Intervista al candidato al Nobel prof. Giulio Tarro, presidente Fondazione “Teresa e Luigi de Beaumont Bonelli”, che da circa 40 anni effettua ricerche e studi sul cancro
Primario Emerito del Dipartimento dei Servizi Diagnostici e Primario del Servizio di Virologia dell’A.O. “D. Cotugno” il prof. Giulio Tarro, candidato al Nobel per la medicina, è stato nella sua vita di scienziato assegnatario di numerosi premi scientifici e onorificenze sociali, per gli innumerevoli incarichi scientifici ricoperti , e che ricopre tutt’oggi, in Italia e all’Estero, tra cui: Editor in Chief (Direttore) della nuova rivista Internazionale Vaccine Research and Development (Spring City Group, Singapore), componente del Comitato Tecnico Sanitario Nazionale nella sezione Lotta contro l’AIDS, WABT UNESCO, Professore aggiunto del Dipartimento di Biologia alla Temple Univ. di Filadelfia (USA e tanto altro ancora. Lo incontriamo a Posillipo negli uffici della Fondazione “Teresa e Luigi de Beaumont Bonelli” nata nel 1978, quale ente morale, grazie al volere della marchesa Teresa Berger de Beaumont Bonelli, di cui il prof. Giulio Tarro è Presidente, per approfondire il suo nuovo lavoro scientifico, in collaborazione con il figlio Giuseppe, “ Il Cancro dovrebbe essere solo un segno zodiacale, tutti insieme contro il cancro”
Una considerevole quantità di pubblicazioni scientifiche ed ora un opuscolo contro il cancro, quanto è importante la divulgazione scientifica?
“La divulgazione su alcuni aspetti della nostra salute, in particolar modo in riferimento al cancro che ancora oggi è causa considerevole di morte, è importantissima. Solo con la giusta conoscenza si può seriamente fare prevenzione. In tutti i miei Convegni le parole chiave sono; divulgazione e prevenzione.” -taglio- C’è possibilità con una giusta prevenzione di sconfiggere ciò che possiamo ancora considerare un male secolare?
“Come affermo nell’opuscolo cui lei prima accennava i rischi di questo male possono essere ridotti in base alle scelte che l’uomo può fare soprattutto per quanto riguarda le modalità di vita. Il mistero dei tumori non è sulla sua origine, ma sul meccanismo di come i vari fattori agiscono affinché la cellula da normale diventi cancerosa, praticamente impazzisca, sottraendosi al controllo dell’organismo e moltiplicandosi senza fine. Oggi abbiamo delle percentuali di sopravvivenza molto più elevate rispetto al passato, ma il problema rimane la diagnosi precoce, e soprattutto la prevenzione. Importante è non giungere al sintomo come indicatore che qualcosa nelle nostre cellule non va, perché ciò ci presenta un problema già avanzato su cui si procede per giungere ad una remissione non sempre possibile.”
Quali i fattori alla base dei tumori?
“Possiamo partire dall’alimentazione… ‘Dimmi come mangi e ti dirò chi sei’…è di sicuro un detto che sintetizza tutto, per continuare con il tabagismo, abuso di alcool e altri stili di vita sbagliati. Non da meno è poi il fattore inquinamento per particolari tumori, come ad esempio le emissioni di gas randon ( appartenente alla famiglia dell’uranio) che in alcune zone in Italia ha una concentrazione alta, l’inquinamento da Amianto e altri contaminanti, i Campi elettromagnetici e quanto potrebbe essere assorbito dalla terra e quindi finire nel nostro cibo.”
Cosa fare?
“La rete oncologica che il Ministero della salute sta realizzando da alcuni anni è già un primo passo, perché lo scambio di informazione è alla base di una cura specifica. Ma per operare seriamente si deve puntare agli screening e diagnosi precoci, in quanto gli individui considerati a rischio cancerogeno per storia familiare o per esposizione ambientale dovrebbero essere consigliati dal medico per stabilire un appropriato programma di diagnosi precoce. Qui entrano in gioco anche i recenti studi sul DNA per scoprire una propensione genetica ad alcuni tipi di cancro.”
Nella sua pubblicazione scrive di virus oncogeni, potrebbe approfondire? -taglio2- “Negli anni le indagini epidemiologiche e ricerche di laboratorio hanno permesso di identificare numerosi virus quali causa di tumori. Intanto i virus epatitici (epatite B e C) in particolare per il carcinoma epatocellulare. Complessivamente oltre il 50% di tutti i tumori del fegato nel mondo sono attribuibili ad una infezione da epatite B, per la quale tra l’altro è disponibile un efficace vaccino che farebbe scomparire questi tumori. Solo in un anno si potrebbero prevenire almeno 300.000 casi di tumori del fegato per i quali la mortalità è quasi del 100%. Il virus dell’epatite C, oltre che nei tumori del fegato, è coinvolto anche nello sviluppo di alcuni linfomi maligni. C’è, poi, l’ Human Papilloma viruses (HPV); agenti virali che sono messi in correlazione con il carcinoma del collo dell’utero. L’ HPV è responsabile dell’ 80% dei carcinomi del collo dell’ utero che si verificano nei paesi industrializzati e nel 90% in quelli in via di sviluppo."
Ma se parliamo di Virus si può ipotizzare un vaccino…
“ Si, è possibile immunizzarsi contro il cancro del collo dell’ utero, un vaccino preparato contro il virus del papilloma mostra di funzionare ed è in commercio in USA dal 2006. Con le nostre ricerche, io e i miei collaboratori, siamo riusciti a isolare e purificare un antigene derivato da masse tumorali asportate chirurgicamente, che è stato denominato T.L.P. (Tumor Liberated Protein). Nei casi d’immunoterapia specifica attiva seguiti dopo dieci anni dalla cura si può annoverare una percentuale significativa, di sopravvivenza.”
La ricerca è quindi sulla buona strada per diminuire la percentuale di morte se non addirittura evitare che ci si ammali di cancro?
“Certamente, la ricerca è fondamentale ed è per questo che va sostenuta, in tutti i campi medici. In particolar modo le nuove scoperte, ricordiamo ad esempio la scoperta dei biomarcatori, cioè degli indicatori di un processo biologico associato alla crescita cellulare, che rappresenta una tappa fondamentale nella diagnostica tumorale. Bisogna rendersi conto che una cosa è parlare di tumore dimostrato, presente, e un’altra è parlare di un tumore che sta crescendo.”