Nei palazzi gentilizi l’eco degli antichi splendori
Fu approdo e colonia di Fenici, Cartaginesi e Greci, diventò parte dell’Impero Romano, fu dominata da Arabi, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi. Viceregno spagnolo e poi regno borbonico fino all’arrivo di Garibaldi. Le tracce più remote sono leggibili nella stratificazione che si va portando alla luce, mentre quelle dell’alto medioevo sono presenti nell’architettura di influenza islamica e normanno-sveva. -taglio- Fu infatti capitale del Regno di Sicilia, che comprendeva l’intero meridione, fino all’avvento di Carlo D’Angiò che trasferì la capitale a Napoli. I condottieri e gli uomini di corte a seguito delle varie dinastie che regnarono sull’isola, ricompensati con vasti feudi, andarono creando una classe baronale molto potente e ricca grazie ai redditiproventi degli estesi possedimenti. L’aristocrazia siciliana amò sempre manifestare la grandezza del proprio status con fastosi palazzi e ville di campagna, in una gara di lusso e sfarzi. I matrimoni combinati, unendo i patrimoni, contribuivano ad aumentare le fortune delle casate. Naturalmente i palazzi più sontuosi venivano realizzati a Palermo dove la nobiltà ruotava intorno alla casa reale. Anche nel periodo borbonico, sebbene la capitale fosse Napoli, i nobili ebbero diretti contatti con Ferdinanado IV in occasione delle sue due fughe in Sicilia, dal 1798 al 1802 e dal 1806 al 1815. Lungo le vie del centro antico si susseguono maestosi portali sormontati da enormi stemmi gentilizi. Esistono ancora più di ottanta palazzi nobili. Lungo le vie del centro antico si susseguono maestosi portali sormontati da enormi stemmi gentilizi. Alcuni semidistrutti da bombe, abbandono e incuria, altri ristrutturati e visitabili, soprattutto dopo che la grande narrativa siciliana: De Roberto, Tomasi di Lampedusa, Dacia Maraini, e il cinema che vi si è ispirato, li hanno resi noti a un vasto pubblico. Il fastoso palazzo Gangi-Valguarnera, per esempio, nei cui saloni Visconti girò la fantastica scena della danza del principe di Salina (Burt Lancaster) e Angelica (Claudia Cardinale), raramente è aperto al pubblico, ma per tanti altri ciò è possibile. Va detto che visitarli è un’esperienza che colpisce e affascina: è un viaggio ideale nel glorioso passato di una fetta privilegiata della società che trascorreva il suo tempo tra feste e spassi. I bombardamenti americani del ’43 hanno causato molti danni, per esempio al Palazzo Tomasi di Lampedusa, che fu semidistrutto. Dopo decenni di abbandono, una cordata di imprenditori e architetti insieme a Lanza, erede di Tomasi, ha proceduto ad un’accurata ricostruzione dello stesso. Una parte è B&B, un’altra è Museo dedicato all’autore de “Il Gattopardo”, il resto è residenza del figlio adottivo Gioacchino Lanza Tomasi e della consorte duchessa Nicoletta,-taglio2- che vi organizza eventi, visite guidate e lezioni di cucina siciliana. Sono tante e tutte bellissime queste antiche dimore e meriterebbero un attento e dettagliato studio che ci riproponiamo di realizzare. Tra i tanti palazzi storici di rilievo ricordiamo: “Drago Airoldi di Santa Colomba” che sorge sul Cassaro, il più antico asse viario della città, “Asmundo” che affaccia sulla maestosa Cattedrale, “Mirto”, lo storico “Steri”. E cCi piace segnalare il Palazzo Conte Federico, poco distante dalla Cattedrale, raggiungibile in un dedalo di vicoli in una zona che meriterebbe di essere risanata restaurata, come pure la stessa facciata dell’antico edificio. É uno dei più antichi, ininterrottamente abitato dalla famiglia Federico, che vanta discendenza dagli Hohenstaufen e precisamente da Federico di Antiochia, figlio naturale di Federico II. La torre arabo-normanna, che è la parte originaria, sorge sulle mura puniche e conserva una bifora normanna e una finestra aragonese. Nei secoli e nelle svolte della storia l’edificio ha subito trasformazioni e aggiunte, molte arrivate fino ad oggi e amorevolmente conservate fino ad oggi. Per sostenere le ingenti spese fiscali e di manutenzione, come già per altri palazzi palazzi storici, una sezione è diventata B&B, mentre la restante è Museo oltre che abitazione della famiglia. I coniugi Federico:, Alessandro e Alwine, istancabilmente iImpegnati nella ristrutturazione e non facile gestione di una tale complesso struttura e nel recupero di oggetti e mobili appartenuti al casato, aprono la casa a visite guidate su prenotazione. Quando sono in viaggio, se ne incaricano i figli Andrea e Niccolò. Quest’ultimo con fare garbato e affabile illustra ai visitatori la storia della casa e della famiglia, guidandoli nelle sale affrescate, tra preziosi arredi d’epoca, ricordi di illustri ospiti da Wagner alla regina Carolina, a Garibaldi, simboli massonici, collezioni d’armi, cimeli e coppe ottenuti dai genitori nelle corse automobilistiche, foto degli stessi insieme ai figli piccoli. Un giro guidato, insomma nella vita e nella storia di un’antica famiglia da secoli intrecciata con la vita e la storia della città.