Interessante e appassionato il disco d’esordio di Nicola Russo, un album che fotografa l’universo giovanile
“Error 404 Heart Not Found” è il “debut album” fresco di pubblicazione di Nicola Russo, giovane cantautore partenopeo che pubblica con l’etichetta ELIOS Recording. Disponibile su tutte le piattaforme digitali, il cd si avvale del missaggio e del mastering di Carlo Gentiletti, uno dei migliori tecnici del suono, che ha curato lavori di Daniele Sepe,-taglio- 24 Grana, Neri per Caso e altri celebri musicisti. “Error 404 Heart Not Found” è dedicato ad una generazione ritenuta, a torto, superficiale, iperconsumista, materialista. I tredici brani dell’album sono prodotti e arrangiati dallo stesso Russo, cantante e polistrumentista. Il singolo “Narghilé”, che spopola su YouTube, è una fresca, sincera storia di un ragazzo nel quale riconoscersi, un giovane con le sue speranze di futuro, con la noia e gli amori sfuggenti, con dinanzi un bivio e il non volere scegliere alcuna strada. E magari è più bello rimanere sulla spiaggia insieme, fino ad essere baciati dall’alba. Una piccola emozione in punta di chitarra, come le altre canzoni dell’album, un gradevole intreccio di sonorità pop, indie e richiami alla trap. Il racconto di frammenti di vita, di emozioni, si accende con “Non so che mi aspetta” (“non so dove corro scusa se vado di fretta… viviamo di abbandoni mentre il tempo non aspetta”), con “Sogni in grande”, tanti flash di vita quotidiana: fumo, professori, le serate con i “bro”, per chi ci sta ancora credendo, come racconta “Sere Wild”, che lascia intatta la speranza di volare. Un album gradevole, diretto, dal linguaggio che arriva ai più giovani e non solo, con le giuste sonorità e momenti di spiazzante poesia. Ai lettori di Albatros Nicola Russo racconta il nuovo album. Come nasce “Error 404 Heart Not Found”? “Ho iniziato a scrivere affidando alla musica i miei pensieri: è così che nasce “Error 404 Heart Not Found”, un album profondo ma allo stesso tempo ironico, che mette a nudo le sensazioni e gli stati d’animo che, spesso, soprattutto noi giovani, tendiamo a nascondere. È il mio primo album in italiano, il primo ufficiale, realizzato con un’etichetta e non più autoprodotto, in circa un anno e mezzo di lavoro tra produzione, arrangiamenti, scrittura, stesura dei testi e tutte le altre fasi di lavorazione. L’obiettivo è quello di raccontare il mondo delle generazioni di oggi sotto un aspetto più sentimentale ed emotivo anziché materialistico e pragmatico cui si fa riferimento nelle canzoni ascoltate oggi dai giovani. Possiamo trovare nuovi stimoli e nuove sensazioni non in rete, ma all’interno di noi stessi”. Quando nasce la passione per la musica? “Nasco come musicista; ho iniziato a suonare la chitarra all’età di otto anni e alcuni anni dopo ho cominciato anche a cantare.-taglio2- La mia grande passione per la musica l’ho ereditata dai miei genitori e, in particolare, da mio nonno che ha contribuito a sviluppare la mia cultura musicale. Ho scritto i miei primi pezzi sei anni fa, a sedici anni. Questo album è frutto di un processo di maturazione artistica avvenuto negli anni. All’inizio raccontavo altre cose e, soprattutto, scrivevo in inglese. In quest’album sono una specie di narratore perché parlo di vicende in terza persona, osservando dall’esterno - un album fatto di storytelling. Parlo di relazioni amorose finite, mai iniziate, di vita quotidiana, di sentimenti, di argomenti comuni tra i giovani di oggi: per esempio, faccio riferimento a marchi di abbigliamento che interessano i ragazzi di oggi, ma anche al fumo, alle droghe, al vizio dell’alcool, ai tanti problemi che affliggono l’attuale generazione. Nonostante ciò, il disco principalmente è incentrato sull’aspetto sentimentale, sull’amore”. Quali sono i tuoi prossimi progetti? Anche il mondo della musica si ferma con la pandemia: quale futuro è possibile? “Adesso sto lavorando ad altri brani che usciranno come singoli, non come album o ep. Un brano dell’album “Error 404 Heart Not Found”, che si intitola “Sere Wild”, l’ho scritto durante il lockdown e quindi fa riferimento alla quarantena che non ci aspettavamo, alla libertà che ci è stata strappata via all’improvviso. Il mio pensiero è che adesso il mondo si è fermato, e quindi anche il mondo della musica, il live, i concerti, gli spettacoli, che sono fondamentali sia per gli artisti che per gli addetti ai lavori: i tecnici del suono, tecnici luci, tutti i tecnici del settore, che ne hanno risentito dal punto di vista economico. Però credo anche che la produzione musicale, con la possibilità di lavorare in studio, anche a distanza, sia comunque un lavoro che non debba mai smettere, anche se il mondo ha subito questa sorta di blocco. È anche un periodo che può giovare agli artisti che possono trarre ispirazione da questa situazione del tutto nuova e anormale, soprattutto a noi giovani che non abbiamo mai vissuto un periodo come questo”.