Il concorso internazionale dedicato all’arte e alla scienza, ha visto tra i vincitori di quest’anno anche dei ragazzi napoletani che hanno stupito la giuria con un progetto in onore dei rilevatori delle onde gravitazionali
All'alba di questa primavera Napoli è diventata la capitale dell'universale gemellaggio tra arte e scienze, una simbiosi che ha origini nella notte dei tempi e che oggi cresce sotto l'egida del concorso internazionale "Art & Science across Italy". Una competizione pensata ed avallata dal Centro Europeo di Ricerca Nucleare di Ginevra CERN, a braccetto con l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare INFN, alla strenua ricerca di talenti in lungo e largo per la Penisola, con un concorso capace di intercettare le giovani leve delle scuole secondarie superiori di Milano, Venezia, Padova, Firenze e Napoli a colpi di invenzioni a metà strada proprio tra l'arte e le scienze. -taglio- Giusto in tempo per la finale che ha visto concorrere ben quattrocento opere di quaranta istituzioni scolastiche con l'allestimento conclusivo della mostra "I colori del bosone di Higgs", allestita proprio per ospitare le migliori cinquanta opere al Museo Archeologico Nazionale di Napoli MANN. E finanche con un evento mediatico che ha regalato forti emozioni attraverso la pittura, la scultura, la fotografia ed il video con installazioni atte a raccontare la scienza con l'espressione artistica in occasione della passerella del Teatro Diana di Napoli che ha visto premiati anche gli allievi del Liceo "Boccioni-Palizzi" di Napoli. E proprio in quest'occasione il referente napoletano dell'INFN, Pierluigi Paolucci, ha voluto personalmente elogiare le ragazze ed i ragazzi del "Boccioni-Palizzi" per il risultato e soprattutto per l'idea: "il lavoro degli studenti liceali è quanto mai esaustivo della rappresentazione artistica di ben due esperimenti che hanno scoperto le onde gravitazionali." Del resto sono stati proprio gli studi propedeutici a queste due scoperte ad intensificare i rapporti tra Italia e Stati Uniti, poi sviluppati ulteriormente attraverso le collaborazioni scientifiche Ligo e Virgo. E così, partendo dalle secolari scoperte di Albert Einstein, ci troviamo oggi di fronte alla realizzazione di un progetto artistico e scientifico curato dall'indirizzo "Design dei metalli ed oreficeria - ceramica" del Liceo Artistico Coreutico Musicale "Boccioni-Palizzi" di Napoli, diretto da Giuseppe Lattanzi, intitolato "Ligo & Virgo" in onore dei rilevatori delle onde gravitazionali. Un progetto sottoscritto con entusiasmo dai cinque licenziandi della classe V L Christian Avallone, Beatrice Grasso, Sara-taglio2- Locascia, Mirko Faraco e Giorgia Morra insieme alla più giovane del gruppo Gaia Paciocco, frequentante la classe III L dell'indirizzo ceramica, inevitabile valore aggiunto di un gruppo di lavoro promettente. Che non ha mancato di spiegare ai numerosi visitatori previsti al MANN di Napoli la genesi del loro successo: "per la realizzazione di questo progetto abbiamo preso in considerazione vari elementi appartenenti al mondo scientifico: abbiamo dunque pensato alle galassie a forma di spirale ed alla distorsione del reticolo Spazio-Tempo causata dalla massa dei corpi presenti nello spazio, le onde gravitazionali generate dalla collisione di due buchi neri, la spirale generata dall'attrazione di due buchi neri ed i colori della luce dati dal prisma che viene attraversato da questa generando lo spettro della luce visibile. Dalle nostre ricerche abbiamo estrapolato questi elementi e li abbiamo rielaborati portandoli nell'arte che più ci appartiene: l'oreficeria. Abbiamo infine pensato ad un collier e a degli orecchini che potessero rievocare ciò che abbiamo scelto e, nel contempo, essere gioielli unici." L'entusiasmo palpabile dei giovani talenti napoletani del Liceo "Boccioni-Palizzi" ha colorato la platea del Teatro Diana e dell'evento internazionale, proprio come accade ogni giorno nelle aule e nei laboratori della storica sede di Piazzetta Demetrio Salazar al fianco del tutor e docente di Design dei metalli ed oreficeria Giacomo D'Alterio, della docente di Design della ceramica Rita Lonardo, dell'assistente tecnico Rosaria Scotto e della progettista 3D Alexandra Abbate.