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Patti Smith

di Maresa Galli

Numero 231 - Giugno 2022

Il 26 luglio la sacerdotessa del rock aprirà il suo tour italiano nel Teatro Grande di Pompei, location che ha ospitato star del calibro di Elton John, David Gilmour e tanti altri


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Un binomio perfetto fatto di musica e luogo che incantano: martedì 26 luglio Patti Smith aprirà il suo nuovo tour italiano nel Teatro Grande di Pompei, prima di quattro date che includono Roma, Stresa e Cervia. Il Teatro, tra il 2016 e il 2018 ha ospitato altre superstar: Elton John, David Gilmour, King Crimson e James Taylor. -taglio-Tornano i grandi eventi dopo la pausa forzata, non a caso con un’artista iconica, ancora capace di far vibrare cuori e menti con i suoi testi incredibili, con il suo rock travolgente caposcuola di tanti musicisti a venire. Nel 2018 Massimo Osanna, all’epoca direttore generale del Parco Archeologico, aveva affermato dopo il concerto di David Gilmour: - “la mia idea è di fare concerti che possano rientrare nell’idea di classico. Ora sogno un palco con Patti Smith”. Il sogno diviene realtà ed è condiviso dal nuovo direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel. Patti Smith sarà in formazione con il figlio Jackson Smith alla chitarra, l’amico di lungo corso Tony Shanahan al basso e il batterista Seb Rochford. Il concerto sarà una summa di tanti successi, ormai veri inni generazionali, e di nuove canzoni nate nel corso di un’intensa e lunga carriera. “Napoli per me è una serie di fotografie memorabili. Visitando le strade tortuose e le grotte nel 1976. La Tomba di Virgilio, con le massicce trascrizioni antiche scolpite nella pietra. È il ricordo dell'esibizione con i REM. Bere espresso con mio figlio al Caffè del Professore. Tante immagini, e presto tante altre. Che fonte di ispirazione sarà l’Anfiteatro di Pompei! Un onore esibirsi in un luogo di tale bellezza storica. Non vedo l’ora di vivere una nuova esperienza e tante nuove immagini da aggiungere al mio album di ritagli di vita”. Cantautrice e poetessa, Patricia Lee Smith, in arte Patti Smith, è nata il 30 dicembre 1946 a Chicago. Nel 1950 si trasferisce con la famiglia a Philadelphia e poi nel New Jersey. Primogenita di quattro figli, Patti Smith bambina era di salute cagionevole e timida. Ciò nonostante, ha sempre saputo di essere destinata alla grandezza. “Quando ero una ragazzina, ho sempre saputo che avevo qualcosa di speciale dentro di me. Voglio dire, non ero attraente, non ero molto comunicativa, non ero molto intelligente, almeno a scuola. Non ero nulla di tutto ciò, e non ho mai dimostrato al mondo che ero qualcosa di speciale, ma ho avuto questa enorme speranza per tutto il tempo ed è questo lo spirito che mi mantenuto forte… ero una bambina felice perché avevo la sensazione che sarei andata oltre il mio corpo fisico”, afferma con la grinta di consumata rockstar. Gli anni fondamentali per la sua formazione e ispirazione sono senz’altro quelli vissuti a New York, gli anni Sessanta, forieri di conquiste e cambiamenti rivoluzionari per un’intera generazione. La Grande Mela, come per tanti artisti affermati e a venire, è inesauribile fonte di ispirazione della poetessa che qui vive un’intensa relazione con il fotografo Robert Mapplethorpe. “Non c’è nessun posto che seduca, corrompa e ispiri come New York”, dice Patti. Sono gli anni irripetibili della Factory di Andy Warhol, dei Velvet Underground e Lou Reed, del St.Mark’s Poetry Project diretto dalla poetessa Anne Waldman, del Max’s Kansas City, ritrovo di rockstar e personaggi alternativi. -taglio2-Si esibisce nello storico CBGB’s, la mecca dell’avant rock e della scena underground, in una serie di concerti assieme ai Television, capitanati dal suo grande amico, il cantante “maledetto” Tom Verlaine, per poi firmare un contratto con l’etichetta Arista con la quale pubblica “Horses”, nel 1975, prodotto da John Cale, uno dei migliori album rock della storia. Nel 1991 “Rolling Stones” colloca la copertina di “Horses” tra le cento più belle della storia del rock. Da aspirante pittrice, Patti si dedica totalmente alla scrittura, affascinata da Rimbaud, Verlaine, Baudelaire, Dylan Thomas, Bob Dylan. Conosce i poeti della beat generation e Leonard Cohen, Janis Joplin, Sam Shepard. La sua prima raccolta di poesie, “Seventh Heaven”, autoritratto, le guadagna la sospirata notorietà. Poesia di ispirazione beat e rock’n’roll visionario e lisergico stanno per essere archiviate. Sulla scena musicale si fanno strada nuovi cantautori intimisti, un soft rock edulcorato e in Europa si faceva strada il prog rock dalle lunghe e virtuose suite. Ricordando gli anni del rock ispirato, verace, realizzato con l’amico Lenny Kaye, Patti scrive: - “quello era un tempo che sanguinava in altro tempo. Un tempo che noi aggredivamo – sfumando ed espandendo i parametri dell’amore, della coscienza e del rimorso. Spinti dalla speranza comune di mostrare degli aspetti dell’arte, della poesia e del rock’n’roll, ma anche dell’amore fra gli uomini, che non si erano mai svelati prima”. Patti è citata da celebri colleghi come fonte di ispirazione, da Michael Stipe (R.E.M.), la cui stima è reciproca, a Morrissey e Johnny Marr (The Smiths), da Madonna agli U2. Patti Smith è stata insignita di recente di due nuovi riconoscimenti: il Premio Puccini, assegnato dalla Città di Viareggio e dalla Fondazione Festival Pucciniano, per la prima volta conferito ad un’artista rock e le chiavi della città di New York, ricevute dall’ex sindaco Bill De Blasio. Attraverso la musica, la fotografia, la poesia, i romanzi, la pittura e la scultura, la “sacerdotessa” ha raccontato 40 anni di vita con stile unico e graffiante. I suoi versi vanno ascoltati come fosse musica, punk e sfrontata, disinibita e arrabbiata, come dimostra con le sue elettrizzanti performance “spoken word”, oltre il beat, il jazz, i poeti francesi dell’’800, un’arte libera e anarchica. Le sue canzoni-inni come “People Have The Power”, “Gloria” (cover del brano dei Them di Van Morrison), “Dancing Barefoot” e “Because The Night” (scritta assieme a Bruce Springsteen) sono scolpite nell'immaginario collettivo, imprescindibili, uniche nella storia del rock. Le sue canzoni sono dedicate agli outsider, al “Rock’n’roll Nigger”, a tutti i profughi (“Citizen Ship”), a Giovanni Paolo I (“Wave”), al figlio Jackson, a Kurt Cobain (“About a Boy”), ai tanti amici passati a miglior vita, dediche d’amore raccontate con travolgenti performance vocali e musica briosa. Patti Smith è un’artista leggendaria, incendiaria, che ha cambiato il corso della storia del rock, ancora capace di emozionare sapendo parlare del nostro tempo. Ogni suo concerto è unico e imperdibile.





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