Will, giovane artista poliedrico, ha esordito a Sanremo 2023 con la sua “Stupido”, registrando tantissimi consensi di pubblico e critica, oltre agli applausi dell’Ariston
Faccia pulita da bravo ragazzo, voce nitida e animo diretto. Questo è Will, giovane artista emergente che ha portato tutto se stesso, la bellezza, la complessità e la dolcezza del suo essere e della sua musica sul palco dell’Ariston. È considerato una delle penne più originali, fresche e carismatiche della nuova scena pop urban contemporanea. Il suo essere sincero si rispecchia nella dimensione della sua musica che diventa racconto autentico di una realtà spontanea e disarmante. -taglio- Noi di Albatros Magazine lo avevamo incontrato solo qualche mese fa, all’alba del suo primo Ep, lo abbiamo ritrovato a Sanremo ed è stata una bella sorpresa. Ed oggi Will è pronto a regalarci il suo primo album ufficiale “Manchester” uscito il 10 Febbraio. L’album si compone di 16 brani e include anche successi come “Estate” già certificato disco di platino, “Anno Luce”, “Domani che fai?” che hanno complessivamente superato 100 milioni di stream. Nel disco anche “Le cose più importanti”, brano di Sanremo giovani” e “Stupido”, canzone in gara al Festival di Sanremo 2023. Noi lo abbiamo incontrato all’indomani della più grande kermesse italiana per parlare delle sue emozioni e dei suoi progetti futuri. Ti saresti mai aspettato di arrivare tra i primi posti a Sanremo Giovani e di essere catapultato così di punto in bianco sul palco dell’Ariston? “Essere già arrivato a Sanremo Giovani era già un gran traguardo, anche abbastanza inaspettato. È stato difficile realizzare a cosa andavo incontro, c’è stata una grande mole di lavoro da affrontare e sono stato travolto da una marea di emozioni. È stato tutto indescrivibile. Ho cercato di arrivare lì il più pronto possibile dal punto di vista musicale, ho fatto sicuramente del mio meglio. Ho cercato di rispettare la storia musicale di questo palco incredibile pur non avendo tanta esperienza.” La tua canzone è stata molto apprezzata. Come nasce e cosa hai voluto raccontare e trasmettere con questo pezzo? “Stupido è nata nell’ultimo periodo delle restrizioni che stavamo vivendo a causa del Covid. Mi è arrivato questo provino di questo ritornello ed ascoltandolo mi sono reso conto che era una cosa diversa da quello che ero abituato a cantare di solito. Una canzone un po' più matura per me. C’ho lavorato un sacco, non è venuta di pancia ma è stata un po' più pensata. Non volevo sembrasse un pezzo da “giovani”, volevo fosse un brano d’amore e per tutti. Ho mandato il provino al mio discografico ed è piaciuto anche a lui. Proprio per la sua diversità e complessità abbiamo deciso di accantonarlo, più che altro perché non eravamo pronti ad un brano del genere. Quando abbiamo capito che eravamo vicini a Sanremo lo abbiamo tirato fuori perché quello era il momento giusto e l’occasione giusta per quella canzone.” Qual è il tuo processo creativo, come vengono fuori le tue canzoni? “Il mio processo creativo è abbastanza intuitivo in realtà. Ci sono volte che scrivo solo frasi e concetti che salvo sul telefono che poi vado a ripescare in sessione, quando la strumentale è già avviata. Poi ci sono volte che parto proprio dal suono e completando poi il pezzo con le parole. Scrivo quasi sempre da solo, a volte con qualche altro autore, ma mi piace metterci sempre del mio. Da lì poi cerco solo di perfezionare quello che ho fatto. Devo dire che scrivo davvero tanto e per questo che molte cose tendo ad accantonarle e poi ripescarle, così come è successo con Stupido, ed altre ancora che faccio uscire subito, anche solo dopo due mesi.” -taglio2- “Stupido” in un certo senso vuole essere anche uno slogan. A tutti è capitato almeno una volta nella vita di sentirsi così. E tu ti sei mai sentito stupido almeno una volta? “Stupido parla proprio di quanto a volte ci sente proprio così in amore. Io di stupidaggini ne ho fatte parecchie, molte non potrei neanche raccontarle forse. In realtà un episodio significativo c’è. Ricordo che per amore mi sono messo in macchina alle cinque del mattino per raggiungere quella che allora era la mia fidanzata, con la speranza di recuperare il nostro rapporto. Mi sono addormentato sotto casa sua. Quella sì è stata una stupidaggine che ho fatto ma che poi alla fine è servita a recuperare quel rapporto. Anche se non in maniera definitiva.” Le tue origini sono un misto di culture. Tua mamma è di origini anglosassoni e tuo padre italiano. Quanto ha influito tutto questo sulla tua preparazione musicale? “Io devo ringraziare i miei genitori che sono molto diversi, agli opposti direi. Dal punto di vista musicale mi hanno dato, anche lì diverse radici. Sono cresciuto con i Beatles, con i Queen, gli Oasis, ma anche con Zucchero, Dalla, De André. Io mi colloco in mezzo, rispecchiando quello che è il pop di oggi. Scrivo dei bei concetti con delle sonorità diverse da quelle che erano quelle di una volta guardando al futuro però.” Quanto hai sentito il peso della competizione e che rapporto hai avuto con gli artisti in gara? “Io provengo dal mondo dello sport, ho giocato per molti anni a calcio a livello professionale e quindi sì ho sentito un po' il peso della competizione. Ma Sanremo e la musica non sono solo questo, è significato anche pensare al mio di viaggio senza pensare alla classifica e agli altri artisti. È stata sicuramente una gara, bella per quanto tale ma non mi sono mai sentito nella posizione giusta per poter davvero pretendere dalla classifica stessa. È stato per me un traguardo essere già lì. Molti artisti li conoscono, specialmente i giovani, è stato un onore conoscere i big, ma credo che alla fine ci siamo trovati tutti nella stessa barca.” C’è anche un tour da annunciare. Le prime date saranno a maggio. Cosa stai progettando per questa esperienza? “Con il tour precedente, ho capito quando la dimensione live sia importante nella musica. Ora so che quella cosa lì è il vero passaggio che ti rende un artista vero. Vedere la gente che canta, sentire il loro affetto è tutta un’altra cosa dal vedere numeri sul telefono. Abbiamo preparato uno spettacolo live che per me era impensabile. Spero di arrivarci con un po' esperienza in più, quella che ho accumulato appunto al Festival. Sono sicuro che sarà un’esperienza incredibile. È l’unico momento in cui mi sento davvero artista e cioè quando sono sul palco quando sento la gente e il loro calore.”