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Napoli ieri e oggi

di Maresa Galli

Numero 219 - Aprile 2021

Al Teatro San Carlo di Napoli torna “Il Turco in Italia” di Rossini, con la direzione del maestro Carlo Montanaro ed il debutto italiano del soprano Julie Fuchs


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“Il Turco in Italia”, opera buffa in due atti di Gioachino Rossini su libretto di Felice Romani, torna in forma di concerto al Teatro di San Carlo: sul podio il maestro Carlo Montanaro, che dirige Orchestra e Coro, preparato da Gea Garatti Ansini. Protagonisti Marko Mimica (il turco Selim), il soprano francese Julie Fuchs (Donna Fiorilla),-taglio- il tenore russo Ruzil Gatin (Don Narciso), Paolo Bordogna (Don Geronio), Alessandro Luongo (Prosdocimo), Gaia Petrone (Zaida), Filippo Adami (Albazar). Il soprano Fuchs, al suo debutto italiano, racconta: “Ho sempre amato l'Italia e sono onorata ed entusiasta di fare il mio debutto al Teatro San Carlo, uno dei teatri più antichi e iconici d'Europa. Anche se mi sono esibita alcune volte in Italia, quello di Donna Fiorilla è il mio primo ruolo lirico completo in questo meraviglioso Paese. Il fatto che tutto ciò avvenga con Il Turco in Italia di Rossini, rende il mio debutto ancora più speciale. Adoro infatti cantare il suo repertorio, che è strettamente legato al San Carlo e sono entusiasta di avere anche altri progetti rossiniani in Italia nel prossimo futuro”. “Il Turco in Italia” esordì nel 1814 alla Scala di Milano. La storia del “Turco” è ambientata a Napoli dove, nel 1815, Rossini si trasferì, su invito dell’impresario Domenico Barbaja, per assumere la direzione del Teatro di San Carlo, in carica per sette anni, durante i quali fu rappresentato finalmente anche “Il Turco in Italia” (nel 1820). L’ultima rappresentazione al Lirico di Napoli de “Il Turco in Italia” risale al 2004, con grande accoglienza di pubblico e di critica. Si tratta di una delle opere più avanzate e audaci di Rossini che con il librettista Romani scrive un’opera frizzante, ricca di colore, con una partitura solare, leggerissima, paragonabile a “Così fan tutte”, che Mozart ambienta a Napoli. -taglio2-Rossini crea un felice intreccio di personaggi da opera buffa, tipi rossiniani, funzionali alla trama narrativa. Lo stesso Selim si riallaccia a “Il ratto del serraglio”. Il personaggio del poeta Prosdocimo, in cui è ravvisabile il genio pesarese, crea il “teatro nel teatro”, sorta di “pirandellismo ante litteram”. La bella Zaida, ex favorita di Selim, fuggita dal serraglio si rifugia in un gruppo di zingari a Napoli. La bella e capricciosa Fiorilla, donna di mentalità aperta, vuole conoscere il Turco Selim, a sua volta affascinato dalla bella napoletana: nel personaggio femminile è ravvisabile l’Italia oppressa dell’epoca, che cede facilmente alle lusinghe del falso liberatore straniero (Selim – Bonaparte). Rossini mescola personaggi da opera seria con quelli di opera semiseria e di opera buffa, mentre Romani propone una satira feroce della “dolce vita” di allora, quando ogni gentildonna aveva, oltre a un marito, un amante o un cicisbeo. Per i temi affrontati, all’epoca considerati licenziosi, fu spesso cambiato il titolo dell’opera (“Il Tutore deluso”, “La Capricciosa corretta”). La versione andata in scena al Teatro di San Carlo è stata ridotta con alcuni tagli dei recitativi, rendendola più funzionale alla fruizione in streaming. Tutti bravi e perfettamente in parte gli interpreti, così come il coro e l’ottima esecuzione dell’orchestra, egregiamente diretta dal maestro Carlo Montanaro.





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