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Nel segno dell’Alta Tuscia

di Antonella Fiorito

Numero 242 - Luglio-Agosto 2023

I fondi del PNRR per ripopolare una delle più suggestive e romantiche località. Tra gli obiettivi principali il contrasto all’esodo demografico e l’incremento dei flussi turistici


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Occorre puntare sulla rigenerazione urbana, cultura e sociale per combattere lo spopolamento e trasformare Proceno, uno dei Borghi Autentici d’Italia nell’Alta Tuscia, Porta del Lazio sulla via Francigena, in un “luogo del buon vivere per gli abitanti” e in meta turistica per gli amanti del turismo slow e i pellegrini. -taglio- Il piccolo e incantevole centro del viterbese, oggi abitato da circa 522 persone, è entrato nella graduatoria per l’aggiudicazione dei fondi previsti dal PNNR - Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Linea B “Progetti locali per la Rigenerazione Culturale e Sociale nell’ambito” del Bando Borghi, promosso dal Ministero della Cultura) per un ammontare di 1.580.000 euro. Accanto al Comune di Proceno, soggetto attuatore, guidato dal sindaco Roberto Pinzi, sono scesi in campo come partner del progetto: CoopCulture, Sapienza Università di Roma, Università della Tuscia di Viterbo, Comune di Acquapendente, Comunità Montana Alta Tuscia Laziale, Associazione Europea delle Vie Francigene, Castello di Proceno, NABA – Nuova Accademia di Belle Arti, Cooperativa Agricola Alta Tuscia. Proceno sorge in un’area di dolci colline con, a fondo valle, un dedalo di fiumi, tra cui il Paglia. Di origine etrusca, la tradizione vuole che sia stato fondato da Porsenna nel VI secolo a.C. Il borgo è per la maggior parte mediovale, con molti edifici diroccati come la Rocca con i suoi torrioni e le sue torri. Vi sono inoltre alcuni edifici mediovali di grande pregio come il palazzo Sforza che risale al XVI secolo. Da sempre è terra di confine, quindi di accoglienza, scambi culturali e integrazione. È sempre stata una delle principali stazioni di posta della Via Francigena, accogliendo pellegrini, religiosi, principi, filosofi e letterati, tra cui Galileo Galilei. Ancora oggi è un “racconto” a cielo aperto dei suoi 25 secoli di storia. Di impianto medievale perfettamente leggibile, è un centro fortificato di cui sono testimonianza il Castello, le mura quasi completamente conservate e il tessuto edificato, che disegna un labirinto di stretti vicoli. Ma tanta bellezza e tanta storia non ha preservato Proceno da un serie di problemi, primo tra tutti lo spopolamento. Negli ultimi 100 anni si è assistito ad un’importante decrescita demografica nel Borgo di Proceno. Se negli anni 30 si contavano circa 2000 persone, oggi sono solo 522 i residenti. A questo fenomeno si è accompagnato un progressivo invecchiamento con perdita delle attività economiche ed imprenditoriali, agricole e artigianali, ma anche dei servizi commerciali essenziali per cittadini e turisti. Un processo che deve essere arrestato per non trasformare Proceno in un borgo fantasma, rischiando di perdere sia il patrimonio immateriale, ma anche quello materiale a causa dei problemi di conservazione e fruizione dei beni immobili. Il progetto “Proceno, borgo di rigenerazione” individua perciò innumerevoli punti di forza da trasformare in opportunità per la rinascita, a cui si aggiunge il forte senso di appartenenza dei cittadini. Grazie alla collaborazione con Sapienza Università di Roma, Università della Tuscia di Viterbo e NABA – Nuova Accademia di Belle Arti, Proceno intende diventare un polo di eccellenza formativa attivando, in pianta stabile, un laboratorio scientifico per lo studio della rigenerazione dei piccoli borghi. Qui gli studenti avranno la possibilità di studiare, ricercare e sperimentare processi rigenerativi che il “tessuto minore” italiano, e dell’intero mediterraneo, stanno affrontando per rispondere alle grandi sfide del nostro tempo. Tutti gli abitanti saranno chiamati ad esprimersi non solo sulla nuova identità da dare al borgo, ma anche coinvolti nel progetto riallestimento del Museo Georgofilo, uno dei simboli del borgo.-taglio2- Il museo diventerà il luogo dove confrontarsi e interrogarsi su una nuova economia agricola, legata alla sostenibilità e circolarità. Inoltre, grazie al partenariato con CoopCulture, la rigenerazione dei cittadini passerà anche dalla nascita di una Cooperativa di Comunità che si occuperà di gestire i diversi servizi che nasceranno sul territorio per garantire le migliori condizioni di accoglienza. Saranno così create nuove opportunità occupazionali. Il borgo è la Porta del Lazio ovvero la Galizia della Francigena. Proceno potrebbe almeno raddoppiare il flusso di turisti, soprattutto in vista del Giubileo 2025. Sarà questa l’occasione per intercettare tutti quei turisti che si approcciano alla Francigena, anche per un giorno, per visitare e conoscere il tessuto minore della nostra Penisola. Per questo sarà implementato il sistema dell’accoglienza e di intrattenimento culturale del borgo, anche grazie a servizi digitali e innovativi. La Francigena, negli ultimi anni, ha portato ad un aumento esponenziale dei visitatori di Proceno. Nel 2019 si sono contati circa 500 pellegrini, nel 2020, sebbene anno del Covid-19, i flussi sono duplicati per poi raddoppiare ulteriormente nel 2021 arrivando a 2.000 passaggi. Di questi circa il 30% si ferma a pernottare a Proceno. Tale numero potrà essere ulteriormente incrementato con più servizi ai pellegrini, una delle azioni base previste dal progetto. Saranno aumentati i posti letto presso l’ostello (Palazzo Sforza), riqualificato il sistema per la scoperta del territorio con un nuovo InfoPoint 4.0, attivato un sistema di offerta culturale grazie al riallestimento del museo e ad eventi e festival sull’Itinerario (in collaborazione con AEVF) e nel borgo (mostre e premi legati alla rigenerazione dei borghi). L’obiettivo è un incremento complessivo dei flussi turistici di circa il 200% nell’arco dei primi cinque anni. Il borgo può contare inoltre come attrattiva su un’offerta turistica legata all’agroalimentare. Il Comune di Proceno inoltre può annoverare nel suo territorio la presenza di un elemento del Patrimonio Immateriale dell’U.N.E.S.C.O., ovvero quello della pratica della Cerca e Cava di Tartufo. Proceno è infatti uno dei pochi comuni dell’alta Tuscia Viterbese dove nasce spontaneo il tartufo bianco e la tradizione del “mestiere” del cavatore, uomo e cane, è una pratica consolidata. Inoltre vi è il riconoscimento legato ad un suo prodotto tipico unico l’Aglio Rosso di Proceno DE.C.O. (Denominazione Comunale d’Origine), ingrediente privilegiato di uno dei condimenti tipici imperdibili nella zona, l’aglione. Ulteriore risorsa sono le produzioni di cereali, in particolare i grani antichi, e di zafferano. Non da ultimo il progetto vuole essere strumento anche per concorrere a raggiungere gli obiettivi del Green Deal. Tutti gli interventi di riallestimento, arredo e le dotazioni tecnologiche saranno strettamente monitorati per garantire che tutti i materiali impiegati corrispondano ai Criteri Ambientali Minimi nel rispettivo ambito di applicazione. Anche per le iniziative di valorizzazione turistica Proceno avvierà il processo per dotarsi del marchio di Legambiente turismo. Il marchio garantisce l’impegno a ridurre l'impatto ambientale del turismo per favorire vacanze consapevoli in grado di attivare e coinvolgere tutti i soggetti in una forma di turismo rispettoso.





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