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Sotto rete

di Maria Paola Di Palma

Numero 237 - Febbraio 2023

È uno dei giocatori più forti del panorama pallavolistico mondiale, noi abbiamo la fortuna di vederlo giocare in Italia e soprattutto di poter scambiare quattro chiacchiere con lui


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È dal 2018 che il Campionato italiano di PALLAVOLO maschile ha l’onore di avere tra i suoi protagonisti Wilfredo León, giocatore classe 1993, che veste la maglia della Sir Safety Perugia ed è considerato uno dei giocatori più forti al mondo. Basti pensare che solo con la franchigia italiana ha vinto due Coppe Italia, -taglio- tre Supercoppe italiane e il campionato mondiale per club 2022, ottenendo, in quest'ultima competizione, anche il premio come miglior schiacciatore. Attualmente la sua squadra è prima in classifica con un distacco significativo dalla seconda, e León è certamente uno dei perni fondamentali di questa incredibile riuscita. Quella dell’atleta cubano, naturalizzato polacco nel 2019, è la storia di un predestinato… eh sì, inizia a giocare a pallavolo all'età di sette anni, apprendendo le basi del gioco sotto la guida di sua madre, Alina Rosario, che divenne il suo primo allenatore. Nel 2008 a Düsseldorf, all'età di 14 anni tenne la sua prima partita ufficiale con la nazionale cubana e nello stesso anno ha giocato la sua prima partita di World League, contro la nazionale russa. Nel 2009, in particolare nel giorno del suo sedicesimo compleanno, León gioca la prima partita del campionato mondiale Under-21 in India, come il più giovane giocatore del torneo, concludendo con la medaglia d'argento, alle spalle del Brasile. La grande svolta è nel 2010 quando inizia a giocare con la Nazionale cubana, quella “vera”, e nel 2011, a seguito dell'esclusione di Robertlandy Simón dal roster, diventa il più giovane capitano della storia della World League, a soli 17 anni. Negli anni successivi l’amore l’ha portato verso l’Europa e dopo aver sposato Malgorzata, Wilfredo ha ricevuto la doppia cittadinanza (cubano-polacca ndr.) decidendo di giocare tra le fila della nazionale bianco rossa. Noi di Albatros l’abbiamo incontrato in esclusiva. Wilfredo partiamo subito dal primo posto in classifica della Sir, sembra che la stagione sportiva stia andando molto bene… “Direi di sì, anche se non amo festeggiare prima che ci sia ‘ufficialità’. Posso dire che quest’anno il gruppo, grazie anche all’arrivo di nuovi ed importanti giocatori, sta facendo un lavoro di crescita magnifico: di conseguenza è meritata la posizione che occupiamo attualmente. Noi, però, andiamo avanti per la nostra strada lavorando sodo un allenamento dopo l’altro ed affrontando ogni partita come se fosse decisiva.”-taglio2- Sei da molti anni in Italia, in particolare a Perugia, hai avuto difficoltà all’inizio del tuo percorso nel Belpaese? “Assolutamente no! Voi italiani siete un po' come noi cubani: solari, accoglienti e sempre disponibili. C’è da dire che non ero mai stato in Italia prima del 2018 quindi vivevo questo trasferimento con un’emozione incredibile, e le mie aspettative sono state super soddisfatte. Qui a Perugia posso dire di aver trovato una famiglia, mi hanno accolto tutti con un grande calore e la cosa di cui sono stato felice e che tutti sono andati oltre le apparenze.” In che senso? “Eh – ride ndr. – da sempre mi ritrovo persone che mi dicono che a primo impatto do la sensazione di uno che sta un po' sulle sue, che pensa di essere chissà chi… non è proprio così: semplicemente sono timido! Quindi ci metto un po' per aprirmi del tutto con persone che non conosco: a Perugia, invece, come ti dicevo prima nessuno si è fatto influenzare dall’apparenza. In quel momento ho capito che ero nel posto giusto!” Dal 2019 sei stato naturalizzato polacco ed hai deciso di gareggiare nella nazionale della Polonia, cosa ha significato per te? “È stato un momento particolare della mia vita e del mio percorso sportivo; però questa scelta non ha fatto altro che rendere ancora più concreta la mia scelta di vita ovvero: mettere la vita privata allo stesso livello di quella professionale. Prendere una decisione simile sarebbe stato possibile anche restando nella nazionale cubana, ma avrebbe significato una serie di sacrifici che arrivato a questo punto della mia carriera non ha più senso fare. Con la nazionale mi trovo benissimo, e ormai è la mia seconda casa, per me è un onore giocare per loro e con loro, spero di raggiungere obiettivi importanti anche con questa maglia.”





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