Una delle prime cose che avverte chi legge questi racconti di Alfredo Salucci è una sensazione di "leggerezza": ovvero una "reazione al peso di vivere", secondo le parole di Italo Calvino. Ciò dipende senz'altro da una felice predisposizione narrativa, che consente all'autore di esprimere quello che sente, fantastica o immagina, senza apparente sforzo. A "sottrarre peso" alla narrazione contribuisce, altresì, la capacità di delineare e rappresentare i tanti e vari personaggi senza fare ricorso a schemi precostruiti, per cui il loro carattere si rivela in modo spontaneo, quasi per germinazione naturale. Così, i protagonisti o le figure minori di queste storie manifestano una propria autonoma individualità che si pone al lettore senza mediazioni esterne che ne alterino l'umanità più profonda.