L’immagine l’abbiamo tutti ben scolpita nella mente: una giovane e procace Sofia Loren in versione pizzaiola e popolana del secondo Dopoguerra, alle prese con impasti, fritture e tradimenti nel celebre episodio del film “L’Oro di Napoli”. Tra i tanti falsi storici del cinema, il film questa volta svela un’importante verità: a fare le pizze fritte nei vicoli di Napoli per integrare i magri introiti famigliari,-taglio- a quei tempi erano soprattutto le donne. Eppure oggi quello della pizza sembrerebbe a prima vista un mondo sostanzialmente al maschile, ancor più di quello dell’alta cucina. Proprio per sconfessare tutto questo è nato “PizzaGirls” elemento di grande originalità e innovazione nel panorama della serialità televisiva legata al mondo del food. Grazie alla genialità del suo autore e regista Carlo Fumo nasce infatti la prima serie TV sulla pizza al femminile dedicata alle donne. Saranno quattro le “maestre pizzaiole”, ovvero Petra Antolini, Federica Mignacca, Francesca Gerbasio, Roberta Esposito, protagoniste di ben 20 puntate che vedranno anche la presenza di pizze “farcite” direttamente da tanti ospiti del mondo dello spettacolo ed esperti del food&beverage, intenti a preparare e raccontare la loro pizza del cuore. “Ancor oggi sono molteplici le discriminazioni che la donna deve subire non appena decide di mettere piede nel mondo del lavoro. – commenta il regista Fumo. Per non parlare dell’eventualità in cui la donna decida di provare ad entrare in un ambiente lavorativo proprio, -taglio2-per convinzione sociale, dell’uomo. È questo il caso che vede protagoniste quelle donne che, con tanto coraggio e altrettanta determinazione, scelgono di osare nel talvolta ostacolato mondo della pizza, fatto di cose semplici ma, allo stesso tempo, ricercate. Avere successo in un ambiente lavorativo che sembra fatichi a lasciarti spazio è una grande sfida ma, si sa, le donne non hanno paura e, se ne hanno, la usano come carburante e non si lasciano immobilizzare”. PizzaGirls nasce quindi per dare voce a chi queste difficoltà le ha vissute in prima persona, a chi è stata guardata con scetticismo solo perché donna, a chi ha dovuto lavorare duramente affinché le venisse riconosciuto un mestiere cucito su misura per il sesso opposto. Non resta quindi che goderci questo racconto professionale intenso, di chi ha realizzato i propri sogni ottenendo risultati di grande prestigio e facendo gustare a tutti uno dei piatti che ha reso grande il nostro paese nel mondo.