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Sensazioni in musica

di Gaetano Magliano

Numero 234 - Ottobre 2022

Importante riscontro di pubblico e critica per il disco d’esordio di Samuele Proto “Proiezioni”


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Primo album per Samuele Proto, cantautore fiorentino, che ha scelto il titolo “Proiezioni” per questo suo esordio nel mondo discografico. Anticipato dai singoli “Fuliggine”, “Fragili Rose” e “Atenei”, Proto continua il racconto di pensieri, sentimenti e stati d’animo racchiusi nel cambiamento, motore che alimenta il suo processo creativo, dando forma concreta alle sensazioni vissute.-taglio- L’album è caratterizzato da un sound specifico, ricercato in ogni brano con l’obiettivo di creare atmosfere uniche legate da un filo conduttore sonoro che attraversa i singoli brani. L’arrangiamento prende forma dal suono reale di numerosi strumenti quali: batteria acustica, chitarre, bassi, tastiere, fiati e archi. Come nasce “Proiezioni” e cosa ti ha ispirato maggiormente nella sua scrittura? “L’album nasce in seguito ad una grande delusione. Il 2019 per me ha rappresentato un anno di “grandi notizie”. In quel momento, con l’uscita del mio primo EP ho avuto modo di suonare in posti molto importanti, collaborare con realtà di rilievo e prendere contatti con aziende di rilievo del settore. È stato un momento di crescita. Purtroppo nel momento esatto della concretizzazione dei vari progetti la pandemia ha bloccato tutto. Ognuno di noi ha perso le proprie opportunità in quel periodo. Per fortuna i miei problemi sono finiti li, non hanno intaccato aspetti personali. Detto questo però nella mia testa è “partito questo treno”, ho iniziato a pensare che la cosa migliore per me sarebbe stata quella di chiudermi nella mia idea musicale, senza scendere a compromessi e soprattutto con l’obiettivo e la decisione di autoprodurmi le canzoni. Da li è nata la scrittura del disco. ‘Proiezioni’ rappresenta non solo il mio primo album ma anche una sorta di “liberazione” da tutti gli schemi mentali che si creano durante il processo di realizzazione dell’album. Ho avuto modo di produrre le canzoni, scegliere e lavorare a stretto contatto con musicisti e autori. Un’esperienza faticosa e complessa da fare autonomamente ma estremamente gratificante.” L’album nasce da un lungo lavoro di produzione, iniziato a febbraio 2020. Quanto e come è cambiato in questi due anni? “Il modo di lavorare è durato tanto soprattutto per via della mia attenzione al dettaglio. Autoprodursi significa anche pianificare nel dettaglio e organizzare il lavoro non solo dal punto di vista artistico. In prima battuta l’impresa è stata quella di trovare le persone giuste, spiegargli il progetto, motivarli. Mano mandole canzoni prendevano vita, riusciamo ad essere più efficaci e più affiatati. È stato quasi un lavoro fatto “in famiglia”. Alla fine di questo percorso è cambiato il mio modo di pensare alla musica ma è anche cambiato il mio modo di interfacciarmi con le persone. Ho fatto tante nuove conoscenze e amicizie. Persone legate da un unico obiettivo comune. Questo è ciò che ha cambiato tutto di più.”-taglio2- Tutte le canzoni sono state inizialmente scritte su chitarra. Che significato ha per te questo strumento e quanto influenza la scrittura delle canzoni? “La chitarra per me è tutto. Strumento principe di ogni canzone. La chitarra è melodica, ritmica, delicata e incalzante. Soprattutto trasportabile. Tutti questi elementi la rendono una compagna di avventure perfetta. Io nasco come chitarrista per cui l’influenza che ha su di me è fondamentale. Le mie canzoni nascono prima sullo strumento per poi passare alla melodia e al testo. Sono sicuro che questo sia l’elemento che caratterizza a monte poi la mia musica e le mie produzioni. C’è sempre un elemento ritmico che trasporta i pezzi, elemento ritmico che nasce dal principio proprio dalle caratteristiche di uno strumento come la chitarra.” Ogni brano è accompagnato da una rappresentazione grafica che insieme alla copertina simboleggiano l’evoluzione di nuove prospettive. Come nasce il progetto e perché la scelta di rappresentare delle formiche? “Ho conosciuto Giulia Gaia Rossi grazie ad amicizie in comune. L’idea principale era quella di unire elementi artistici al disco. Pian piano ci siamo resi conto di avere tante cose in comune. Ascoltiamo la stessa musica, guardiamo gli stessi film e via dicendo… L’amicizia che si è creata ci ha portato a costruire un progetto da zero. Pensate che ognuna di queste tavole rappresenta delle piccolissime formiche disegnate una ad una. A Mano. Un lavoro eccezionale che ha rappresentato per me un enorme senso di gratificazione per questa collaborazione. Un lavoro creativo e pieno di scambi creativi. Le formiche sono state scelte al principio proprio perché elemento caratterizzante dell’arte di Giulia Gaia. Una sua firma.” A quale traccia dell’album sei più affezionato? “Molto difficile rispondere a questa domanda. Ogni canzone ha avuto il suo percorso. La mia preferita forse però è “Fragili Rose”, non penso sia forse la più bella in assoluto ma sicuramente è una canzone che amo cantare e suonare dal vivo. É come se riuscisse a trasmettere nel migliore dei modi le energie positive che avevo in quel momento.”





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