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Normal life

di Gaetano Magliano

Numero 234 - Ottobre 2022

Entriamo nel mondo di Psiker e del suo nuovo album “Retrofront”: uno spaccato di vita vissuta, spesso dietro a una scrivania


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“Quando 20 anni fa ho iniziato a scrivere canzoni, ho preferito crearmi uno pseudonimo, per costruire una sorta di vita parallela a quella più “tradizionale” e per mantenere una certa riservatezza”. Da ‘psiche’ (dal greco psyché, ovvero anima, mente), unito al suffisso ‘er’ (che in inglese identifica ‘colui il quale’), è nato Psiker, ‘colui che pensa’. -taglio-Ecco svelato cosa si cela dietro il cantautore e producer milanese, al secolo Massimo Curcio, alle prese con la promozione del suo nuovo e attesissimo album dal titolo “Retrofront”, anticipato dai singoli “Ctrl Alt Canc” Feat. Vega e “Spam (Uffa)”. È questo il suo settimo album in studio, realizzato da Psiker insieme ad altri 6 giovani producer attivi soprattutto nella scena urban, trap e rap italiana, ovvero Daniele Franzese, J’adore Ladoor, Logos, Starchild, Mr.Bohem e Whizy. L’album si compone di 10 brani in cui l’artista analizza con spirito critico, tuttavia senza rinunciare all’ironia, la quotidiana vita di ufficio, unendo sonorità tipiche degli anni ’80 e ’90 con quelle più contemporanee. “Retrofront” affronta una tematica particolare: la quotidiana vita d’ufficio. Cosa ti ha spinto a scegliere questa tematica non comune nel mondo della musica? “Parlo semplicemente della mia esperienza da impiegato, quindi è tutto molto naturale e parzialmente autobiografico. Racconto quello che vivo tutti i giorni in ufficio e aggiungo spunti di fantasia (pochi a dire il vero). Sono un osservatore, mi piace parlare di temi non trattati nelle canzoni di altri musicisti. È difficile che trovi ispirazione per scrivere un testo d’amore, che non sembri scontato o già raccontato. Quando lo faccio ricorro a metafore e la testa prende il sopravvento.” Questo è il tuo 7° album in studio e per realizzarlo hai scelto dei giovani producer attivi nella scena rap, trap e urban italiani. Ci parli di queste collaborazioni? “Ho sempre prodotto autonomamente tutte le canzoni del mio repertorio. Per “Retrofront” ho fatto qualcosa di diverso principalmente per tre ragioni. La prima: mi sentivo pronto per confrontarmi con i producer di un’altra generazione rispetto alla mia. -taglio2- Come dico spesso, loro hanno in media la metà della mia età. In secondo luogo, volevo dare alle mie canzoni un sound nuovo, più attuale, fresco. Infine, ho ascoltato molte produzioni di artisti del panorama rap, trap e urban e mi sono accorto di quanti producer di talento si sia arricchito il mercato discografico. Credo che la musica italiana stia vivendo il suo momento più interessante, dalla fine degli anni 90 ad oggi.” Le sonorità dell’album si ispirano agli anni ‘80 e ’90 ma sono realizzate da artisti giovanissimi. Com’è nata l’idea di questo incontro intergenerazionale? “Le sonorità anni ‘80 e ‘90 mi accompagnano da sempre, sono nel mio DNA e non riesco ad allontanarmi da esse. Sono in particolare le melodie, che rimandano a quegli anni e che sono anche i miei preferiti. Le produzioni dei giovani artisti di oggi, richiamano spesso quel periodo e quindi non è stato difficile sentirmi in sintonia con loro. Per rispondere alla tua domanda: “a chi si rivolge la mia musica”, ti dico che scrivo per chi presta ancora attenzione quando ascolta le canzoni. Scrivo per passione e non mi interessa puntare sulla banalità di certi testi, di conseguenza, so che il mio pubblico è speciale.” Cosa c’è nel futuro di Psiker? Hai in programma dei live? “Porterò a teatro le canzoni di “Retrofront” ed il mio repertorio precedente, venerdì 28 ottobre, al Pacta dei teatri di Milano. Al momento è l’unico concerto in programma, il primo in cinque anni. Con me sul palco ci saranno tanti amici del panorama indie. Non vedo l’ora di esibirmi e vedere il pubblico cantare le mie canzoni. Sono sicuro che alcuni ricordano i testi meglio di me!”





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