Bello il nuovo disco del collettivo formato da studenti del conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, diretto da Pino Jodice
“Flying over the clouds” (Abeat Records) è il nuovo straordinario disco della Verdi Jazz Orchestra, organico composto dai migliori talenti italiani del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Il disco è il risultato del lavoro capitanato dal Maestro Pino Jodice e il supporto compositivo ed esecutivo di brillanti artisti. -taglio- La dimensione di grande organico, oggi sempre più rara, è magistralmente documentata da questa registrazione di superiore valore artistico. Una vera impresa di questi tempi, grazie anche al contributo di Mibact e Siae. Splendide composizioni, cura negli arrangiamenti, sound potente e suggestivo come solo un grande ensemble può regalare. Il tutto con la presenza del superospite Emanuele Cisi ai sax, uno dei più grandi interpreti dello strumento a livello internazionale e portacolori italiano nel mondo. Ne parliamo proprio col Maestro Jodice, in esclusiva per Albatros. Cominciamo ovviamente da “Flying over the clouds”, che riscontri state ottenendo? “Beh è appena uscito, credo che questa domanda debba essere fatta al produttore che ha sicuramente un maggiore feedback. Sicuramente chi lo ascolta ne resta piacevolmente colpito. I riscontri li vedremo tra poco quando cominceremo a portarlo nei live.” Ci ha incuriositi il titolo. Cosa significa nello specifico? “Si dice che i compositori hanno sempre la testa tra le nuvole, nel migliore dei casi le gente ci associa alla pazzia… bene, questo disco invita il pubblico a vedere il mondo come lo vediamo noi più spesso dall’alto, spesso isolati dal nostro corpo ad osservarne i comportamenti e a volte a scappare tra le nuvole per evitare di vedere gli orrori di questa terra spesso maltrattata. Insomma “un metro sopra le nuvole” si sta meglio...” In sintesi: come descriveresti questi brani e il lavoro creativo che li ha visti nascere? “Ho chiesto ai giovani compositori, ex miei allievi e ormai navigati professionisti e vincitori di concorsi internazionali. Per questo disco ho chiesto loro un concept per ispirarsi a scrivere considerando l’ospite Emanuele Cisi al sax tenore come solista e sono uscite fuori delle composizioni bellissime e di grande ispirazione.”-taglio2- Dalla tua alta formazione didattica e culturale, e da docente, come ti senti in questi tempi dominati dalla superficialità musicale? “Direi che oggi il livello dei giovani musicisti è praticamente più alto rispetto a quelli della mia generazione. I ragazzi oggi hanno molti più strumenti (soprattutto digitali) a disposizione e sanno perfettamente se stai dicendo delle cose giuste oppure no. Con loro non si può bluffare. Se sai, bene, se non sai se ne accorgono subito e ti abbandonano. Se riesci ad avere uno scambio importante con loro ricevi come ricambio il doppio di ciò che tu hai donato loro. Ho molta fiducia nei giovani che studiano in Conservatorio oggi, hanno le idee molto chiare su ciò che vogliono ottenere e tu non devi fare altro che essere una guida sincera, ma devi avere la conoscenza e saper dare a loro gli strumenti adatti per una crescita artistica e professionale, nonché umana. Loro non ti chiedono altro.” Oltre al jazz, quali sono i tuoi ascolti? "I miei ascolti, per ragioni professionali e per passione, sono di ampio respiro. Io amo tutta la Musica bella e ho suonato tutti i generi, la mia formazione è classica ed è poi sfociata nel jazz per scelta. Avendo suonato svariati generi musicali tra pop, etnica, world, jazz, classico, ho suonato tanti anni con Eugenio Bennato, scritto per Edoardo Bennato, suonato con Fiorella Mannoia, Mario Biondi, Lucio Dalla, Mina, Ennio Morricone e tanti altri, oltre ovviamente a jazzisti di fama internazionale. Mi piace moltissimo Bjork, Jimi Hendrix, e tanto altro…” Se dovessi spiegare ad un giovane cosa significa suonare in orchestra, cosa diresti? “L’orchestra permette a tutti gli strumentisti di fare una esperienza di grande valore facendo accrescere molto il loro profilo artistico e professionale. Suonare in orchestra non solo permette di migliorare la lettura, la sintesi nelle improvvisazioni, ma rappresenta un modello importante di socializzazione in cui molti elementi insieme si concentrano per un obiettivo comune che è quello di fare della Musica bella, complessa e potente abbandonando il proprio ego e abbracciando la collettività. Per suonare in orchestra devi prima di tutto saper ascoltare ed essere disposto a mettere da parte ogni forma di protagonismo.”