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Passepartout al San Carlo

di Maresa Galli

Numero 197 - Marzo 2019

Il bellissimo teatro partenopeo si rinnova, grazie ad un progetto che mette al centro la bellezza dell’arte in ogni sua sfumatura


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Una visita alle sale prove del Balletto e della Scuola di Ballo del Teatro di San Carlo è sempre un’emozione, con i giovani che trasmettono energia, passione, soprattutto mostrano grande impegno e sogni. Grandi lavori al Lirico che rinnova il sipario ottocentesco di Giuseppe Mancinelli, raffigurante “Il Parnaso”, del 1854, unico esempio di sipario originario ancora esistente al mondo; il pavimento della Scuola di Ballo e le divise per musicisti, coristi e danzatori, firmate da Liu-Jo. Dal San Carlo parte un appello per completare il progetto di fundraising per l’acquisto delle sedie da collocare nei palchi. Sono i progetti presentati dalla sovrintendente Rosanna Purchia e dalla direttrice agli Affari Istituzionali e Marketing Emmanuela Spedaliere, con il direttore del Corpo di Ballo Giuseppe Picone. -taglio- L’iniziativa si chiama “Passepartout”, e nasce da un’idea della curatrice d’arte Carla Travierso, dall’architetto Francesca Frendo e dalla showgirl Veronica Maya. Il progetto pone in sinergia le istituzioni culturali e le istituzioni. “Poco più di un anno fa – spiega Picone – in occasione della serata di gala ‘Il gran ballo di Cenerentola’, lanciammo una campagna di fundraising per acquistare un tappeto harlequin, un pavimento da danza ammortizzante che permette di ridurre il rischio di lesioni tendinee, muscolari ed ossee causate dai pavimenti troppo duri. Parlai del rinnovo delle sale con Veronica Maya e da lì nacque l’idea”. È stato rinnovato anche il pavimento ligneo di quattro sale da ballo. Per far ciò sono stati impiegati i ricavati dei biglietti della soirée di gala, il contributo degli sponsor e soprattutto l’Art Bonus, il meccanismo che consente un credito d’imposta pari al 65% dell’importo donato a chi effettua erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale pubblico italiano. La sponsorizzazione è stata sostenuta in larga parte dagli imprenditori campani Mark Fedele, amministratore della The Anglo Italian School, Giovanni Lombardi, presidente Tecno srl, Massimo Riccio, amministratore unico Acro Texture Spa, Paolo Scudieri, presidente Adler. Il mecenate -taglio2- francese, Philippe Foriel-Destezet, grande appassionato di musica, ha contribuito col suo intervento al completamento dei lavori di restauro del sipario ottocentesco. Gianluca Isaia ha consentito l’acquisto di nuove sedie per l’orchestra. E, a imperitura memoria, sugli schienali delle sedie viene apposta una targhetta col nome del donatore, per ricordare che vi sono “mecenati sensibili capaci di fondere l’amore per l’arte con il concreto sostegno alle azioni di sviluppo”. Prossimi progetti, un focus sul “Concerto d’Imprese, con Gianfranco D’Amato a capo di un gruppo di imprenditori che verseranno cinquantamila euro a testa l’anno. Carla Travierso spiega anche che per la prossima stagione gli imprenditori dovrebbero finanziare la tappa napoletana della tournée di Riccardo Muti con la Chicago Symphony Orchestra. Intanto, due fiori all’occhiello del mecenatismo sono il concerto al San Carlo dell’Orchestra del Mariinskij di San Pietroburgo, diretta da Valerij Gergiev e la tournée della Compagnia di Ballo stabile del Teatro, della scorsa estate, a Pechino. Imperdibile, tra gli altri grandi eventi, la “Maratona Beethoven” del 22 giugno con Jurai Valchua sul podio.





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