È il capitano della nazionale azzurra, nella sua carriera ha vinto già tanto, ma la calciatrice triestina è pronta a fare il “colpaccio” anche in ambito internazionale
Sara Gama. È questo il nome che sta cambiando il mondo del calcio italiano. Nata a Trieste nel 1989, Sara è difensore della Juventus e capitano della nostra nazionale. Ha iniziato a giocare molto presto a calcio, ma come lei spesso ha sottolineato: non avrebbe mai immaginato di riuscire a diventare un’atleta professionista.-taglio- Nella sua carriera vanta già un campionato di serie A vinto con il Brescia nella stagione sportiva 2015-2016, una Coppa Italia e due Supercoppe italiane consecutive nello stesso anno, mentre con la Juventus ha vinto altri cinque scudetti consecutivi - dal 2017-2018 al 2021-2022 ndr. - due Coppe Italia e tre Supercoppe italiane consecutive. Insomma, se non vi fosse chiaro Sara Gama è una vincente dentro e fuori dal campo essendo vicepresidente AIC dal 2020. All’apparenza può sembrare una persona timida, ma le basta poco per far uscire fuori il suo bel carattere! Una ragazza con le idee molto chiare e che in questa intervista ci racconta dell’importanza degli sportivi nel contesto socio-culturale. Sara, sappiamo che sei impegnata con le partite per le qualificazioni dei prossimi Mondiali, come sta andando? “Bene dai, il programma delle partite è molto fitto però stiamo affrontando tutte le partite con il giusto spirito di squadra e la giusta carica. La Nazionale sta crescendo competizione dopo competizione e non posso che dirmi felice di essere capitano di una realtà come questa!” A proposito di questo, cosa ha significato essere scelta come capitano della Nazionale italiana? “Non puoi immaginare l’emozione! Essere il capitano di una squadra significa ricevere la fiducia sia da parte dello staff allenatori sia da parte delle mie compagne di squadra. Allo stesso tempo significa anche avere delle ‘responsabilità’ in quanto un capitano è colei che trascina la squadra specialmente nelle situazioni più complicate, colei che si fa portavoce e che deve essere in grado di avere un legame con ogni componente della rosa.” A proposito di relazioni tra compagne di squadra, ti è mai capitato di avere qualche antipatia? E se sì, come l’hai gestita?-taglio2- “Una sola? – ride ndr. – Purtroppo nei contesti squadra, che sia in ambito sportivo o lavorativo, non si sceglie con chi condividere il proprio tempo e la propria professionalità. Di conseguenza è quindi necessario riuscire a trovare una sorta di equilibrio, o meglio, magari è palese che ci sia poca sintonia ma la differenza sta nel focalizzarsi su quello che si ha in comune: in questo caso il calcio e la voglia di vincere.” Dal 2020 sei la prima donna ad essere stata nominata vicepresidente dell’Aic, quali sono gli obiettivi dell’associazione per questo 2023? “Di sicuro continueremo con l’attività di promozione specialmente per il calcio femminile in Italia; inoltre le questioni da affrontare sono sempre tante, personalmente continuerò a battermi per i diritti dei calciatori che, a differenza di quanto si possa immaginare, si trovano ad affrontare delle situazioni non proprio semplici e nelle quali non sempre vengono tutelati. Sono orgogliosa di essere stata scelta per il ruolo di vicepresidente e sono consapevole di quanta risonanza possa avere l’operatività dell’Associazione.” Come vivi “l’essere famosa” e soprattutto ti sei mai sentita sotto pressione? “Beh, famosa famosa non sono! – ride ndr. – però posso dire che prendo molto sul serio il fatto di poter essere veicolo di messaggi specialmente per le nuove generazioni. Noi sportivi siamo degli esempi, quindi è normale dover prestare attenzione a quello che diciamo e che facciamo dentro e fuori dal campo. Per fortuna non ho mai avvertito la pressione dell’avere una grande visibilità, forse mi è capitato di pensare ‘forse questa cosa era meglio dirla in un altro modo’ però poi credo che essere se stessi è sempre la cosa migliore, siamo essere umani quindi male che vada abbiamo la possibilità di chiedere scusa qualora fosse necessario!” Sara non ci resta che farti un in bocca al lupo per le qualificazioni mondiali e per il campionato… “Crepi il lupo!”