Dopo “Doppio Specchio”, l’attrice e regista Anita Mosca porta in scena “Il bacio sull’asfalto” di Nelson Rodriguez
Attrice, regista, drammaturga e traduttrice, Anita Mosca, di ritorno da tournée internazionali, torna in Campania con i suoi nuovi spettacoli. Il 16 novembre 2024, ha presentato, alla Sala Ichòs di San Giovanni a Teduccio, Napoli, “Doppio Specchio”, produzione Itinerarte. Lo spettacolo è scritto, diretto e interpretato da Anita Mosca in scena con la figlia, Isabella Mosca Lamounier. Le musiche sono composte ed eseguite da Salvatore Morra, le opere pittoriche da Ciro Di Matteo, i movimenti scenici da Mariacira Borrelli.-taglio- Con “Doppio specchio” torna alla sua lingua di radice, lo stabiese… “Si. Con lo spettacolo torno alla mia lingua di radice, il napoletano, nella sua variante diatopica stabiese, ma anche al mondo fatto di ricordi, immagini, visioni della bambina e dell’adolescente che sono stata, in un piccolo contesto di provincia, quello di Castellammare di Stabia appunto, segnato dalla violenza nel micro e nel macro. Solo adesso, dopo che la vita ha fatto grandi giri, nel privato e nel mio percorso artistico, mi rendo conto con una consapevolezza nuova, di quanto sia stato difficile allora, affrontare un percorso di autodeterminazione, come persona innanzitutto, e poi come donna e ancora come artista. “Doppio specchio” mi dà occasione, dunque, di mettere le mani in un passato scomodo, di scavare in anni difficili, quando rimanevo sbigottita per le differenze tra l’educazione impartita a noi donne, a me stessa, ma anche all’esercito femminile fatto di sorelle, cugine, rispetto ai nostri coetanei maschi. Ma anche alle differenze di diritti e doveri tra i nostri genitori, i nonni, gli zii. Un micromondo patriarcale che mi torturava nell’anima, perché mi lasciava fragile e impotente davanti a scene di violenza di genere. Alla condizione di una famiglia patriarcale, faceva sfondo poi una guerra sanguinosa tra due clan rivali in quegli anni. Non parlo anche di questo nel mio spettacolo, ma cito il contesto inaccettabile, che nessuno dovrebbe mai vivere sulla propria pelle in una società civile, perché esacerbava ancor più, in quegli anni le restrizioni e le limitazioni alla nostra gioventù, inflitte dai nostri genitori, che avevano comprensibilmente paura di tutto”. Qual è il ruolo delle opere pittoriche nella messa in scena? “Ciro Di Matteo, autore delle opere pittoriche, traduce in segno grafico la violenza che prende forma nella testa della protagonista. Adolescente e studentessa di liceo artistico, appassionata di disegno e pittura, viene costretta ad un matrimonio precoce ancora ragazzina, organizzato dalla famiglia di origine per proteggere, l’onore della ragazza, che dava segni di squilibrio e ribellione, secondo i suoi genitori. In realtà la ragazza mostrava semplicemente una irrefrenabile voglia di vivere la vita ed esprimere il suo talento. -taglio2-Dopo anni di sopraffazioni e violenze, subite prima dalla famiglia di origine e poi dal marito, riesce a ribellarsi, esprimendo attraverso tele realizzate su lenzuola di casa il proprio dolore. Vedremo volti e corpi scomposti, lacerati, trasfigurati. Quel momento segnerà una lenta presa di coscienza del proprio stato, che la porterà a compiere un’azione di ribellione”. Dove sarà dopo “Sala Ichòs”? “Dopo questo piccolo scrigno magico con i suoi meravigliosi e donchisciottiani fondatori, debutto a febbraio 2025 ne “Il bacio sull’asfalto” di Nelson Rodrigues, al NEST Napoli Est Teatro. Una grande e splendida avventura tradurre, dirigere e interpretare, insieme ad Emilio Massa ed alla Compagnia NIU, la drammaturgia di questo fantastico autore brasiliano, purtroppo ancora semisconosciuto in Italia. Il progetto si avvale della collaborazione di Luca Bacchini, brasilianista dell’Università Sapienza di Roma e della musicista Thaìs Nicodemo, docente dell’Universidade Campinas, Brasile”. Che cos’è per lei il teatro? “Ho sempre inteso il Teatro come apertura ad altri mondi, altre culture. Oggi credo che il lavoro del drammaturgo sia ancora più necessario e forse più arduo del passato. La drammaturga/il drammaturgo credo che abbiano tra i propri doveri quello di osservare, interpretare e trasfigurare il contemporaneo in scena, superando il coro infinito di voci ed immagini che oggi ci sommergono. Eppure, questo ofício, così superfluo, così fragile e dispensabile, che chiamiamo Teatro, è necessario all’umanità”.