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Patrizio Di Massimo

di Joanna Irena Wrobel

Numero 210 - Maggio 2020

Immagini giocose e (quasi) fumettistiche, contrassegnate dalla pungente e sovversiva cifra stilistica, giochi cromatici intensi, decorazioni ridondanti, architetture barocche, compongono un mondo senza tempo e senza spazio, in cui i canoni classici della pittura rimangono sempre in primo piano


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Nelle sue opere in un mondo privato, per soggetti ed ambientazioni, Patrizio Di Massimo diventa spesso protagonista, unico interprete di un sorta del teatrino immaginario alla ricerca di autodefinizione, di un’affermazione del sé, dove vivere, contemporaneamente, tante vite parallele.-taglio- Nato a Jesi (1983), da sempre appassionato del disegno e della storia dell’arte, si diploma alla Slade School of Art di Londra: città dove, tutt’ora, vive e lavora. Le prime ricerche artistiche di Di Massimo avvengono attraverso un’ampia sperimentazione trans mediale, con utilizzo di video, performance, installazioni multimediali, per infine, definitivamente, approdare alla pittura. Nei suoi dipinti, sin dagli inizi, si ritrovano e convivono pacificamente, manierismo e realismo, caratterizzati da una inedita oggettività composta da corpi ambigui, dettagli esasperati, in bilico tra la bellezza e il grottesco, tra l’ironia e il melodramma, senza mai celare una discreta, ma ampiamente diffusa, componente erotica. Il punto di partenza di ogni dipinto è il disegno, un elemento fondante e chiave d’accesso all’ispirazione pura. La narrazione si sviluppa in un intreccio tra tradizione e innovazione, attraverso continue sovrapposizioni in cui il “vero” e il “verosimile” diventano spesso interscambiabili. La tradizionale forma del ritratto e dell’autoritratto, con tutta la loro insita teatralità, fanno parte di un processo creativo, dove grazie ad una perspicace trasfigurazione del dato biografico e del quotidiano, le opere assumono le valenze quasi parodistiche. All’improvviso, l’Artista diventa l’arte stessa. Con chiari riferimenti ai maestri del passato (David Hockney in primis), Di Massimo dipinge se stesso, la moglie, la figlia e gli amici, ampliando gradualmente la gamma dei soggetti, lasciando presagire un’ulteriore evoluzione del proprio lavoro e la volontà di includere presto, anche il paesaggio e la natura morta. Si appropria e fa sue le opere già conosciute, le ripensa e reinterpreta, contaminandole con i propri codici stilistici.-taglio2- Inediti giochi cromatici definiscono gli ambienti teatrali, stracolmi di tappezzerie, drappi variopinti, nappe gigantesche, le stoffe orientaleggianti. Su questi palcoscenici immaginari, si muovono buffi figuranti in pose contorte, vestiti con abiti a righe ritmiche e squillanti. Le scene, studiate ed esagerate, si riferiscono spesso a fatti veramente accaduti. I dipinti ambientati di notte, sembrano far eco in modo beffardo, a film sui mostri. Tutto si fa gioco, spiritoso e spensierato, in una specie di arena popolata da lottatori innocui. Uomini e donne si divertono a far parte di originali protagonisti in questa sorta di stravagante teatro domestico. Una parodia sagace di un mondo imperfetto, vestito di raffinata eleganza pittorica e curato nelle audaci forme. Un mondo personale pervaso da realismo magico, che si lega all’ambiguo, in un costante dialogo teatrale, a tratti giocosamente perverso, fra ritratto e performabilità, tra tradizione e tentativi di riattivazione dei nuovi codici visivi. Il linguaggio artistico di Patrizio Di Massimo, da sempre, spazia e incorpora molte forme espressive. Temi classici si alternano a ritratti quotidiani. Minuziose scenografie barocche vengono contrapposte a immagini dai tratti di un fumetto. Mezzi espressivi spesso sorprendenti, si intrecciano con stilemi e iconografie classiche, formando costantemente un universo a parte, gioioso e giocoso, pieno di armonia e di fanciullesca purezza. Nell’arte di Di Massimo c’è mistero e commozione, fragilità e riflessione sul tempo che passa. Un mondo immaginario, che spesso fa sorridere, a tratti impossibile e fin troppo grottesco, ma pieno di speranza e di sano divertimento.





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