La band milanese dei Fuoricentro, da sempre impegnata sul sociale, ha pubblicato un nuovo singolo dal titolo “Oggetto numero 7”. Ne parliamo con il frontman Maurizio Camuti
La musica non è solo intrattenimento, spensieratezza e divertimento, ma anche riflessione e mezzo per fare la differenza. È per questo che apprezziamo molto il lavoro che i Fuoricentro stanno facendo in questi anni. La band milanese, dopo aver trattato la parità uomo-donna in “Con un mazzo di rose”,-taglio- hanno pubblicato un nuovo singolo dal titolo “Oggetto numero 7” che mette al centro il doloroso tema degli allevamenti intensivi e dei laboratori di sperimentazione dove si applica la vivisezione, frutto di una visione miope e uomo-centrica del mondo. Ad accompagnare il singolo un videoclip di forte impatto, realizzato con il contributo di LAV, che ha messo a disposizione immagini video e per il suo impegno di sempre, in difesa degli animali. Ne abbiamo parlato con il frontman Maurizio Camuti. Come e quando nasce il singolo “Oggetto numero 7”? “Il singolo nasce svariato tempo fa, per esprimere l'esigenza e la necessità di comunicare la speranza che l'abuso che l'uomo protrae continuamente sul mondo animale possa prima o poi finire”. Cosa ci dici della collaborazione con LAV? “Una possibilità inaspettata quella fornita da Lav che, attraverso l'utilizzo delle immagini presenti nel videoclip, ci ha aiutato a comunicare visivamente quanto si è voluto raccontare anche con la musica e le parole”. Che feedback ha avuto il vostro pezzo? Quanto pensi sia importante sensibilizzare su questa tematica? “Spero che sia servito a sensibilizzare anche una sola persona in più. È una lunga e dura battaglia, ma credo fermamente che un po' alla volta e con grande costanza si possa riuscire a cambiare approccio e visione del mondo animale, compresa la sperimentazione oggi possibile anche attraverso metodi alternativi”.-taglio2- Pensi che oggi le persone stiano pian piano cambiando stile di vita, avvicinandosi ad uno più green o c’è ancora tanto da fare? “La strada è di sicuro ancora molto lunga, ma forse più corta rispetto ad una decina di anni fa. Credo che anche i social ed internet stiano contribuendo parecchio a velocizzare la sensibilizzazione in atto. Le nuove generazioni di sicuro hanno una consapevolezza maggiore e chiara circa i rischi in atto e la necessità di un cambio netto di stile di vita, anche e soprattutto per rispettare tutto ciò che ci circonda. Siamo solo degli ospiti di passaggio e come tali dovremmo comportarci: attraversando la vita del rispetto di tutto ciò che ci circonda”. Invece quanto c’è ancora da fare per avere la totale parità uomo-donna. Un tema affrontato nel vostro singolo precedente “Con un mazzo di rose”? “Tantissimo. Una strada lunga molto lunga, ma imboccata. Sono ottimista e confido nell'intelligenza, nella preparazione, nella forza e nella caparbietà delle donne amiche e confidenti”. Prossimi progetti? “Sorpresa! Di sicuro continueremo ad usare la musica per affrontare temi sociali legati a ciò che ci circonda e magari non ci piace. Avrete presto nostre notizie!”