitale? “Sono figlio della generazione degli smartphone quindi sarebbe ipocrita dire che ‘non li uso’ o demonizzare il mondo digitale. Sono presente sui social, posto foto e video come molti dei miei coetanei e forse la cosa che non mi piace è pubblicare cose troppo private: cioè per me è sempre meglio tenere una parte della propria vita lontano dalla condivisione, ma non giudico chi invece preferisce fare diversamente.” Che rapporto hai con i tuoi fan? “Mi fa così strano sentire ‘i tuoi fan’! Sono sempre molto grato a tutte le persone che fanno il tifo per me, infatti cerco di rispondere magari a chi mi scrive e non nego mai una foto o un autografo; ci sono persone che spesso fanno dei veri e propri viaggi per venire a vedermi, come nel caso delle Olimpiadi, quindi non mi sembra carino negarmi a chi mi chiede un selfie. Il pubblico che tifa per te è quella spinta in più, è bellissimo quando annunciano la vittoria e senti quel boato di applausi e cori!” Quali sono i tuoi prossimi impegni post Olimpiadi? “Adesso mi concedo qualche giorno di vacanza con la mia famiglia ed i miei amici, ho bisogno di staccare un attimo dal ritmo serrato degli allenamenti. Poi ritornerò dal team, con il quale rivedremo le mie ultime gare per discutere su come e cosa si può migliorare e quindi programmare gli allenamenti e prefissare nuovi obiettivi.” Ultima domanda: qual è il tuo sogno nel cassetto? “Diventare un nuotatore al livello di Phelps, che ha letteralmente fatto la storia di questo sport!”





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