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Punto e a capo

di Teresa Pugliese

Numero 225 - Novembre 2021

La rinascita artista di Francesco del Poz parte dal suo nuovo album “Zero”, un disco pieno di “sfumature sonore”, tra ieri, oggi e domani


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Francesco dal Poz rinasce qua. Da questo album, da questo singolo, da questo progetto nel quale ha messo la sua anima e tutto il suo essere artista. Pienamente maturo sia dal punto di vista personale che professionale. L’artista trevisano intraprende un viaggio nella quotidianità fatto di allegria, tazze di tisane, party e Moscow Mule.-taglio- Una musica colorata che sa di quotidianità e che si intinge di colori diversi e di diverse sfumature armoniche. Francesco è un’artista a 360 gradi che ha deciso di presentare le storie raccontate nel suo album attraverso 12 podcast nei quali si è cimentato come presentatore. I 12 brani contenuti nell’album vedono la stretta collaborazione con Roberto Visentin, produttore artistico, e con tre ospiti: Reinaldo Anastacio, cantautore e compositore brasiliano presente in Rio, Riccardo Rossi, batterista dei The Sun in Adesso è qui e Luca Donazzan, bassista dei Lost che ha eseguito una parte in Tisana. Noi lo abbiamo incontrato per saperne di più. Nostalgia è la parola chiave che accomuna questo tuo nuovo progetto. Come mai questo sguardo al passato? “Nostalgia è una parola che ritorna molto in Estate spaziale. Quando mi sono reso conto di essere cresciuto mi sono anche reso conto che sì, sono belli i ricordi, bella la nostalgia, ma anche che l’adesso è tutto quello che ho. Lo sguardo al presente c’è e deve esserci, è giusto che sia così. Non sono un tipo molto nostalgico.” Altra cosa che accomuna i brani del disco è la quotidianità vero? “Infatti. Questo perché a me piace molto parlare delle esperienze che vivo, le cose di tutti i giorni. L’ho detto in Estate spaziale dove parlo di cose vere, vissute, ma anche in Tisana, in Panecake. Sono tutte cose provate, cose che ho davvero respirato. Sono principalmente esperienze mie. Mi piace poi anche romanzarle e quindi magari aggiungo anche qualcosa che ho sentito dagli altri, ma principalmente sono cose che ho vissuto io. Mi esce più naturale così.” Hai anche inventato Pozcast, un podcast legato all’album. Di cosa si tratta? “Ho sentito la necessità di approfondire i temi presenti nelle 12 canzoni del disco e ho pensato di invitare degli ospiti, degli esperti e degli amici per fare una chiacchierata davanti ad un microfono e una telecamera. Sono nate così le 12 puntate del podcast con i 12 temi delle 12 canzoni dell’album “Zero”. È stata un’esperienza molto forte.”-taglio2- Infatti hai affrontato temi molto importanti come quello dell’anoressia per esempio. “Quella con Anna infatti è stata una chiaccherata importante e molto coinvolgente. Tutte le puntate in realtà mi hanno davvero dato tanto. Ho potuto cimentarmi nelle vesti dell’intervistatore che devo dirti mi è piaciuto pure. (ride) Queste puntate piano piano stanno uscendo. Sono servite a dare nuova luce a queste canzoni.” Il tuo è un album che a livello di sonorità spazia veramente tanto, è un miscuglio che proviene da che tipo di esperienza musicale? “Mi è sempre piaciuto approcciarmi a diversi strumenti, principalmente pianoforte e chitarra, ma anche basso e batteria. Mi è sempre piaciuto nell’ascoltare ma anche nel suonare di ampliare l’orizzonte. Ascolto di più il pop, ma mi piace anche il rock il jazz. E poi nel disco, insieme al mio produttore abbiamo deciso non per forza di identificarci con un certo filone ma lasciare che venisse quello che veniva senza identificarci con nulla, tutto è venuto in maniera naturale.”
La copertina del tuo album racconta una scena di vita quotidiana e così come un gioco se si vuole e la si osserva bene si possono individuare tanti oggetti che rimandano ai titoli delle tracce del tuo cd. Cosa c’è oltre quella finestra per te? “La copertina è stata realizzata da Federico Ferè grande artista che sta realizzando bellissime copertine per tantissimi cantanti anche molto famosi e che sta avendo un grande successo. Sono onorato che abbia lavorato con me realizzando anche la mia. Oltre quella finestra c’è luce, guardando oltre quella finestra mi viene voglia di buttarmi oltre qualche altro progetto e vedere cosa succede. Quella finestra per me è vita.”





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