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Pompei, arte e cultura

di Yvonne Carbonaro

Numero 247 - Febbraio 2024

Un cantiere archeologico in continuo divenire con tante nuove e interessanti scoperte


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Nella città, abitata originariamente da genti osco-sannite, i Sanniti resistettero a lungo alla conquista romana finché nel III a C, i Romani la dominarono.-taglio- Le costruzioni più antiche, sannitiche, erano più semplici e spartane rispetto a quelle di età romana. In epoca augustea divenne "residenza di villeggiatura" del patriziato romano e sorsero ville e templi. Alberto Angela nel suo bel libro, colto e insieme divulgativo, “I tre giorni di Pompei“, del 2018, racconta come a seguito dei danni del terremoto del 62, molti romani che possedevano ville a Pompei vicino al mare, se ne liberarono vendendole a liberti arricchiti. Oltre alla casa in città, molti pompeiani erano proprietari di ville rustiche lungo le pendici del Vesuvio nelle località Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno, dove si producevano vino e ortaggi. Se si visita l’Antiquarium di Boscoreale, accanto alla villa rustica La Regina, che conserva ancora bel 18 dolia di vino sotterrate come all’epoca si usava, ci si rende conto della presenza in zona di molte altre ville-fattorie che furono le prime ad essere soffocate dall’eruzione. In una fu reperito il tesoro degli argenti di Boscoreale, ahimè, venduto al Louvre, dove è esposto. Fortunatamente il tesoro della casa del Menandro a Pompei è custodito al MANN. Dopo una lunga fase di trascuratezza, grazie ai finanziamenti europei e al Grande Progetto Pompei, per la messa in sicurezza e consolidamento dei fronti di scavo storici, il sito è oggetto di restauri migliorativi e conservativi, oltre che di continui nuovi scavi. Nella restaurata bellissima Casa dei Vettii, riaperta al pubblico con una solenne cerimonia nel 2023, nel quartiere servile vi è un ambiente decorato con quadretti erotici e una scritta che dice che la greca Eutychis veniva offerta per due assi. Evidentemente i due fratelli Vettii, liberti arricchitisi con il commercio del vino, proponevano in casa loro, agli ospiti per contatti di lavoro, le prestazioni della fanciulla. È nata da qui l’idea della scrittrice Anna Maria Ghedina di sviluppare il romanzo: “Pompei – Una storia proibita“ sull’amore impossibile tra un nobile romano amico dell’Imperatore e una schiava prostituta, che si incrocia con la terribile eruzione del 79. Sempre grazie al Grande Progetto Pompei, all'interno della Regio V, che negli ultimi anni ha regalato molte novità, è stato portato alla luce un termopolio perfettamente conservato con l'immagine di una ninfa marina a cavallo e animali, tra cui un bellissimo gallo dai colori accesi. -taglio2-In vari recipienti si sono trovate tracce degli alimenti che venivano venduti in strada, secondo l’uso di consumare cibi e bevande calde presso i banchi di vendita all’aperto. Sempre nella Regio V è comparso un affresco con la scena di un combattimento tra un “Mirmillone” e un “Trace”, due tipologie di lottatori avversari nelle lotte gladiatorie, distinti da armature differenti. Un’altra eccezionale scoperta è stata La Domus di Leda e il Cigno rinvenuta lungo via del Vesuvio. Il nome le è derivato dall’affresco che rappresenta il congiungimento tra Giove, trasformatosi in cigno, e Leda, moglie di Tindaro re di Sparta. L’intera stanza è caratterizzata da decori del IV stile, con ornamenti floreali, grifoni con cornucopie, amorini, nature morte e lotte tra animali, finanche sul soffitto. Alle spalle dell’ambiente è visibile l’affresco di Narciso che si specchia nell’acqua; su una delle pareti dell’atrio una grande figura di Hermes; nel corridoio di ingresso l’immagine di Priapo, che ricorda quella della vicina Casa dei Vettii. Infine in uno degli ambienti della villa suburbana di Civita Giuliana, è stato trovato un fastoso carro cerimoniale e, attraverso la tecnica dei calchi, è stata ricostruita la sagoma integra di un grande cavallo, con finimenti in ferro e piccole borchie in bronzo, che fa pesare alla presenza sul territorio di una razza selezionata. Nella Regio IX è comparso un affresco raffigurante un vassoio d’argento con un calice di vino, una focaccia farcita di frutti, della frutta secca e una ghirlanda di corbezzoli, accanto a datteri e melagrane. Forse uno xenia: un dono ospitale. Recentemente, infine, sono stati rinvenuti i resti ossei di tre vittime dell'eruzione, con ogni probabilità due donne e un bambino di pochi anni che avevano trovato rifugio in un panificio. Sono emerse anche due pareti affrescate con scene mitologiche, una con Apollo e Dafne, l’altra con Poseidone e Amimone, una delle Danaidi di cui racconta Eschilo. Altre scoperte recenti sono un larario con due serpenti a rilievo e alcune iscrizioni elettorali. Gli scavi continuano e certamente ci riserveranno altre nuove stupefacenti sorprese che contribuiranno ad accrescere la conoscenza della città di Pompei e in genere della civiltà romana antica.





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