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Questo sono io

di Teresa Pugliese

Numero 236 - Dicembre-Gennaio 2023

Marco Simoncelli ritorna con “Breejo” album che racchiude tutto il suo essere in note


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Marco Simoncelli è un autore a tutto tondo. Il respiro della sua musica racchiude in ogni nota il suo essere. E con questo suo nuovo album riesce proprio a farci entrare nel suo mondo. “Brejoo” parla di questo ultimo periodo, ma anche di libertà, di fiducia, futuro. -taglio- L’artista lombardo ci regala un soud che ripercorre tanti anni di esperienza e che con ironia e speranza si apre ad un ascolto universale. Noi lo abbiamo incontrato per parlare di questo nuovo progetto. Parliamo del tuo nuovo singolo e del tuo nuovo disco. “Breejo” un nome inusuale per un album. Ci spieghi cosa significa? “Breejo è il nome che ho dato a tutti i miei gatti da quando ne ho. Ho voluto fare, in questo caso, un album che mi rappresentasse e allora ho pensato a questo titolo che è emblematico e che racconta molto di me e di quello che sono. In questo caso attraverso i miei gatti.” È un album, infatti, che ha una forte componente autobiografica vero? “Assolutamente sì. Sia nelle intenzioni che nella scrittura ed anche nella realizzazione. L’ho prodotto io insieme a Biagio Sturiale, uno dei più bravi produttori che io conosca e che ha lavorato con artisti come Nek e Ramazzotti. L’ho coinvolto per amicizia, infatti questo progetto nasce per mettere insieme anche le persone a cui voglio bene. Sono molto legato a questo album.” I titoli dei brani che lo compongono sono molto interessanti, tra tutti spicca “Green Pass”, che ricorda molto tutto quello che abbiamo passato in questo periodo, racconta proprio di questo? “Mentre scrivevo la canzone, che mi è venuta di getto, e mentre la finalizzavo mi sono reso conto che parlavo di una cosa che era circoscritta in un determinato periodo storico. Poi ci ho ripensato, e ho creduto che come messaggio potesse essere valido a livello universale, in qualsiasi momento. Questo perché la vita di una persona può essere veicolata sempre da uno strumento che non del tutto chiaro che finalità abbia. Ma allo stesso tempo anche “Barcode freedome” e “Joke on me” hanno subito lo stesso destino e nascono nello stesso modo. Sono ispirate dal periodo durante e post pandemia ma contengono messaggi generali.” Hai avuto tanto coraggio nel parlare di temi politici e sociali. -taglio2- In questo trittico di canzoni, effettivamente lo fai giuso? “Sì, e lo faccio alla mia maniera, con tanta ironia. Al primo ascolto queste canzoni possono sembrare leggere però analizzando il testo ci sono cose che se lette bene sono davvero interessanti.” Hai un’esperienza pluridecennale nel mondo della musica. Hai calcato palchi importanti, partecipato a molti festival, hai fatto un po' di tutto. Cosa c’è di questa tua esperienza che ti porti dietro nella musica che fai oggi? “Da quando suono ho sempre amato farlo live. La massima espressione della musica secondo me è quella che prende vita su un palco. La proponi al pubblico ed hai un riscontro immediato. Il bagaglio più importante che mi porto dieto è il piacere di esibirmi e di trasmettere la mia musica e ricevere delle emozioni e delle sensazioni belle. Mi porto dietro anche dei colpi di fortuna, ho incontrato sempre ottimi musicisti e belle persone. Molti di quelli che ho incontrato nel mio passato si ritrovano infatti in questo mio nuovo cd.” Tutto questo si nota anche nella copertina del tuo album che è un vero e proprio racconto per immagini. “La copertina è una bozza grafica molto semplice ma parla molto di me. Partendo dalla fisarmonica, poi ci sono i gatti, la moto, il pianoforte, il contrabbasso che è lo strumento che suona mio figlio. C’è anche Bruxelles che è la città dove ho vissuto per tre anni, addirittura anche un green pass.” Sei uno strumentista eccezionale. Da dove nasce allora la tua passione per l’armonica a bocca? “È stata una scommessa iniziata da giovane. Ho vissuto la mia post- adolescenza quando nel nord Italia c’era un grande fermento e ritorno dei giovani alla musica blues. Io nasco come tastierista e facevo del rock. A vent’anni vengo coinvolto in un progetto diverso ed ho cominciato lì a suonare l’armonica. Mi sono appassionato a questo strumento, ho cominciato a studiarlo seriamente e così è diventato veramente il mio.”





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