Ha appena pubblicato il singolo “Adesso lo so”, che sta già conquistando il pubblico giovanile e non solo. Vi presentiamo Jakido
Fabienne Jacquemod in arte Jakido è una giovanissima cantautrice valdostana di 17 anni, che con il singolo “Adesso lo so” (uscito poche settimane fa) sta già conquistando tutti. E non solo i suoi coetanei. Nella sua musica, infatti, troviamo fare suggestioni e contaminazioni che ne fanno qualcosa di unico nel panorama italiano. Noi abbiamo cercato di scoprire qualcosa in più di lei con questa intervista.
Partiamo dal tuo nome d’arte: Jakido. Da cosa deriva?
“Il nome d’arte che ho scelto, ovvero Jakido, deriva dalla parola giapponese gekido' che significa furia. Ho sempre ammirato la cultura giapponese e ho quindi deciso di fare mio questo termine sostituendo le prime due lettere della parola con le iniziali del mio cognome. Questo proprio perchè essere una furia, nella musica che faccio ma anche nelle mie attitudini, è ciò che mi caratterizza e non potevo trovare un termine che mi descrivesse meglio di questo”.-taglio-
È nata prima la passione per la danza o per il canto?
“La passione per la danza è nata da quando ho iniziato a ballare all’età di 5 anni e da quel momento non è mai scomparsa. Mi è sempre però piaciuto cantare, anche se lo facevo in privato in camera mia, nella doccia oppure in macchina, ma senza aver mai pensato di farlo ufficialmente. Con il passare degli anni queste due passioni hanno poi iniziato a viaggiare in parallelo perchè ho scoperto che quello che avevo imparato della cultura hip hop attraverso la danza lo potevo sfruttare nel canto e quindi posso dire che è proprio l’amore per la danza ad avermi portato ad avere la passione per quello che faccio ora”.
Quando hai scritto la tua prima canzone?
“La prima canzone che ho scritto è stata 'Prendere o lasciare' a marzo di quest’anno. Prima di aver composto questo brano tenevo un quaderno dove raccoglievo tutte le idee che mi venivano in mente, ma non lo facevo con lo scopo di creare qualcosa di concreto, ciò che scrivevo erano perlopiù delle poesie. Quello che mi ha spinto a creare un vero e proprio testo è stata la prima delusione in amore che ha creato in me tanti sentimenti contrastanti, ho voluto quindi sfogarli nel testo di quella che sarebbe poi diventata la mia prima canzone”.
Gli artisti che ti hanno maggiormente influenzato?
“In questi ultimi anni la musica che più ascolto è il rap italiano, che è anche il genere che adesso va per la maggiore. Sicuramente gli artisti che mi hanno influenzato in modo più significativo sono la Madame, che per quanto riguarda il rap femminile, è una delle figure che più stimo in assoluto; mi ritrovo molto nel suo stile artistico e per questo è anche una delle mie maggiori fonti di ispirazione. Inoltre ho preso spunto anche da altri artisti che ascolto ovvero Izi, Ernia,e artisti francesi come Stromae e Soprano”.
Ti piace la contaminazione tra generi?
“Sicuramente lo stile di musica che propongo io non è rap allo stato puro come forse si è abituati a sentire. Siccome anche le mie preferenze musicali sono molto varie non ce n’è una che in particolare mi piaccia seguire, nei miei pezzi ho quindi voluto dare un’impronta hip hop con qualche sfumatura funk. Avendo anche una buona intonazione vocale ho quindi voluto darle valore utilizzando la mia voce in modo più pop e credo che questo sia un mix interessante e particolare che potrebbe attirare anche un pubblico più ampio”.-taglio2-
Parliamo invece del tuo singolo “Adesso lo so”, di cosa parla?
“In questa canzone ho voluto dare sfogo a molti dei problemi che caratterizzavano il periodo in cui l’ho scritta proprio per trovarne una via d’uscita. Il titolo fa capire alla fine ho trovato la soluzione: la musica, il poter scrivere di qualsiasi pensiero fa sì che questo prenda vita e diventi la colonna sonora della mia, così da non dimenticarsene ma ricordandolo in modo diverso. Nella prima parte della canzone infatti parlo di qualcosa che mi stava opprimendo, ostruendo il mio futuro come se fosse una malattia che mi stava trascinando sul fondo. Ciò che mi stava succedendo non mi permetteva di guardare correttamente tutto quello che avevo attorno, avevo proprio toccato il fondo, e dovevo quindi trovare una via di scampo e cioè quella di abbandonare i miei problemi e lasciare indietro tutto quello che mi faceva male 'come fanno gli alberi con i rami morti', di imparare a convivere con me stessa, accettare ciò che mi stava succedendo e 'cercare la risposta nelle cose che ho'. La cosa incredibile è che nel primo momento in cui ho scritto questa canzone era come se fosse incompleta, molte frasi le avevo scritte per completare il senso generale ma non avevano una vera e propria collocazione nella mia vita. Adesso invece è come se le frasi che in un momento precedente avevo scritto per puro caso prendessero una vera forma, ogni parola ha trovato il giusto significato, come se quando ho scritto la canzone avessi fatto una sorta di previsione di quella che sarebbe stata la mia vita adesso, avendone già trovato la soluzione."
Cosa ci dici del videoclip che lo accompagna?
“Il video è stato girato da Daniele Chatrian, un mio carissimo amico che ha fatto davvero un gran lavoro. Come location abbiamo scelto un piccolo villaggetto diroccato sopra Chambave, un comune della Valle d’Aosta. La scelta del luogo e soprattutto della stagione non è casuale: parlando nella canzone di 'rami morti', mi sembrava opportuno girare il video in autunno, serviva anche per fare da perfetto sfondo al villaggio abbandonato che doveva rappresentare la situazione di smarrimento raccontata nel testo. Un luogo abbandonato e anche una stagione in cui tutto si prepara a cambiare era perfetto per racchiudere il tutto perchè era un po’ anche la descrizione di come mi sentivo io nel momento in cui scrivevo il testo della canzone”.