È una delle giocatrici più forti del mondo, l’orgoglio italiano, la sportiva che ha superato tanti ostacoli battendo non solo le squadre avversarie ma anche molti pregiudizi sociali
Negli ultimi anni quella di Paola Egonu è stata una cavalcata trionfante, non solo in ambito sportivo dove continua ad ottenere risultati strepitosi, ma anche in ambito extra campo grazie alle numerose iniziative cui ha preso parte esponendosi circa tematiche socialmente importanti volte alla sensibilizzazione dei più giovani. -taglio-Questo, inoltre, è stato un anno di cambiamento per Paola nazionale poiché per la stagione 2022-23 si è trasferita per la prima volta fuori dall'Italia, precisamente in Turchia, dove ha disputato la Sultanlar Ligi con la maglia del VakıfBank, aggiudicandosi la Coppa di Turchia e la Champions League, insignita, in entrambi i casi, del premio come miglior giocatrice del torneo. Insomma, potremmo paragonarla quasi a Re Mida, dove passa lei cresce l’oro. La scorsa estate impossibile dimenticare la vittoria della nostra Nazionale alla Volleyball Nations League, competizione che vede la Egonu come miglior opposto e come MVP dell’evento, seguita dal bronzo al campionato mondiale. Il rapporto con la maglia azzurra non è stato sempre semplice da gestire, proprio come ci racconterà lei stessa in questa intervista, ma una cosa è certa: la pallavolo italiana ha bisogno di lei, anzi lo sport ha bisogno di atleti come Paola Egonu. Per il prossimo anno, tornerà in Italia vestendo la maglia del Vero Volley, team di Monza che quest’anno è arrivata a giocarsi la finale scudetto contro la corazzata del Conegliano – che poi ha ottenuto la vittoria ndr. – dimostrando la solidità di un progetto nuovo che aveva quindi bisogno di una giocatrice come Paola Egonu per crescere durante la prossima stagione. Prima del ritiro con la Nazionale, abbiamo incontrato Paola per una chiacchierata relativa non solo alla pallavolo ma a tutti i suoi prossimi progetti. Ciao Paola, come prima cosa bentornata in Italia… come stai? “Grazie! – ride ndr. – Sto bene, sono contenta di essere ritornata nella mia città e di aver il tempo di trascorrere un po' di tempo con la mia famiglia prima di ripartire con la Nazionale.” A proposito di Nazionale, cosa ti ha spinta a voler ritornare ad indossare la maglia azzurra? “Diciamo che la mia decisione non era andata giù a nessuno, ma l’anno scorso ero molto decisa a voler ‘staccare’ con il contesto Nazionale. Poi, però, questo anno lontano dall’Italia mi ha permesso di metabolizzare tante cose e soprattutto di guardare le varie situazioni con uno sguardo distaccato, ‘esterno’ e di conseguenza capire che forse non era ancora il momento di dire addio alla squadra della mia nazione. È stato anche il coach – Mazzanti ndr. – a convincermi; è stato molto paziente, mi ha chiamato spesso per far sì che io trovassi quella che per me sarebbe stata una possibile condizione ideale per ritornare in squadra. Alla fine, eccomi qui, pronta ad allenarmi e a riprendere da dove avevo lasciato: amo troppo questo sport, e come tutte le storie d’amore ci sono gioie e dolori!” La goccia che ha fatto traboccare il vaso ha riguardato, in realtà, cose extra campo; che percorso hai fatto per riuscire a superare la sofferenza di quel momento e sentirti pronta a tornare? “È proprio questa la cosa che mi ha fatto uscire fuori di testa, la delusione di dover soffrire non per una sconfitta, una partita giocata male che sappiamo bene sono cose che possono accadere nello sport, ma il fatto di dover essere insultata con offese razziste relative al colore della mia pelle o al mio orientamento sessuale. -taglio2- Mi sono sentita così mortificata, mancata di rispetto che in quel momento ho pensato di non poter sostenere tutto questo. Poi, come accennavo prima, ho pensato e ripensato a tutto quello che era accaduto ed ho capito che non potevo darla vinta a chi pensa di essere forte in questo modo, anzi, da sportiva ho il dovere di andare avanti e di continuare a combattere a testa alta contro la cattiveria che c’è in giro. Sarebbe stato da vigliacchi prendersela e non fare nulla, così grazie anche all’aiuto di un mental coach ho imparato come gestire situazioni che possono ferirmi personalmente e soprattutto ho imparato come reagire.” Ritornando alla pallavolo, la prossima stagione sarai una giocatrice del Vero Volley, cosa ti ha spinto a scegliere questa società? “Myriam! – Sylla ndr. – No dai, scherzi a parte… quest’anno in Turchia è stato bello e soddisfacente a livello sportivo poiché avevo bisogno di fare un’esperienza all’estero. Detto questo, nonostante io mi sia trovata bene ho avvertito la mancanza di casa, la mancanza delle mie amiche… e lì c’è stata Myriam che ogni giorno mi ripeteva ‘vieni a giocare qui, vieni a giocare qui’ – ride ndr. – Ho valutato quindi qyesta opzione, ho seguito il Vero Volley fino alla fine e parlando con la Dirigenza e l’allenatore mi è piaciuto molto il progetto. È una squadra in cui c’è il giusto mix tra giovanissime e giocatrici più esperte, stanno costruendo qualcosa che potenzialmente può diventare incredibile e sono contenta di poter dare un aiuto.” Qualche mese fa hai calcato il palco dell’Ariston durante il Festival di Sanremo, e nel tuo monologo ti sei fatta portavoce di una forte messaggio di uguaglianza… che esperienza è stata? “Incredibile! Mi avevano detto che quel palco fa emozionare anche i più temprati e infatti quando mi sono ritrovata di fronte la platea mi tremavano le gambe. Sicuramente ricorderò quel momento per sempre, e ringrazio Amadeus per avermi dato un’opportunità simile. Inoltre, ho capito che quella sarebbe stata l’occasione giusta per trasmettere il mio pensiero, sapevo che avrebbe avuto una risonanza molto grande e sono contenta di aver fatto e aver detto ciò che più mi rappresenta.” Come hai detto, tra poco partirai per i vari impegni con la Nazionale, cosa metti in valigia di nuovo rispetto lo scorso anno? “La tranquillità. Per quest’anno mi sono ripromessa di affrontare tutto con tranquillità. Al momento ho raggiunto una nuova consapevolezza: so di essere una giocatrice che deve ancora imparare tanto, ma allo stesso tempo conosco i miei mezzi quindi non devo farmi sopraffare dall’emotività ed affrontare tutto in maniera zen! Sarà complicato, già lo so perché io sono una focosa di base, però ci provo e spero di riuscirci… anche perché ho capito che questo tipo di approccio ti permette di goderti al meglio le cose!”