logo-musica

Nessuno mi più giudicare

di Teresa Pugliese

Numero 227 - Febbraio 2022

Littamè è pronta a debuttare sul palco dell’Ariston con la sua “Cazzo avete da guardare”


albatros-nessuno-mi-piu-giudicare

Era il 1966 quando Caterina Caselli cantava il suo urlo di protesta, oggi Littamè fa lo stesso, ma a modo suo e ci aggiunge qualcosa di più. Un urlo forte, di coraggio. Angelica canta con energia un inno alla libertà di essere sé stessi, al di là di tutti i giudizi e i preconcetti. Un messaggio forte il suo, che invita a non avere paura di mostrare anche le proprie fragilità al mondo esterno.-taglio- Un titolo che spacca, come di direbbe oggi, un titolo che lascia il segno. “Cazzo avete da guardare” sarà in concorso al settantaduesimo Festival di Sanremo nella categoria giovani. Finalista di Area Sanremo Littamè dimostra tanta dolcezza così come tanto carattere, lo stesso che l’ha portata qui, portavoce di una generazione sempre più simile a se stessa. Diversa da chi? Mai uguale a se stessa Littamè porterà sul palco tanto coraggio, un parolaccia e le sue collanine! Noi l’abbiamo incontrata alla vigilia di questo grande debutto. Il titolo della tua canzone che porterai a Sanremo “Cazzo avete da guardare” è forte. Un urlo di coraggio e forza. È effettivamente così? “Siamo diversi, diciamo così, forse c’è qualcosa di particolare e credo che sia in ognuno di noi. Magari qualcuno ha più il coraggio di mostrarlo. A me piace tantissimo essere così. Ma allo stesso tempo non mi piace che ci sia qualcuno che te lo faccia notare. Questo è quello che esprimo nella mia canzone.” Nonostante la tua giovane età, il tuo è un pensiero forte, figlio di un percorso interiore molto profondo. C’è qualcosa di vero in tutto questo? “La mia la definirei quasi una coscienza parlante diciamo (ride) nel senso che parlo tantissimo con me stessa e mi piace analizzare tutto quello che ho difronte, sono molto riflessiva infatti. Vivo tutto in prima persona ma provo a sentire anche tutto quello che provano le persone che mi stanno accanto. Mi piace pensare cosa ci stia sotto ogni cosa, ogni sensazione, ogni pensiero. È una cosa che faccio da tanto tempo. Credo che questo modo di fare sia anche il frutto del modo in cui sono cresciuta.” Tra l’altro non hai paura di nessun tipo di pregiudizio, anche perché hai avuto il coraggio di inserire una parolaccia nel titolo di una canzone che porterai sul palco più importante di Italia. -taglio2- Sei un tipo più coraggioso o più incosciente? “Non saprei in realtà. Ci siamo interrogati molto su questa cosa. Avevamo pensato anche ad un altro titolo, ma poi ci siamo resi conto che questo poteva essere quello giusto. Potevamo cambiare quella parola, ma non ci sembrava poi così di impatto così com’è. Questo è un titolo forte tanto quanto il testo.” Provieni da Area Sanremo che è questa esperienza che avete fatto tu e molti altri giovani e che ti ha portato fin qui alla vigilia di questo debutto importantissimo. Che esperienza è stata? “Tutto è cominciato a fine Ottobre, poi sono proseguite le altre audizioni a Novembre, da 250 siamo passati a 56, poi siamo diventati 21, i finalisti e poi la Commissione della Rai ha scelto noi 4 che siamo arrivati al gran finale. È stato un viaggio breve ma intenso.” Immagino sia stata una grande emozione ricevere quella chiamata che ti cambia la vita e che apre una nuova strada inaspettata… “Ero in macchina con i miei genitori ed ho ricevuto un messaggio che mi preannunciava che da lì a 5 minuti avremmo saputo i nomi dei 4 finalisti. Sono stati i 5 minuti più lunghi della mia vita. Avevo il cuore a mille, non sentivo più le gambe. Quando ho letto il mio nome allora ho provato davvero un’emozione unica. Ma anche tanta soddisfazione.” Quali sono le tre cose che Littamè metterà in valigia e porterà con sé a Sanremo? “Una cosa che porto sempre con me è il profumo, indispensabile, non può mai mancare e mi porta sempre anche tanta fortuna. Un’altra cosa saranno le mie collanine di perline, le faccio io, contengono spesso delle lettere, le farò sicuramente per l’occasione e quindi sono sicura che le metterò anche sul palco. E poi assolutamente la piastra, che sembrerà banale ma è la prima cosa che metto dentro in valigia quando devo partire, non potrei stare senza!”





Booking.com

Booking.com