Un incontro alla scoperta dei più grandi successi della musica napoletana nati oltreoceano ed entrati nella storia di Napoli e dell’Italia
Uno spettacolo interessante presso la Casina Pompeiana nella Villa Comunale di Napoli si è svolto alla presenza di un pubblico attento e partecipe. Il testo e la narrazione di Yvonne Carbonaro hanno accompagnato i presenti alla scoperta che tante celebri canzoni napoletane sono state scritte a New York tra il secondo e il terzo decennio del ‘900 e solo dopo sono diventate famose a Napoli e in Italia. Per molti infatti è stata una sorpresa apprendere che “Core ‘ngrato” nacque in America nel 1911 così come “Core furastiero” musicata da E. A. Mario nel 1922 durante uno dei suoi viaggi in USA. Lo stesso è avvenuto per tante altre belle canzoni. -taglio- Il gruppo Fisarmà, con la direzione musicale di Filidei Catalano, le ha fatte ascoltare incantando la platea. Il percorso, partendo da stralci di registrazioni di Caruso, Gilda Mignonette e altri, ha offerto la possibilità di apprezzare le interpretazioni di Anna Salzano in “Core ‘ngrato”, “A cartulina ‘e Napule”, “Mandulinata ‘e Napule” (E A Mario) e di Pina Carini in “Santa Lucia Luntana” che lo stesso E A Mario, al secolo Giovanni Ermete Gaeta, notissimo per “La canzone del Piave”, autore di molte canzoni sugli emigranti, aveva scritto già nel 1919 e che divenne un inno del loro dolore. La nipote del compositore, Delia Catalano, ospite d’onore, ha raccontato un episodio del viaggio del nonno in America e ne ha letto la poesia “Arrivederci”. Prima di imbarcarsi gli emigranti dovevano superare la visita medica nell’edificio dell’Immacolatella Vecchia sul molo di Napoli. Il viaggio in 3° classe, tra mille disagi, durava un mese. Appena arrivati a New York venivano trasferiti all’isola di Ellis e lì sottoposti a severa visita medica. Quelli con problemi di salute fisica o mentale venivano rimpatriati. Quelli che riuscivano ad entrare subivano comunque ogni sorta di umiliazioni dovute al disprezzo che spesso gli dimostravano gli americani che li trattavano da persone inferiori, e perfino “di colore” perché erano bassi di statura e scuri di pelle e di capelli, li consideravano sporchi e stupidi perché erano ignoranti e non capivano la lingua. Un interessante audiovisivo realizzato da Sergio Piantedosi con foto d’epoca, locandine storiche e stralci di video ha aiutato a sottolineare la narrazione di Yvonne Carbonaro sull’ambiente degli Italiani a Brooklin, sulle amare condizioni di vita di tanti poveri meridionali in cerca di fortuna e di futuro, sui legami che ancora fortemente li tenevano avvinti alla madre patria, e infine sui talenti che si distinsero in varie arti. Nell’arte della-taglio2- liuteria di pregio ci furono, tra gli altri, Angelo Mannello, Calace e Turturro padre dell’attore e regista John Turturro. Filidei Catalano esperto e collezionista di strumenti a corda ne ha parlato mostrando alcuni pezzi importanti. Gli spettatori hanno avuto anche la sorpresa di apprendere dal racconto della Carbonaro tante notizie cancellate dal tempo e cioè che negli Stati Uniti varie case editrici italo-americane pubblicavano musica napoletana ed entravano in partnership con le loro controparti italiane per distribuire materiale in Italia introducendo così nuove canzoni nei Festival di Piedigrotta e che l’editore-compositore italo americano Francesco Pennino era il nonno di Frank Ford Coppola, il regista de Il Padrino. La seconda arte del recital è stato dedicato ad Alfredo Bascetta, emigrante irpino diventato famoso In USA e poi dimenticato. Fu l’autore di “Lacreme ‘e cundannate” scritta in difesa di Sacco e Vanzetti. I Fisarmà: Filidei Catalano - chitarra e mandolino, Giuseppe Maddaloni – fisarmonica e voce, Giancarlo Orlano Cafazzo - chitarra, Agostino Saviano – percussioni, hanno eseguito con successo gli arrangiamenti di ben sei brani di Bascetta. A conclusione la Consigliera della Regione Campania Antonella Ciaramella, in rappresentanza del Consiglio e della Consulta Regionale per l’Emigrazione, si è complimentata dell’iniziativa dichiarando che andrebbe replicata nel Museo dell’Emigrazione che è in via di realizzazione. L’Assessore del Comune di Pietrastornina, paese natio di Alfredo Bascetta, ha ringraziato Yvonne Carbonaro, i musicisti e i cantanti per aver ricordato un illustre eppur dimenticato compaesano. La bella locandina si è avvalsa di un disegno appositamente realizzato da Agostino Saviano che congiunge la Statua della Libertà e il Golfo di Napoli.