Incontro ravvicinato con Crisula Stafida, che dopo il successo riscontrato grazie a “I delitti del BarLume”, è sempre più divisa tra horror e commedia
Fascino lunare e talento da vendere, Crisula Stafida è riuscita di nuovo a catturare l'attenzione con la sua partecipazione alla serie tv “I delitti del BarLume”. Un bel modo per l'attrice romana (ma con sangue greco da parte di madre) di iniziare il 2018, all'insegna di quella commedia che da sempre ama ma che negli ultimi anni ha frequentato un po' meno. Questo perché il mondo dell'horror “Made in Italy” l'ha scoperta, eleggendola sua regina. Chi non se la ricorda, per esempio, nel cult “Tulpa” diretto da Federico Zampaglione? Ora invece è in procinto di uscire, in tutto il mondo, con “The Antithesis” di Francesco Mirabelli, che ha già ricevuto degli importanti riconoscimenti. L'abbiamo incontrata per parlare con lei di questa sua anima artistica divisa in due....
Ti abbiamo appena visto nella serie tv "I delitti del BarLume". Lo rifaresti?
“Il personaggio di Penelope, è un’amica dai tempi dell’università del protagonista Massimo Viviani (Filippo Timi), ballerina di burlesque alla quale i simpatici vecchini si rivolgono credendola la sua 'ganza'. È un personaggio sicuramente al centro della vicenda ed è carico di femminilità. Mi sono divertita tanto sul set, e sono rimasta basita dall’energia dei quattro protagonisti 'più maturi'. Una serie amatissima dal pubblico e davvero ben realizzata, certo che la rifarei, costumi di scena compresi!”-taglio-
Intanto il tuo ultimo film "The Antithesis" sta per essere distribuito all'estero, dopo aver vinto il premio Mario Bava all'ultimo Fantafestival. Ci racconti il tuo personaggio?
“Sophi Vaiani è una geofisica climatologa ingaggiata per individuare le cause di strani fenomeni in una casa misteriosa che finisce per essere come da tradizione la vittima pre-designata di una trama piuttosto originale. È un personaggio femminile forte e razionale che suo malgrado si troverà intrappolata in qualcosa di quanto meno imprevedibile. Il film è un progetto di appassionati decisamente ispirati dagli autori italiani del passato, abbiamo avuto un bellissimo riconoscimento con il premio Mario Bava e spero possa incontrare alla stessa maniera il gradimento del pubblico.”
Vieni definita l'Horror Queen Italiana. Ci parli del tuo legame con questo genere? Pensi che nel nostro paese abbia lo spazio che si merita o venga messo troppo in secondo piano?
“È un legame strano a dire il vero, mai cercato e ripetutamente ribadito... quasi uno stalking! Scherzi a parte è capitato una volta, poi due, e così via, dal corto ai film con Zampaglione evidentemente la percezione di Crisula come interprete ha favorito questo accostamento. E direi che comunque la cosa mi ha onorato. L’horror italiano ha vissuto momenti migliori, è difficile risollevare le sorti del genere in un paese che ha privilegiato la produzione nazional-popolare e comica per decenni, ma ottimi segnali dalle nuove leve arrivano a ripetizione e...chissà.”
Qual è il film della storia dell'horror che ami di più?
“Mi ha incantato la delicatezza di 'The Orphanage', colpito l’idea originaria di 'SAW' e spaventato sul serio il primo 'The Conjuring'.”-taglio2-
Sappiamo però che ami anche la commedia. Non a caso su YouTube va molto forte la tua Manola...
“Come vi ho già confessato la mia liason con l’horror è stata del tutto casuale. La commedia, intima, profonda o anche brillante e ritmata mi mette una grande energia addosso e sì, ne interpreterei volentieri di più. Manola forse nasce proprio da questa impellenza, quella di far uscire un personaggio divertente, sopra le righe, chiassoso, fuori dagli schemi, a tratti provocatorio ed orgogliosamente trash.”
Credi che internet possa essere, oggi, lo spazio adatto per la sperimentazione?
“Sicuramente sì! Una volta c’erano solo i comedy lab, oggi possiamo produrre delle piccole proposte, regalarle ad un pubblico che cresce proprio se e solo se gradisce e ci aiuta a delineare meglio l’idea che abbiamo in mente.”
Hai delle icone femminili cui ti ispiri?
“Forse a cui mi ispiro no, ma stimo alcune attrici italiane tra cui Anna Foglietta e Sabrina Impacciatore. Pensando all’estero ne stimo molte ma la lista sarebbe troppo lunga.”
Quanto è difficile essere una donna che fa spettacolo, soprattutto alla luce di quanto emerso negli ultimi mesi?
“Dunque, provo col potere della sintesi. Nella stragrande maggioranza dei casi non voler rogne, o saperle riconoscere lontano un miglio, coincide col non aver problema poi di far spettacolo. È dura, e solo ahimè di rado il merito, prima di ogni altra cosa, indirizza le scelte di chi decide.”
Sogni nel cassetto?
“Mi ripeterò: Paolo Genovese e lavorerei ancora volentieri con Roan Johnson, mi sono trovata benissimo sul set con lui.”