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Questione di cuore

di Alessandro Lepoux

Numero 216 - Dicembre 2020 Gennaio 2021

L’estro artistico di Nico Battaglia sublimato nel suo nuovo album “Io canto ancora”


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“Why should the devil have all the good music?”. Letteralmente: “Perché dovrebbe spettare al diavolo tutta la migliore musica?”. Cantava così, negli ormai lontani anni ’70, un’icona pop come Cliff Richard, riattualizzando un dibattito vecchio come il mondo, che ha a che fare con il bene e con il male. -taglio-Siamo sicuri che per fare ottima musica sia indispensabile strizzare l’occhio solamente alle pulsioni trasgressive della vita? È su questo solco che è nato il genere musicale conosciuto come Contemporary Christian Music, popolato da figure di spessore internazionale come gli australiani Hill Song, gli statunitensi Chris Tomlin e Micheal W.Smith (13 milioni di dischi venduti). Che cos’è in fondo la canzone se non la forma più spontanea e contagiosa di preghiera? Anche in Italia il fenomeno conosce diverse realtà affermate, ma se c’è un nome che fa da capopista è senz’altro quello del tranese Nico Battaglia, classe ’80, la cui storia personale e musicale si fondono in maniera inscindibile. Attivo sin dal 1995, il rapporto tra Nico e la musica (e Dio) ha radici lontane. “Ricordo diversi momenti trascorsi in una piccola chiesa cristiana evangelica dove si suonava e cantava molto.”, ricorda l’artista, “Questa atmosfera di festa catturava sempre la mia attenzione e credo che abbia influito molto nel mio percorso di avvicinamento alla musica e al suo linguaggio”. È proprio sul concetto di “festa” che poggia uno dei capisaldi della musica cristiana. L’omaggio alla vita, quindi a Dio, una celebrazione continua di ogni aspetto dell’esistenza. Risale al 2003 la pubblicazione del primo dei sei album di inediti composti e cantati da Nico Battaglia, dal titolo “Isola di Grazia”, l’inizio di un percorso che lo avrebbe portato a cantare e parlare di musica e Dio a spasso per il mondo. Ma come nasce, nella testa di un ragazzo della provincia di Bari, l’idea di farsi portatore del messaggio cristiano tramite le note e la voce? “Il mio percorso musicale nasce successivamente al mio percorso di fede. A dodici anni, nonostante fossi molto giovane, ho sentito forte il bisogno di vivere Dio, amandolo e ricevendo il suo amore attraverso il messaggio del Vangelo.”.-taglio2- A quattordici anni il primo incontro con una chitarra, storia d’amore mai esaurita e che ha portato Nico, nel 2011, ad essere ingaggiato dalla casa produttrice McPherson come testimonial. Un percorso, il suo, in cui fede e musica procedono a braccetto e si alimentano reciprocamente. È con Dio che Nico ha scoperto la condivisione e con la musica che ha trovato il canale di sbocco, tra una canzone di Keith Green e Amy Grant (per citare alcuni dei suoi riferimenti artistici) e una citazione di Martin Lutero che non “avrebbe dato per nessun tesoro quel poco che sapeva di musica”. Sound acustico che non si fa mancare la ricchezza dell’accompagnamento orchestrale, sui palchi di mezzo mondo, negli studi e persino nei teatri. La produzione di Nico Battaglia non conosce limiti di sorta, nemmeno quando è la salute a mettersi di traverso. Nel 2018 la sfida più difficile di tutte: a Nico viene diagnosticato un tumore alla lingua, potenzialmente letale e quasi certamente invalidante. I medici sono chiari, la riabilitazione sarà lunga e le possibilità di tornare a cantare poche. “Oltre a reagire ad una patologia così tremenda ho dovuto reagire anche alla possibilità concreta che io dovessi mettere un punto al mio percorso artistico. Sapevo che non tutto dipendeva da me, ma ho deciso di affrontare quella percentuale su cui avevo voce in capitolo come una sfida.” Un libro aperto, potente e semplice: “Quando si affrontano momenti difficili, c’è sempre una percentuale che dipende da noi. Siamo chiamati ogni giorno a reagire e a fare la nostra parte. Ci vuole coraggio! Ma un coraggio speciale, che ha a che fare più con il cuore che con la forza”. E di forza Nico Battaglia ne ha da vendere. Di pochi mesi fa il suo ultimo lavoro, raccolto nell’album intitolato “Io canto ancora”. Tredici brani per raccontarsi ancora una volta e per continuare a sorridere con la certezza che, in fin dei conti, nella vita, è sempre una questione di cuore.





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