Al via la 26esima stagione teatrale del Teatro Elicantropo alla ricerca del tragico ritrovato
Dopo l’anteprima dello scorso ottobre, il Teatro Elicantropo di Napoli vara la programmazione completa della 26esima stagione, che si snoda da febbraio a maggio 2022, orientata, come sempre, alla drammaturgia contemporanea, alla formazione e valorizzazione di giovani talenti artistici attraverso il Laboratorio Teatrale e il progetto di Perfezionamento Professionale riconosciuto dal Ministero. -taglio-Prosegue in questa stagione, dedicata a Gerardo D’Andrea e Massimo Staich, l’avviamento alla professione degli allievi più bravi del Laboratorio Teatrale, in collaborazione con la Compagnia di Teatro Elledieffe di Luca De Filippo e il Teatro Vascello La Fabbrica dell’Attore di Roma. Il direttore dell’Elicantropo, Carlo Cerciello, racconta le novità in programma ai lettori di albatrosmagazine. Lei dedica la 26esima stagione dell’Elicantropo alla ricerca del tragico ritrovato, filo conduttore di un ritorno alle origini che Testori definiva “l’inizio e la fine del teatro stesso”… Il suo teatro punta come sempre alla formazione e alla valorizzazione dei giovani… “Tragedia ritrovata: l’indagine comprende non soltanto quello che abbiamo vissuto; la riflessione più forte era quella dell’uomo alla finestra che lascia che tutto scorra, come facciamo con quelli alle frontiere. Il tragico è l’idea catartica dell’uomo che ritrova nelle tragedie umane una coscienza. Questo è il senso di opere che metterò in scena quest’anno. Ho trovato una formula che, spero, faccia comprendere agli spettatori in quali condizioni versiamo, “messaggi in bottiglia” per aprire le coscienze, con messaggi che provengono dal passato e da opere contemporanee. Si, la formazione è fondamentale e va sempre bene, nonostante la durissima interruzione totale del 2020-2021. Facciamo incontrare formazione e lavoro, come lo scorso anno in scena lo spettacolo “Audizioni”, presentato da Anonima Romanzi Teatro Elicantropo ed ElleDiEffe. Non è stato facile resistere. Anche quest’anno si sono iscritti molti giovani, una settantina. Il programma triennale è sempre una scommessa, speriamo di poter proseguire. L’Elicantropo è indipendente e si mantiene con la scuola.” La programmazione dell’Elicantropo inizia con spettacoli di giovani e premiate compagnie… “Dopo l’anteprima dello scorso ottobre e novembre con “Diari della guerra”, “Medea-Voci” e “Adolf prima di Hitler” abbiamo atteso e Teatro Pubblico Campano ha deciso di darci una mano nell’apertura sostenendoci. La programmazione ha preso il via il 3 febbraio con due giovani e premiate compagnie, a partire da DAF Teatro, vincitore del Premio InBox e altri riconoscimenti, con “Stay Hungry indagine di un affamato” di e con Angelo Campolo, un racconto potente sull’immigrazione che nasce dall’esperienza personale e dell’ascolto. Dal 10 al 13 febbraio La Fabbrica dell’Attore-Teatro Vascello ed Elledieffe, anche loro vincitori del Premio InBox e premiato alla Biennale di Venezia, presentano “It’s app to you” da un’idea di Leonardo Manzan, di e con Andrea Delfino, Paola Giannini, Leonardo Manzan, che ne firma anche la regia. Si tratta del primo videogioco a teatro, una realtà virtuale immersiva a 360°, sul rapporto complesso dell’uomo con la tecnologia. Poi arriverà, dal 17 al 20 febbraio, una compagnia siciliana, QA - Quasi Anonima Produzioni e Nutrimenti Terrestri che presenta una rivisitazione di “Riccardo III - -taglio2-suite d’un mariage”, con Michele Carvello, Giulia Messina, regia e drammaturgia di Auretta Sterrantino.” A marzo lei firma due regie per il dittico Peep Tragedy … “Da marzo andranno in scena gli spettacoli a cura di Teatro Elicantropo in collaborazione con Elledieffe che presenta il dittico “Peep Tragedy - il tragico dal buco della serratura”, due spettacoli al femminile con diciotto spettatori per sera che spieranno dal “buco della serratura”. Gli spettacoli sono realizzati nell’ambito del progetto triennale di Formazione, Perfezionamento Professionale e avviamento al lavoro, dedicato ad allievi ed ex allievi del Laboratorio Teatrale Permanente dell’Elicantropo. Si tratta di due spettacoli difficili: “Cassandra” di Christa Wolf, in scena dal 5 marzo al 3 aprile, ha richiesto una forte riduzione del testo; è con Cecilia Lupoli, del collettivo LunAzione. Il secondo spettacolo del dittico, in scena dal 13 aprile al 15 maggio, è “FaustIn and Out” di Elfriede Jelinek, con Marina Bellucci, Mariachiara Falcone, Michela Galise, Serena Mazzei. La Jelinek definisce FaustIn “Dramma secondario dell’UrFaust”, prendendo spunto dal gioco di Mefisto tra il maestro e Margherita, spunto per una riflessione sul fuori (il pubblico) e il dentro (lo scantinato). Il sottotitolo è infatti “Donne in versione scantinabile”. C’è la storia di Elisabeth Fritzl, rinchiusa nello scantinato, segregata dal suo stesso padre per ventiquattro anni e costretta a un rapporto incestuoso, che porterà alla nascita di sette figli, con la madre, complice, che vive di sopra. E c’è la storia del rapimento di una ragazza sedicenne e altre due storie di licenziamenti, con un’operaia che ruba un budino scaduto e l’altra che vive il dramma della chiusura della fabbrica nella quale lavora. La Jelinek denuncia le condizioni generali non solo della donna ma dello sfruttato, ed è ciò che oggi stiamo vivendo - il capitalismo non ha etica.” Sta girando un film ad Ostia, puoi dirci di più? “Il film al quale prendo parte si intitola “Il paradiso del pavone”, di Laura Bispuri, ed ha un cast eccellente: Dominique Sanda, Maya Sansa, Alba Rohrwacher, Fabrizio Ferracane, Leonardo Lidi, Maddalena Crippa. La storia è bella e mi ha subito appassionato il mio personaggio, Umberto: vivo una storia nella quale mia moglie Nena (Sanda) ed io abbiamo allargato il nostro rapporto, dopo quarant’anni di matrimonio. Io accetto che lei ami una donna, Lucia (Crippa) che viene a vivere in casa con noi insieme con sua figlia. È un lavoro sullo svuotamento dell’idea del possesso nell’amore, quello che si sperava potesse accadere negli anni ’70. Una domenica arrivano i nostri figli a casa per il compleanno di Nena e, alla fine, accettano la situazione. Mi piace molto, anche da un punto di vista ideologico.” I manoscritti del diluvio riaffermano la potenza salvifica della scrittura, della memoria… “La scrittura, la memoria ci salveranno? Si, è ciò che dico sempre ai giovani allievi. La vera ricerca è andare a ricordare il vecchio, anche per non ripetere gli stessi orrori! Oggi loro scoprono tesori culturali come Eduardo attraverso i film. Molti ragazzi non sanno niente della liberazione della donna, del confronto diverso dallo scontro. Speriamo che i messaggi in bottiglia scuotano le coscienze narcotizzate per indicarci un possibile cambiamento etico, sociale e politico.”