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The key of Montevergine

di Di Maresa Galli

Numero 214 - Ottobre 2020

il messaggio di speranza della nuova opera artistica dell’artista milot, “the key of Montevergine”


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Una “chiave” per trovare la giusta via, per realizzare i propri sogni, per aprire nuovi orizzonti: è quanto si prefigge Milot con the “Key of Montevergine”, la sua nuova opera. Il presidente della Provincia di Avellino, Domenico Biancardi, ha invitato l’artista Milot a realizzare “Key of Montevergine”, un’opera unica;-taglio- una scultura di oltre 40 metri, che sarà ospitata questo mese di ottobre nel piazzale antistante l’uscita autostradale di Avellino-Ovest della città di Mercogliano. Sarà la scultura in acciaio corten più grande d’Europa, materiale che Milot predilige. Un cerchio simboleggia la rinascita di una società libera, aperta al dialogo, all’accoglienza. Alfred Mirashi, in arte Milot la città albanese in cui è nato, ha tante personali e collettive al suo attivo, nonché premi, tra tanti : la medaglia d’oro in pittura al Barbican Center Museum di Londra, conferita Durante le Olimpiadi del 2012 e l’onorificenza di Visiting Professor presso l’Università di Arte e Design di Shandong, in Cina, ricevuta nel 2016, anno nel quale è curatore della sezione internazionale della VI Biennale della Fotografia di Jinan, Shandong, Cina. Nel 2017 è curatore della mostra personale del fotografo internazionale Zeng Yi al Museo Nazionale di Tirana. Nel 2019 espone a Pechino nella rassegna “The International Artist adn Children’s Art, a cura di Liu Ruowang. Da quest’anno è direttore del DODO Art Museum di Pechino. “Con la “Chiave di Montevergine” voglio lanciare al mondo un messaggio di speranza” – spiega Milot che afferma: - “ho voluto dare all’opera la forma di una culla per simboleggiare la rinascita della vita, e la sua stessa collocazione alle pendici del Santuario di Montevergine vuole essere un messaggio di tolleranza e di pace tra i popoli”.-taglio2- Le “Chiavi di Milot”, suo segno distintivo che adopera nella pittura, nella scultura e nelle grandi installazioni, simbolizzano l’ideale di libertà contro la rincorsa del potere della società contemporanea. “Nel grande sforzo che facciamo tutti i giorni - spiega Milot- per realizzare i nostri sogni, senza volerlo troviamo tante barriere, pregiudizi e meccanismi di un sistema burocratico dove è molto difficile realizzare i nostri desideri”. Nella società dell’immagine, dell’apparire, del virtuale, dell’incertezza, tocca agli artisti cercare nuove identità per stimolare la riflessione. “La chiave è il limite del linguaggio, la soglia della comunicazione, mestolo del tempo e del mito che ci conduce dove già siamo per manifestare da un lato il malessere della nostra società e contemporaneamente la nostra capacità di conservare, pur nell’affollarsi dell’immagine tecnologica, il contatto con le nostre radici primigenie”, afferma l’artista. Con la sua arte, un oggetto di uso quotidiano consente di recuperare il passato guardando ad un diverso futuro. Il “grido” che lancia l’opera è quello di guardare ad un nuovo mondo nel quale convivere nel rispetto reciproco. “Allontanate le paure individuali e collettive che ci circondano - esorta l’artista - il mio vuole essere un messaggio positivo di speranza perchè tutti abbiamo il diritto di realizzare i nostri sogni, e a tutti devono essere garantite le stesse possibilità per farlo”.





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