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Nicola Verlato

di Joanna Irena Wrobel

Numero 216 - Dicembre 2020 Gennaio 2021

Pittore, scultore, architetto, una personalità artistica ricca e singolare, in cui convivono (pacificamente) la memoria e l’innovazione. Un modo di esprimersi forbito, ma (senza alcun dubbio) contemporaneo, sorprendentemente ricolmo di punti di riferimento alla cultura europea, senza mai tralasciare la grande tradizione dell’arte classica italiana


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Nicola Verlato è nato a Soave (Verona, 1965), attualmente vive e lavora a Roma. Sin da bambino, Verlato manifesta un grande interesse per le arti: plasma la creta del giardino, disegna, suona il liuto, sfoglia i libri della storia dell’arte. A 7 anni incontra Fra Terenzio (Quirino Borbone), un frate-pittore francescano del monastero di Lonigo,-taglio- che lo avvicina alle tecniche della pittura, lo educa ad uno stile accademico e ai soggetti religiosi. La scoperta e la fascinazione dell’arte di Caravaggio, portano il giovane artista a tralasciare tutti gli altri mezzi espressivi intrapresi, per dedicarsi esclusivamente alla pittura ad olio. I suoi primissimi lavori sono fortemente influenzati dal sapiente uso drammatico di luce e di ombre, tipici della pittura caravaggesca. In quel periodo, gli altri indiscussi punti di riferimento per Nicola Verlato rimangono i grandi del Rinascimento e del Barocco italiano. I suoi studi proseguono presso il Conservatorio di Verona e poi, quello di Padova. In seguito, decide di frequentare la Facoltà di Architettura dell’Università IUAV di Venezia. Nei primi anni’90 si dedica alle illustrazioni, ai fumetti, alle scenografie, alla decorazione di case private e di spazi pubblici. Nel 1995 vince il prestigioso premio della Fondazione Bevilacqua La Masa e inizia a concentrarsi, a tempo pieno, sulla ricerca nel campo della pittura, partecipando a numerose mostre nelle gallerie italiane ed estere. Nel 1996 si trasferisce a Milano, dove conferma la sua già ben radicata notorietà artistica. La partecipazione alla XII Quadriennale al Palazzo delle Esposizioni di Roma, accresce la più che fondata stima della critica e del pubblico nei suoi confronti. Nel 2004, Verlato si trasferisce a New York, dove insegna alla New York Accademy of Art. Di seguito sceglie di stabilirsi a Los Angeles, dove lavora ed espone per circa sei anni. Nel 2009 partecipa alla Biennale di Venezia, esponendo all’interno del Padiglione Italia. Anni di studi approfonditi, la costante ricerca artistica e stilistica, portano Nicola Verlato ad elaborare uno stile molto personale, dove tutte le opere, alquanto difficili da collocare negli schemi critici predefiniti, si distinguono per la loro ricchezza di contenuti fortemente perturbanti. L’intensità drammatica dei dipinti, corpi contorti caratterizzati da una grande fisicità, galleggianti nell’aria, carichi di tensione, sembrano di compiere atti ineluttabili, che non lasciano mai indifferenti.-taglio2- Dipinti, nel contesto spesso influenzati dal surrealismo americano, nella forma richiamano l’iconografia dell’arte classica greca e romana. Universalmente noto per i suoi lavori socialmente impegnati, Verlato utilizza la forza e l’abilità della figurazione per coinvolgere emotivamente lo spettatore. Scene movimentate, spesso violente, sono i suoi soggetti preferiti. Per potenziare ulteriormente le immagini, Verlato adopera un processo articolato, che combina le tecniche pittoriche tradizionali con le tecnologie moderne, come i programmi di modellazione in 3 D. Contrapposizioni sorprendenti, l’estetica da videogames, che si oppone in ogni momento al sapore della storia. Il risultato finale è quasi spiazzante: un’armonia ricercata, raffinata e un linguaggio contemporaneo, si mescolano abilmente arricchiti dall’arte del fumetto e dagli elementi della cultura popolare. Le opere sono spesso collegate tra loro tematicamente, come i cicli “Zero Gravity”, incentrati sugli scontri automobilistici o “Pagan Pop” in cui i riferimenti a iconografie e soggetti di stampo classico e mitologico, si combinano ad elementi provenienti dal mondo della fantascienza e della tecnologia contemporanea. Di grande importanza la serie di opere dedicate a Pier Paolo Pasolini. Tra queste, spicca il monumentale murales intitolato “Hostia” (2015), ribattezzato ormai “La Cappella Sistina di Tor Pignattara”. Un grandioso tributo al poeta, scrittore, regista, ucciso barbaramente a Roma nel 1975. La pittura di Nicola Verlato si nutre, da sempre, di grande tradizione. È forte nel messaggio che trasmette e straordinariamente espressiva nella forma. I personaggi dipinti sembrano sculture possenti e colme di energia, che tentano di riallacciare l’arte dei nostri giorni al Rinascimento o, forse, al mondo greco-romano. Memorie, che riaffiorano continuamente, rinnovate e reinterpretate, ponendo sempre in primo piano, la figura dell’Uomo.





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