La Campionessa italiana di SCI continua a collezionare un successo dietro l’altro dimostrando che nella vita è possibile dar vita a cose eccezionali grazie alla passione e al sacrificio
Questa notizia è stata sulla bocca di tutti negli ultimi mesi: “Sofia Goggia decide di gareggiare con una mano rotta e vince”. Ebbene sì, sembrerà assurdo ma la giovane sciatrice proprio non voleva perdere la possibilità di vincere la Coppa del Mondo, e col senno di poi possiamo dire che ha fatto proprio bene poiché, nonostante sia stata operata solo il giorno prima della gara a Milano per una frattura scomposta, la campionessa è scesa in pista con il pettorale numero 9, una tra le tante, come fosse tutto normale. -taglio- Alla fine ha preceduto di 43 centesimi la slovena Ilka Stuhec conquistando la ventesima vittoria in Coppa del Mondo. Facciamo un passo indietro però. Per chi non la conoscesse – fatto alquanto strano – Sofia Goggia, classe 1992, è campionessa olimpica nella discesa libera a Pyeongchang 2018, vincitrice di tre Coppe del Mondo di discesa libera e di due medaglie mondiali; un palmarès niente male se si pensa che solo nel biennio 2013 – 2015 la sciatrice bergamasca è entrata stabilmente all’interno della squadra italiana. Fin dall’inizio era chiaro che questa ragazza avesse talento da vendere grazie anche alle sue caratteristiche fisiche e atletiche che le consentono di esprimersi ad alto livello in tutte le discipline dello sci alpino, con spiccata predisposizione per le discese libere. Detiene il record nazionale di podi in una singola stagione, 13 nel 2017, risultando peraltro la prima sciatrice italiana capace di ottenerne in quattro specialità. Noi di Albatros Magazine l’abbiamo incontrata per farci raccontare il segreto del suo incredibile successo. La prima domanda da fare è senza ombra di dubbio come stai? “Eh, considerando gli ultimi avvenimenti è comprensibile – ride ndr. Comunque bene, meglio sicuramente rispetto a qualche mese fa. Il mio ‘colpo di testa’ di gareggiare comunque a St Moritz ha avuto purtroppo anche delle conseguenze negative, infatti, ho poi dovuto subito stare a riposo forzato ed iniziare la riabilitazione. Per fortuna non si tratta di un infortunio eccessivamente invalidante per il mio sport, però comunque è necessario avere pazienza per essere certi di aver recuperato al massimo.” A proposito del “colpo di testa” cui hai accennato prima, cosa hai provato in quelle ore e quando hai capito che avresti voluto gareggiare? “Io sapevo che avrei gareggiato, solo che non avevo ancora capito in che modo! Non appena mi sono fatta male non posso negare che mi sono sentita un attimo spaesata, arrabbiata… sai, quando si vive di sport non è mai semplice doversi fermare per cause ‘di forza maggiore’ specialmente se hai dedicato mesi ad una gara in particolare. Devo dire, però, che tutto lo staff tecnico è subentrato all’istante come supporto psicologico principalmente e quando ho comunicato che avrei affrontato l’operazione a Miano e poi sarei ritornata a St Moritz per gareggiare nessuno ha battuto ciglio. Quando sono arrivata dal Medico ho detto ‘facciamo una cosa più veloce possibile’! Non sarò mai abbastanza grata a tutti per aver sostenuto questa pazzia, ma sapevo di potercela fare, mi sentivo pronta e non potevo farmi scappare un’occasione simile.” Hai fatto riferimento al fattore psicologico durante una competizione, in che modo ti prepari ad una discesa? “Il fattore mentale è fondamentale. Questo vale non solo per lo sci alpino, ma per qualsiasi disciplina. Senza una preparazione anche psicologica alla gara, tutti gli allenamenti fatti in precedenza diventano quasi inutili. -taglio2-Personalmente non è stato sempre così semplice nonostante io abbia un carattere abbastanza cinico e quindi difficilmente mi lascio trasportare dalle emozioni, ma ho capito col tempo che anche questa mia caratteristica aveva bisogno di essere smussata perché le mie gare migliori le ho vinte mettendoci il cuore e facendomi trasportare dall’adrenalina e dall’emozione del momento. Un atleta deve trovare un equilibrio e tutto parte da una profonda conoscenza anche del proprio corpo, ovvero sapere fino a dove mi posso spingere e quali sono i miei punti di forza e non. Nel momento in cui si trova la chiave per superare quelli che possono essere visti come limiti il gioco è fatto! Per la preparazione alla discesa ho vari riti scaramantici – ride ndr. – però in generale cerco di estraniarmi da quello che ho intorno ed inizio a focalizzarmi su di me e la pista da affrontare ripetendo mentalmente tutti i passaggi, quasi come se fosse una coreografia.” Quando sei fuori dalle piste ti dedichi molto alla sensibilizzazione sulla tematica ambientale… “Sì, purtroppo ci sono ancora molte persone che non riescono a rendersi conto di quanto la situazione attuale sia allarmante. Alcuni studi paragonano l’inquinamento globale a una vasca da bagno piena: il problema non è solo chiudere i rubinetti ma anche far defluire l’acqua. In questa stagione ho sperimentato un freddo mai sentito prima in Nord America, abbiamo passato settimane a -25 C°, cosa impensabile fino a qualche anno fa in quella parte del mondo e così se ci fermiamo un attimo a riflettere ognuno di noi ha notato qualche cambiamento. La differenza la fa chi però non si gira dall’altro lato; dobbiamo capire che siamo tutti responsabili ma devo ammettere che non condivido coloro che scelgono di protestare, per esempio, gettando vernice sulle opere d’arte: sono gesti inutili, inquinano ancora di più perché le opere poi vanno pulite con solventi e altre sostanze.” Ultima domanda: cosa ti aspetti da questo 2023? “Voglio cambiare la domanda… o meglio, ho una prospettiva più a lungo termine…” Perfetto, allora cosa ti aspetti dai prossimi anni? “Vincere tutto quello che posso: gare di Coppa del Mondo, coppe di specialità, medaglie mondiali e olimpiche. Provare a essere l’atleta che ancora non sono riuscita a essere! Mi sento determinata e finalmente ho raggiunto una maturità tale che mi permette di essere totalmente focalizzata sull’obiettivo, so che non sarà semplice ma come avete potuto capire, a me le cose semplici non piacciono quindi non vedo l’ora di mettermi in gioco e di competere con le più grandi sciatrici del momento e scrivere un’altra pagina di storia italiana dello sci alpino.”