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PAOLO BELLI

di Agnese Serrapica

Numero 195 - Gennaio 2019

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Dagli inizi da enfant prodige agli anni della maturazione, è stata lunga quanto impegnativa la carriera del cantautore e performer. Che proprio quando stava perdendo la speranza ha visto iniziare tutto. E da lì non si è fermato più...


Un amore a prima vista, corrisposto e indissolubile, quello tra Paolo Belli e la musica. Una passione che lo accompagna dall’infanzia e che lo spinge a migliorare e migliorarsi, ancora oggi dopo trent’anni di carriera. Perché di imparare non si finisce mai, questo lui lo sa perfettamente e lo dimostra in ogni cosa che fa, dalla tv al teatro, quando corre in bicicletta e quando scende in campo per la solidarietà con la Nazionale Cantanti di cui è anche Presidente. Entra da sempre nelle case degli italiani dalla porta principale, conservando stile, garbo e umiltà, sue caratteristiche, rare e spiccate, che lo rendono artista d’eccellenza e personaggio amato e stimato dal pubblico di ogni età.

È la musica che ha scelto te o viceversa?

“È stata la musica a scegliermi, sin da piccolo. Quando si è bimbi si è curiosi e attratti da tutto. Io avevo 5 anni, e passando vicino alla finestra della casa di un conoscente, lo sentii suonare il piano. Chiesi a mia madre di portarmi a scuola di musica, e da li è nato tutto. A volte penso: chissà come sarebbe la mia vita ora se in quel momento non avessi sentito quella persona suonare. Magari se lo avessi visto intento a costruire un muro, ora sarei un muratore!”

Come è iniziata la tua carriera?

“Già all’età di 10 anni scrivevo canzoni, recitavo a scuola ed ero affascinato dagli show che vedevo in tv. Sognavo di fare esattamente quello che sto facendo adesso. Di conseguenza, mi applicavo a studiare musica, partecipavo a tutti i concorsi dilettantistici della mia zona e spesso li vincevo. Mandavo cassettine demo alle case discografiche, cantavo e suonavo con varie band. Poi, all’età di 27 anni, quando ormai avevo perso tutte le speranze, una casa discografica mi convocò, mi portò a Sanremo dove però venni eliminato al primo turno. Il giorno dopo mi chiamarono Piero Chiambretti per partecipare al suo show televisivo e Vasco Rossi per andare in tour con lui. Per fortuna, il grande pubblico dimostrava di apprezzare sempre di più il mio modo di esprimermi.”

Sei un artista poliedrico, che si è “costruito” passo dopo passo. Quanto hanno contato lo studio e la gavetta?

“Credo sia la somma di tanti fattori. Sicuramente si deve avere un minimo di talento e un pizzico di fortuna. Non so dire in che percentuale, ma sono certo che tantissima deve essere gavetta, abnegazione e passione. Senza questi fattori non si va da nessuna parte, o per lo meno non si dura di certo 30 anni come è successo a me.”

Un giovane Paolo partecipa al Festival di Sanremo e vince il Festivalbar. Che ricordi hai di quel periodo?-taglio-

“Meravigliosi, tanta incoscienza e grande istinto, ma sempre con tanta voglia di migliorarsi, di non sentirsi mai arrivato e tanta voglia di lavorare.”

Quanto è cambiata la tua vita con “Torno sabato” di Giorgio Panariello e con “Ballando con le stelle” insieme a Milly Carlucci?

“Tantissimo, essere al fianco di straordinari artisti del loro calibro, mi ha confermato che non arrivi a certi livelli senza i fattori di cui parlavo prima. Ho cercato e cerco tutt’ora di imparare da loro continuamente. Stare al loro fianco è come andare alla miglior scuola per entertainer e avere i migliori rettori che si possa avere. Faccio di tutto per mettere in pratica i loro insegnamenti.”

Sei il Presidente della Nazionale Italiana Cantanti. Quanto è importante la solidarietà per te?

“Fondamentale: sono conscio di essere sano e dunque fortunato, di fare il mestiere più bello del mondo e consapevole che al mondo ci sono persone più meritevoli del sottoscritto ma che non hanno la mia stessa fortuna. Quindi mi devo sdebitare in qualche modo. Per me, fare solidarietà è come leggere un libro meraviglioso che ti fa scoprire dentro di te cose che ti fanno migliorare.”

Cosa provi quando le persone ti dicono che ti considerano “uno di famiglia”? E quanto influiscono in questo le tue performance live? “Mi fa un piacere immenso sentire cose del genere e sicuramente i miei impegni extra-televisivi, e soprattutto quelli nei teatri, contribuiscono a questo mio forte legame con il pubblico.”

Riesci infatti a trasmettere un’energia incredibile. Cosa ti dà la carica giusta nella vita?

“La vita stessa: la famiglia, gli amici e il mio lavoro.”

Cosa sogna Paolo Belli?

“La salute per me e per le persone che amo. Per quanto riguarda il resto... premesso che per me va già bene così, accoglierò con gioia tutto ciò che di bello avrò meritato.”

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