“Un ruolo tutto mio”
Intervista all'attrice che interpreta Mariannina nell'attesissima serie tv “Il Gattopardo”, in attesa di nuove proposta “da protagonista”
Il 5 marzo è arrivata su Netflix una serie-evento attesissima ovvero “Il Gattopardo”, basato sul celebre romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (a cui Luchino Visconti dedicò un film-capolavoro nel 1963). -taglio- Un racconto epico, sorprendente e sensuale, ambientato in Sicilia durante i moti del 1860. Al cuore della serie troviamo Don Fabrizio Corbera, l’indimenticabile Principe di Salina (interpretato da Kim Rossi Stuart), che conduce una vita intrisa di bellezza e privilegio. L’aristocrazia siciliana si sente però minacciata dall’unificazione italiana e Fabrizio si rende conto che il futuro della sua casata e della sua famiglia è in pericolo. Per non soccombere, Fabrizio sarà costretto a stringere nuove alleanze, anche se questo significherà andare contro ai suoi principi, fino a trovarsi di fronte ad una scelta che pare impossibile. A interpretare nella serie Mariannina, l'amante del Principe, è l'attrice Roberta Procida che dà a questo personaggio anima e spessore. Noi l'abbiamo intervistata per sapere qualcosa in più del suo ruolo, ma anche della sua bella carriera divisa tra cinema e tv. Che emozioni hai provato quando ti hanno comunicato che saresti stata in una produzione seriale importante come "Il Gattopardo"? Come ti sei trovata sul set, a girare poi nella tua natia Sicilia? “Come tutte le notizie esageratamente belle che arrivano, non ci credevo: non è stato per nulla facile avere questo ruolo per molteplici motivi, ma poi alla fine c’è l’ho fatta! Ringrazio il regista Tom Shankland che mi ha scelta, Indiana production e Netflix per questo. Sul set erano tutti professionali, simpatici e attenti (anche se c’è sempre l’eccezione che prova a rovinarti il tuo bel momento, però io vado avanti come un tir). Girare in Sicilia e per la precisione a Palermo (che è la mia città natia dove ho vissuto da ragazza), trasformata per questo grandissimo set in maniera eccellente, è stato il completamento del sogno.” Una curiosità: quante volte hai visto, nel corso della tua vita, il film "Il Gattopardo" di Luchino Visconti? “Di sicuro l'avrò visto almeno quattro volte e tra l'altro ho letto anche un libro che svela alcuni segreti teneri ed interessanti del dietro le quinte del Gattopardo e non solo. Si tratta de “La bella confusione” di Francesco Piccolo. Lo consiglio!” Ci parli del tuo personaggio Mariannina? Quanto pensi sia "moderno" considerando il periodo e la condizione femminile dell'epoca? “Mariannina, mi viene da dire di impeto, è una donna forte e coraggiosa. Ha dovuto anche esserlo, ma non era scontato che lei diventasse quel tipo di donna; risoluta, felice di dove è arrivata, amante, materna, in grado di dare consigli “giusti” a chi invece viene completamente da un’altra realtà. Una realtà meno libera in cui ci si costringe ad essere quello che noi donne non vorremmo mai essere, ovvero timorate di Dio, paurose, tristi, infelici. Ecco Mariannina non è una donna infelice, perché in primis fa l’amore con l’uomo che ama, anche se lui non è suo totalmente, si gode appieno quello che ha, è senza dubbio una donna moderna per quei tempi, all’avanguardia, emancipata.” Questo ruolo in che fase del tuo percorso artistico si colloca? “Direi al momento giusto, in linea con il mio essere donna 40 enne e pronta a ricevere scommesse finalmente stimolanti.” Quando hai deciso che "da grande" avresti fatto l'attrice? “Quando da bambina, alle scuole elementari, son salita su un palcoscenico, prendendo il copione della recita scolastica in mano: leggendolo ho subito capito che volevo fare l’attrice, mi veniva facile e mi emozionava dover interpretare persone lontane da me, scoprirne le sfumature. Facevo sempre la protagonista in ogni scuola che ho frequentato, poi il gioco è finito… (ride, ndr)”. Tu hai lavorato molto sia al cinema (in film come "Moschettieri del Re" o "La stranezza") e in tv (in serie di successo come "Rocco Schiavone", "Studio Battaglia" o "Makari"). C'è un ruolo in particolare a cui ti senti particolarmente legata? “Sono legata a tutti i personaggi che ho fatto, perché ognuno, per un motivo speciale, mi ha permesso di lavorare su un tipo diverso di donna, a volte fragile, a volte dolce, zoccola, prepotente. Però la verità è che sono interessata ad interpretare ruoli di donne che raccontano fatti di vita reale: per esempio, donne che si sono battute per uno scopo importante nella vita o che sono rimaste nella storia. Vorrei interpretate donne semplici (che poi la donna semplice ancora la devo conoscere!), che si battono per arrivare a fine mese, per tirare su la loro famiglia, quelle che non hanno avuto niente dalla vita ma comunque ce la fanno, quelle sì che sono le mie eroine.” C'è un tipo di personaggio che vorresti interpretare e non l'hai ancora fatto? “Me ne mancano molti… vorrei farli tutti! I personaggi sono infiniti come noi esseri umani, spero che un giorno ne scrivano qualcuno per me. Vorrei magari partecipare alla messa in scena di un’antica scrittura come, per esempio, l’Odissea o la Divina Commedia.”