Carmelo Siracusa racconta i suoi progetti ed il suo ultimo singolo: un lavoro che unisce i suoni moderni con quelli della musica classica
Carmelo Siracusa è un bassista e contrabbassista italiano, che inizia il suo percorso nel mondo della musica da giovanissimo, infatti, a soli 12 anni si innamora delle note e soprattutto del basso elettrico, e così dopo qualche anno inizia a studiare con Massimo Moriconi prima e successivamente completa il suo percorso didattico presso la Percento Musica di Roma. Dopo i primi anni da studente, per Carmelo Siracusa iniziano anche numerosi clinics e collaborazioni importanti con musicisti del calibro di Alain Caron, Marcus Miller, John Patitucci, Marco Siniscalco, Dario Deidda, Danilo Rea, F. Rocco Prestia, solo per citarne alcuni. Successivamente si perfeziona con i Corsi per Arrangiamento di musica Moderna tenuti da Stefano Fresi, inizia a studiare il contrabbasso e consegue presso il conservatorio Corelli il diploma accademico di primo e secondo livello. Completa, infine, il suo percorso di studi laureandosi in composizione per didattica, master di II livello in musica elettronica, master di II livello in psicologia e sociologia dell’arte. Insomma, Carmelo Siracusa sa davvero cos’è la musica e l’ha dimostrato collaborando anche con la televisione ed esibendosi con Ligabue, Grignani, i Gemelli Diversi, MaxGazzè. Dal 2004 inizia la sua avventura come bassista della band siciliana Sugarfree, con i quali ha ottenuto nel corso di questi anni 3 dischi d’oro e 1 di platino. Nel 2006 Siracusa viene considerato il migliore bassista pop/rock italiano dalla rivista Rolling Stone e nel 2011 riceve il premio Mia Martini come autore e compositore. Oggi, lo ritroviamo alle prese con tantissimi progetti, tra cui il suo nuovo singolo “È come senti, non come pensi”.-taglio-
Partiamo subito dal nuovo singolo “È come senti non come pensi”, ispirato ad un celebre concerto di musica classica del ‘700, a cosa si deve questa scelta?
“Come prima cosa ci tengo a dire che sono davvero molto contento della risposta da parte del pubblico, il quale ha apprezzato anche la parte testuale del brano. Quest’ultima, infatti, l’ho curata molto meticolosamente perché ci tenevo a far comprendere in maniera chiara il messaggio della traccia. La scelta musicale, invece, è ricaduta su un brano del ‘700 perché mi ricordava una danza, ovvero la massima espressione corporea dell’anima. Quindi ricordando Carl Ditters von Dittersdorf ho voluto ri-arrangiare il brano, per curare qualcosa di più particolare e meno sentito; sarebbe stato più facile confrontarsi con Mozart. Invece, grazie anche al repertorio che ho studiato, ho scoperto il grande fascino che hanno gli artisti sconosciuti.”
A proposito di questo, la musica classica accompagna tutta la tua vita. Come riesci a trovare il giusto equilibrio tra i suoni più moderni e sperimentali con quelli di uno strumento come il contrabbasso?
“Io amo giocare con la musica, infatti non seguo schemi predefiniti; inizio a suonare e se mi trasmette un emozione sincera quello che produco, allora in quel momento sta funzionando e l’equilibrio si crea naturalmente. Nel caso del singolo volevo modernizzare e non è stato semplice portare una danza del ‘700 in un piano moderno, però il risultato mi soddisfa molto.”
Molto importante è il concetto di “Tempo”, cosa rappresenta per te?
“Il tempo è oggi, è quello che stai facendo in questo momento. Personalmente vivo il presente; ho imparato attraverso degli approfondimenti, che partono anche dagli studi classici che ho fatto, di Seneca, Platone, che al giorno d’oggi non si vive più il presente: ognuno di noi ha un’ansia per il futuro incredibile e delle paure che provengono dal passato. Il concetto di tempo è quello che viene descritto dai nuovi filosofi come ‘qui e ora’: è il tempo giusto quello che si vive nel presente senza desiderare altro!”
Nel tuo lavoro è presente anche una “critica” sociale, dici che ormai le persone non sanno più parlarsi di persona, non parlano… secondo te è risolvibile questa condizione? Se sì, come?
“È risolvibile, ma ognuno ci deve mettere il proprio! È necessario fare un lavoro su sé stessi. -taglio2-Purtroppo il canale comunicativo è decisamente alterato, cioè molte persone vivono emozioni attraverso i like che ricevono, oppure vivono un giorno in ansia mentre attendono i cuoricini sotto ad una foto o un post. È quindi una situazione deviata nella comunicazione in ambito lavorativo, delle relazioni, non si parla più di persona perché siamo presi da altro, dal virtuale. Invece di aprire il cuore, lo si chiude. Io penso che se una persona intraprende dei rapporti soltanto con la mente, sede dei principi e processi pratici, non ne coglie il vero. Al contrario, il cuore ci fa sentire, ci fa emozionare. C’è bisogno di più spontaneità.”
Dal 2001 a oggi svolgi un’intensa attività didattica presso numerose scuole del circuito Nazionale ed è responsabile didattico della classe di Basso e Contrabbasso, cosa ti preme trasmettere ai tuoi allievi?
“A parte il processo meccanico, cerco sempre di far capire ai miei ragazzi una cosa fondamentale: la musica non è solo avere successo. Molti ormai ‘usano’ la musica per arrivare al talent di turno, alla tv, e quindi mettono in secondo piano l’emozione che trasmette la musica stessa. Io cerco di far cambiare rotta: la musica è una passione, se poi arriva il successo, i dischi d’oro okay, altrimenti arriverà qualcos’altro, ma senza passione diventa tutto meccanico. Bisogna sentirsi gratificati e soprattutto felici.”
Attualmente sei impegnato nella produzione e realizzazione del progetto musicale Camera a Sud, di cosa si tratta?
“Il progetto è legato a mia madre e mio padre, o meglio, a quando i miei genitori mi tenevano in braccio e mi cantavano le canzoni degli anni ’30. Ho avuto sempre questo bellissimo ricordo di mia madre che mi sorrideva e cantava queste canzoni, e così mi è venuta l’idea di creare un progetto nel quale fosse possibile rivivere quei momenti e trasmettere anche ad altri l’emozione positiva che era insita in quei brani. Le canzoni di quegli anni erano molto spensierate nei testi, profonde però positive, dettate anche dal momento storico culturale che il Paese stava vivendo. È un repertorio che conoscono tutti e che è in grado di unire diverse generazioni.”
Quali i tuoi prossimi impegni?
“Adesso sono impegnato discograficamente con la realizzazione di un altro brano, una cover di Tom Waits, che considero un grande cantautore. Poi, con camera sud stiamo realizzando un nuovo singolo e contemporaneamente con gli Sugarfree stiamo lavorando ad un nuovo singolo.”