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SELBY WYNN SCHWARTZ

di Maresa Galli

Numero 248 - Marzo 2024

“After Saffo” (“Le figlie di Saffo”, nella traduzione italiana), un libro manifesto su donne libere e indipendenti, ribelli, intellettuali


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Selby Wynn Schwartz ha pubblicato “After Saffo” (“Le figlie di Saffo”, nella traduzione italiana), un libro manifesto su donne libere e indipendenti, ribelli, intellettuali. -taglio- Tra i migliori libri del 2023 selezionati dal “New York Times Book Review”, dal “Guardian” e dall’ “Independent”, è stato pubblicato quest’anno da Garzanti. Attivista e autrice di numerosi articoli di critica letteraria, Selby Wynn Schwartz ha conseguito un dottorato in Letteratura comparata presso l’Università della California, Berkeley. Insegna scrittura alla Stanford University ed è autrice di articoli di critica letteraria. “Siamo Lina Poletti, Virginia Woolf, Natalie Barney, Romaine Brooks, Sarah Bernhardt, Isadora Duncan, Nancy Cunard, Gertrude Stein e Radclyffe Hall. Siamo qui a dirvi cosa vuol dire essere donna quando non hai una voce. Quando soffocano la tua voce. Siamo qui a dirvi che un futuro diverso è possibile. Siamo qui a dirvi che per viverlo bisogna lottare, ieri come oggi”. Le celebri donne raccontano la loro storia fatta di ribellione e di lotta per cambiare un destino scritto da altri. “La nostra prima iniziativa fu quella di cambiarci nome. Ci saremmo chiamate Saffo”, spiegano le eroine del romanzo. Saffo, la Decima Musa, per essere libere e indipendenti come la celebre poetessa che anticipò i tempi con il suo stile di vita. “Vogliamo essere attrici, scrittrici, attrici, o qualunque cosa scelgano i nostri sogni. Vogliamo avere speranze e infinite possibilità. Vogliamo essere e sentirci donne nel modo in cui piace a noi e a nessun altro”. Spesso ciò si rivela impossibile, costrette a subire il volere altrui, matrimoni, maternità, canoni estetici, lavoro sottodimensionato, tutte sovrastrutture accettate da chi non ha voce.-taglio2- E allora le donne se la riprendono la voce, ribellandosi alle convenzioni sociali, al maschilismo. Definito una biografia collettiva, necessaria, in cui la voce narrante è la prima persona plurale, un “noi”, racconta l’agire di concerto di cui parlava Hannah Arendt, una politica basata su un impegno condiviso nel quale le diverse identità ed esperienze si uniscono per una causa comune. Schwartz racconta, con stile lirico e appassionato, la storia di queste donne, femministe ante litteram, ribelli nel nome della libertà e del rispetto del proprio essere. Un libro come una vita raccontata in fotogrammi cinematografici, con tagli trasversali, tanti frammenti per intrecciare esistenze che si toccavano. Una forma ispirata dallo stile della poetessa canadese Anne Carson ma assolutamente personale. Donne straordinarie che hanno anticipato i tempi dicono alle altre donne che tutte possono farcela ad avere un peso nella storia, che un altro futuro è sempre possibile, ma non senza lotta. L’autrice trova assurdo che si discriminino le donne, le persone queer, le persone trans, le persone in base al concetto superato di razza, oggi come cent’anni fa, spiega. “Sono tutti esseri umani a pieno titolo, reali e uguali, capaci di autodeterminazione e soggettività complessa come chiunque altro. Il fatto che siamo ancora costretti ad affrontare questo problema come se fosse una questione aperta è allo stesso tempo irritante e terrificante”, afferma Schwartz che spera ancora in un futuro più libero e giusto per tutti.





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